Ladroni pubblici col voto degli italiani

6 Giugno 2014
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A.P.

Nel 2010, quando a Salerno ci siamo lasciati, insieme ad altri colleghi convegnisti, ho augurato a Giorgio Orsoni pieno successo alle imminenti elezioni comunali di Venezia.  Ci piaceva l’idea di questo collega, prof. di diritto amministrativo, avvocato di successo, mite e dialogante, sindaco di Venezia. Per di più il suo avversario era Brunetta. Il nostro tifo per il nostro amico candidato era dunque doppio. Poi Orsoni è stato allievo di uno dei grandi maestri del diritto amministrativo del ‘900, Feliciano Benvenuti, da tutti amichevolmente chiamato il “doge”, uomo di grande dottrina e altrettanto rigore. Mi ha sorpreso dunque il coinvolgimento di Orsoni nell’inchiesta sugli appalti del Mose. Credo abbia commesso una imperdonabile leggerezza. Credo, o  almeno spero,  non sia coinvolto nel sistema malavitoso degli appalti per la costruzione delle dighe mobili per la salvaguardia di Venezia. Un vero affaire politico-mafioso. Venticinque persone in carcere, 10 ai domiciliari, due colpite dagli stessi provvedimenti ma, essendo parlamentari, in attsa di autorizzazione specifica: l’ex governatore del Veneto Giancarlo Galan, deputato di Forza Italia e l’ex europarlamentare non rieletta dello stesso partito, Lia Sartori.  Dunque, ancora una volta emerge che l’allenaza PD-PDL ora FI, prima che al vertice, si è cementata a livello intermedio nel giro malavitoso alimentato dall’uso del denaro pubblico e dall’esercizio illecito del potere ai vari livelli.
Secondo la procura “e’ venuto alla luce un sistema ben radicato di illegalita’ ad un certo livello”,”paragonabile alla vecchia Tangentopoli, ma piu’ complessa e sofisticata”. Le indagini hanno evidenziato un giro di sovrafatturazioni false da parte di societa’ create ad hoc in Svizzera e a San Marino per rastrellare fondi neri che servivano poi per oliare politici e funzionari ad alti livelli. Sono appena iniziate anche le verifiche fiscali con la scoperta di circa 15 milioni evasi da tre societa’, ma si tratta dell’inizio.
Questi i fatti, secondo la procura. Poi ci sarà il giudizio e noi, da garantisti, aspettiamo la sentenza che sarà la sola a dire la verità (processuale, s’intende).
Sul piano politico, molti si chiedono come sia possibile, dopo tangentopoli e mani pulite, questa perenne serie di scandali: dove ci son soldi, lì c’è malaffare e lì ci sono il PD e il PDL, ora FI. Ma il quesito va ribaltato: perché amministratori e politici dovrebbero essere indotti a non rubare, a comportamenti virtuosi, se i partiti di rifrimento sommano il 75% dei consensi? Il 40% al PD pensate che incoraggi o scoraggi i furfanti? E il calo del M5S credete sia un antidoto  o uno stimolo  al malaffare? Lo sbeffeggio dei giovani deputati “grillini” è o non è un obiettivo isolamento di chi rilancia la questione morale nel Paese? La risposta datela voi, compagni ed amici, che turandovi il naso votate Renzi e criminalizzate o delegittimate l’opposizione. Secondo me, è proprio il caso di dire “Chi è cagion del suo mal, pianga se stesso“.

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