Amsicora
Caro Massimo,
che pacchia per te con le riforme di Matteo! Con l’abolizione del carattere elettivo delle province, ora sei sindaco di Cagliari e Presidente della Provincia di Cagliari. Domani con la soppressione del carattere elettivo del Senato sarai anche senatore! In più sei presidente della Fondazione del Teatro lirico. Te lo saresti mai immaginato quando al Circolo Pasolini inneggiavi al Che e ti battevi per una società alternativa. Eri contro il cumulo delle cariche! Di più: contro le cariche tout court. Autogestione dal basso! Governo popolare! Ma, si sa, i sogni dei ragazzi sono solo sogni. Poi bisogna fare i conti con la realtà! Guarda gli scherzi del destino! E non puoi farci nulla. Dura lex sed lex: dura legge, ma legge. Sarai senatore per forza di legge, non per elezione! E li sostituirai tutti! Pensa farai fuori anche Emilio Floris!
Caro Massimo, io so cosa ti rode dentro. Dovrai prendere il posto anche del tuo compagno di cordata Luciano, che, poverino, dalla tenaglia Matteo-Silvio verrà ridotto allo stato laicale, dopo essere stato prima monsignore poi cardinale. Chi sale, chi scende, che ci vuoi fare! Effetti miracolosi delle riforme, quelle vere, quelle che tolgono la fame agli italiani!
Caro Massimo, ascoltami, non devi avere sensi di colpa, tu le riforme di Matteo non le hai volute, le hai subite. Poi vedrai che Luciano capirà, è un compagno, e sarà addirittura felice quando vedrà, a seguito di queste riforme, impennarsi l’occupazione e osserverà tanti giovani alzarsi presto la mattina per andare al lavoro. Luciano, lo sai, viene dall’Assessorato al lavoro e l’occupazione è l suo pallino. Poi lui è paziente: la prossima volta magari ci proverà alla Camera, così riconquisterà il rango. Sempre che, nel frattempo, Matteo non sopprima anche quella!
C’è però nell’aria un pericolo anche per te! Cosa farà Emilio Floris? Pensi che l’idea di dientare sindaco, pluripresdiente e senatore non lo solletichi? Ci puoi contare: si candiderà ancora alla carica di sindaco. Del resto, è lui che riceve tutti i giorni, nel suo ufficio, dipendenti e quanti hanno problemi col Comune. Lui per tutti ha una parola, mentre tu neanche li degni di uno sguardo. E così ha buone chances di batterti, e - se verrà eletto - sarà lui a far fuori tutti, te compreso! Ed allora i compagni ondivaghi in materia istituzionale, ieri contro Belusconi oggi con Renzi che fa ciò che diceva e dice l’ex cavaliere, si morderanno le dita!
Ora però, caro Massimo, non pensarci, devi organizzare il tuo tempo. E non è facile per un sindaco, presidente di provincia, senatore e, is callonis!, presidente anche del Teatro lirico. Accetti un consiglio? Io, fossi in te, farei così: due giorni fai il sindaco; due il senatore e due il presidente della provincia. Il Teatro nei ritagli di tempo, tanto non lo volevi chiudere? Che rottura, però! Ti rimane ben poco per le birrette! In fondo, sei un ragazzo, e non è bene privarti delle piccole gioie giovanili: tirare tardi e qualche drink, con amici e amiche. Il tempo fugge, e se non ti svaghi adesso, poi sarà troppo tardi. Guarda Napolitano!
Mi hanno detto che però sei preoccupato. E se a Matteo viene in testa di sopprimere anche le regioni? Dovrai fare anche il presidente della Sardegna a discapito di Pigliaru! E come farai se quelle grandi menti libere da servaggi politici dovranno tornare nella loro torre d’avorio, solo libri e scienza? Rimarrai solo! Comunque, caro Massimo, a tutto c’è un rimedio. Chi fa le pentole, fa anche i coperchi! Qualcuno ti aiuterà, professore o no. Non si può contrastare il nuovo. Che grandi riforme! Che bella divisione del lavoro e dei compiti! Vedrai, che mirabolanti imprese farai da sindaco-presidente-presidente e senatore! La tua performance al Teatro verrà moltiplicata per il numero delle cariche, vale a dire per 4. E in modo esponenziale, data la rilevanza del seggio senatoriale. La Crivellenti? Solo un pallido ricordo!
Forza, sindaco-presidente-presidente-senatore! Forza Matteo! Con Massimo alla provincia e al Senato l’occupazione è già in ripresa!
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