Monte Prama. Quei giganti con gli occhietti un po’ così, il nasino un po’ così…

15 Aprile 2014
7 Commenti


Andrea Pubusa

L’altro giorno avevo un po’ di tempo libero, passavo da quelle parti e sono entrato al Museo di Cagliari a vedere i giganti di Monte Prama. Da profano avevo espresso alcune perplessità solo sul piano della logica astratta, che però sempre logica è. E nessuno mi ha risposto. E questo lo capisco. Gli esperti non hanno tempo da perdere con i soliti rompiscatole, ignoranti, ma petulanti e, in fondo, un po’ presuntuosi. Sarà la mia deformazione professionale, io invece se, poniamo, un archeologo, che non capisce di diritto, dice, giustificato dall’ignoranza dichiarata, una cazzata, penso che, in realtà, pone una domanda e mi sforzo di dargli una spiegazione. Però, ci sta che nessuno mi abbia risposto. Se qualcuno, comunque, a tempo perso lo facesse  non sarebbe male. D’altra parte, agli esperti dovrebbe risultare facile illustrare ciò che ad un estraneo alla materia sembra problematico.
Comunque, bando alle ciance! Ho visto di persona le statue di Cagliari. Ebbene, si vede ad occhio nudo che le teste con gli occhi cerchiati sono posticce. Voi direte, si tratta di un composizione di pezzi frantumati con la sgubbia e ricomposti e dunque qualche testa può essere finita nel corpo sbagliato. Sì, questo lo capisco anch’io. Ma non è di questo che sto parlando. Sono posticcie nel senso che sono fatte dopo e, per dirla tutta (tanto ormai mi sono bruciato!) hanno un forte odore di Black&Decker, come per la beffa di Livorno, dove i falsi Modigliani ingannarono tutti o quasi, compreso il grandissimo Giulio Argan. Non solo quegli occhietti col doppio cerchio (occhi e/o occhialini?), privi di senso, son troppo perfetti. E il naso, nella testa meglio “conservata” (si fa per dire!)? Non solo è perfettino, ma ha sotto anche due precisi taglietti, le narici, perfetti come fatti ieri. Ora, o chi ha fatto a pezzi le statue, ha riservato particolare cura a conservare questa testa oppure si deve spiegare (non a me) come è stato possibile che in mezzo a tanto ostentato anticume e alle offese del tempo e degli uomini, una testa si sia potuta conservare in modo così perfetto. E le orecchie? Perfette anch’esse, ma anch’esse in odor di trapano elettrico. La stessa sensazione mi hanno dato tutte le teste con gli occhi a cerchietto. Troppo nuove rispetto al resto e troppo ben levigate almeno dalla fronte al mento, in contrasto palese col resto, ad esempio con alcune altre teste, molto danneggiate è vero, ma anche di fattura del tutto diversa. Su l’Unione il primo giorno una donna, intervistata, ha detto delle teste con gli occhi a cerchietto “sembrano futuriste”. Non so se siano futuriste o no. Certo penso anch’io che non c’entrano nulla col resto. Sono troppo perfette per essere le teste di quei corpi grossolani e rozzi. Sono troppo civettuole rispetto ai massi quasi informi su cui sono apposte.
C’è un’altra cosa che mi ha colpito in questa vicenda, ma non riguarda le statue. Riguarda l’accoglienza generale. Come mai i grandi esperti della materia non hanno esultato per il ritrovamento? Come mai un unicum a livello mondiale non ha scatenato studi, commenti, curiosità di tutti i grandi del settore? Sbaglierò. Non conosco la letteratura specialistica. Ma fuori dalla Sardegna sento silenzio, una certa reticenza. Anche Alberto Angela per ora si tiene alla larga. Sbaglierò, ma ho la sensazione che nessuno vuol correre rischi. La beffa di Livorno brucia ancora! Gli esperti e i professori restarono fulminati e ammutoliti, quando i tre burloni, per togliere ogni dubbio sul falso, presentarono le foto a riprova documentale che le teste non erano di Modi. Erano opera loro, del loro martello e scalpello, e dell’imprescindibile Black&Decker. Anche allora c’era il desiderio di scambiare la realtà col desiderio: un lascito di opere del grande Modi alla sua Livorno. Come oggi in Sardegna. Certo una storia di eroi combattenti e vincenti è bella e intrigante, come quella di Atlantide. Ma, porca miseria!, a causa della mia formazione culturale e politica, non riesco ad aderire. Non svaluto il rilievo delle personalità nella storia, ma preferisco il collettivo. Per la Sardegna, resto affezionato alla storia di un popolo di pastori, di pacifici pecorai e caprai.

7 commenti

  • 1 Marco
    15 Aprile 2014 - 11:01

    grande!

  • 2 Marco
    15 Aprile 2014 - 11:04

    a proposito se fosse necessario sono disposto ad essere il tuo dottor John H. Watson!

  • 3 Adriano Bomboi
    16 Aprile 2014 - 01:08

    La stampa britannica sta riservando spazi ai giganti. Tuttavia uno dei quesiti da porsi non è solo: “Come mai non ci sono altri esempi di questo tipo di statuaria?” Ma: “E se ci fossero altri esempi sottoterra?”

  • 4 Bruno
    16 Aprile 2014 - 08:30

    Se solo le teste sono false…il corpo chi l’ha scolpito ? Come hanno fatto a assemblare corpo e testa ? Non mi esprimo in merito però….anche se sono un falso diciamolo fra qualche anno altrimenti quei pochi turisti che stanno venendo se ne vanno e addio a qualche euro in più..per una volta cerchiamo di non essere disfattisti o almeno facciamo finta

  • 5 Paolo
    23 Aprile 2014 - 01:23

    Ciao ragazzi, sono un archeologo, naturalmente non è così. E’ la più grande scoperta del secolo. Se vuoi parlarne e saperne di più (seriamente) su tutto scrivimi pure. Archeo pao su fb. Un abbraccio a tutti.

  • 6 Francesco Biancu
    20 Agosto 2014 - 22:39

    Non siamo concordi con questa affermazione. I Giganti di Monte Prama, appartengono ad una importante stagione della fine del Bronzo e inizio Ferro in Sardegna. La Sardegna in quel periodo godeva di una felicissima posizione geografica, tra l’Iberia e il Levante, ed era meta di molti convogli di Elladici e Levantini in arrrivo ed in partenza dalle coste sarde. La tipologia dei guerrieri, una novita’ per l’occidente, deve intendersi anche frutto di queste frequentazioni, dal lontano Oriente. Il vestiario, è tipico dell’epoca, la stola sacra, i corredi bellici. I sardi avevano perfette conoscenze architettoniche e avevano trapani a mano, con punte identiche alle nostre e perfetti compassi. Dalla diffusione delle ceramiche sarde, nel Mediterraneo, sappiamo che i sardi navigavano, in oriente a Cipro, Cartagine e facevano scalo a Huelva, in Iberia, dove l’Eldorado Iberico, ospitava genti da tutta l ‘Europa celtica. Un popolo,capace di costruire castelli colossali e di viaggiatori, ben introdotto nella Silver-rush del 1000ac.in Iberia, non poteva non produrre manufatti, come i Giganti. La Sardegna era all’apoteosi della sua storia millenaria, prima che le politiche e le nuove tendenze economiche , cambiassero i giochi, a favore di altre localita’ geografiche.

  • 7 giovanni mossa
    24 Agosto 2014 - 01:48

    La sua fama di archeologo offusca la sua fama di giurista…

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