Caro Presidente, caro assessore, sulla scuola vi scrivo…

4 Aprile 2014
2 Commenti


Rosamaria Maggio - CIDI 

Al Presidente della Regione Sardegna
Prof. Francesco Pigliaru

All’Assessore alla Pubblica Istruzione
Dr.a Claudia Firino
Caro Presidente,
Caro Assessore,

nella nostra qualità di insegnanti, impegnati nell’associazionismo professionale, apprezziamo che con il recente risultato elettorale sia  diventato prioritario l’interesse per la Scuola sarda.
Siamo consapevoli che passare dalla teoria alla pratica, dopo anni di totale assenza di una politica per l’istruzione, non sarà cosa facile. La nostra lettera vuole essere quindi un contributo per il lavoro che attende questa nuova Amministrazione regionale.
E’ ormai convinzione comune che un investimento in istruzione sia un investimento sul futuro del paese e della Regione, anche in termini di sviluppo, di maggiori e migliori opportunità occupazionali e di crescita economica.
Riteniamo pertanto che dovranno andare di pari passo gli interventi straordinari e quelli ordinari.

Interventi straodinari

Fra gli interventi straordinari si è fatto spesso riferimento al tema dell’edilizia scolastica, anche perchè un investimento in questo settore comporterebbe immediatamente l’apertura di nuovi cantieri di lavoro per i suoi addetti .
Rispetto a questo tema importante c’è da segnalare che la Sardegna ha il 25,9% di edifici realizzati prima del 1974, anno di entrata in vigore della legge antisismica, e quindi il 74,1 %  è di più recente edificazione.
Al 2009, il 35,9 % del patrimonio immobiliare scolastico delle città sarde ha necessità di manutenzione ed il 67,8% ha avuto interventi tra il 2004 ed il 2009. (’Rapporto sul Sistema educativo italiano. 2013, a cura del CIDI, Legambiente, AIMC, Proteo).
Questo discorso non vuole sminuire l’influenza che l’avere edifici sicuri e ben tenuti può produrre sui risultati dell’attività didattica, ma vuole sottolineare che i problemi della Scuola sarda, che sono principalmente la dispersione e i modesti risultati in tema di competenze di base dei nostri studenti, non possono essere affrontati solo con riferimento al problema dell’edilizia.
Sarebbe interessante ipotizzare  investimenti nell’edilizia scolastica per riorganizzare gli spazi scolastici, magari pensando anche ad una nuova didattica e ad una nuova organizzazione del tempo scuola.

Interventi strutturali

L’altra questione sulla quale ci vogliamo soffermare è quella della Legge regionale sull’istruzione, necessaria anche a seguito della riforma del Titolo V, che attende di essere emanata dal 2003 .
Per dovere di informazione è utile ricordare che solo cinque Regioni si sono dotate di una legge sull’istruzione dopo il 2003, e che la Regione Sardegna, dopo averne  tentato l’approvazione nel precedente governo di centro-sinistra, elaborata anche col contributo delle associazioni e dei sindacati, non ha ad oggi  una legge di sistema.

Quale legge regionale sull’istruzione
Durante la campagna elettorale abbiamo sentito ripetere che è necessaria una Legge sulla istruzione, ma non si è entrati nel merito.
Riteniamo che dal punto di vista della sua forza giuridica dovrà essere una legge che intervenga sia in materia di legislazione concorrente (istruzione), che di legislazione esclusiva (istruzione e formazione): essendo i due segmenti complementari sarebbe utile fare un’unica legge.
Occorrerà infatti definire l’ambito della formazione professionale in relazione all’ istruzione, tenendo presente che l’obbligo scolastico si compie con il 16° anno di età, e  che la legge nazionale consente di assolverlo anche nella formazione professionale e nell’apprendistato.
La Sardegna ha bisogno di scelte politiche ben precise, e che la Regione si impegn subito a far assolvere l’obbligo scolastico nella scuola, fino a 16 anni, proprio per rinforzare quelle competenze di base delle quali i nostri studenti risultano così’ carenti. Non è mandandoli via da scuola prematuramente che si risolve il problema dei modesti livelli di apprendimento!
Il nostro auspicio è quindi che in Sardegna si possa svolgere un percorso di Istruzione e formazione, solo una volta assolto l’obbligo scolastico in classe.

La dispersione scolastica

L’altro problema grave è quello della dispersione.
La legge come prima cosa dovrà prevedere la istituzione dell’Anagrafe dello studente, strumento indispensabile per seguire il percorso di ciascuno.
Il problema della dispersione incrocia quello dei NEET (Not in education,employement and training) che, nel 2012, raggiungono in Sardegna rispettivamente il 25,5% (il più alto tasso nazionale) ed il 26,4%.
Il problema della dispersione va esaminato anche in relazione agli scarsi risultati degli studenti sardi nelle prove nazionali (INVALSI ), ed internazionali (PIRLS,TIMSS; OCSE PISA).
Dal nostro punto di vista due potrebbero essere le strategie.
Dovrà trattarsi di scelte strutturali, previste dalla Legge sull’istruzione, e non solo di provvedimenti amministrativi, che possono essere utilizzati nel breve periodo ma non a lungo termine, come è accaduto con le deliberazioni della già citata Giunta di centro-sinistra.
Per questo occorre che le nuove strategie, magari immediatamente sperimentate attraverso l’approvazione di delibere della Giunta, divengano strategie di sistema, contenute nella Legge sull’istruzione, e che abbiano ricaduta diretta sulla didattica e sul processo di apprendimento quotidiano, in classe.

Quali strategie di breve e di lungo periodo

Siamo convinti che occorra una modifica della didattica e del tempo scuola.
L’apprendimento ha necessità di tempi lunghi e le modifiche ordinamentali degli ultimi anni, anziché dilatare questi tempi, li hanno compressi. Pensiamo alla diminuzione del tempo pieno nelle scuole primarie, a causa della diminuzione degli organici, all’eliminazione dei moduli che consentivano la compresenza, al problema della scarsezza dei nidi, la cui frequenza, come è provato da numerose ricerche, favorisce la scolarizzazione successiva ed i buoni risultati. In Sardegna nel 2009 la copertura dei nidi è pari al 10,9 %, e la scuola dell’infanzia raggiunge la copertura del 99,4% solo perchè è stata fortemente finanziata la scuola privata.
Si tratta di settori importanti per il futuro dei nostri studenti, per i quali la Regione si dovrà impegnare fin da subito a fare investimenti che consentano la stabilizzazione del personale, con la conseguente creazione di occupazione, a privilegiare gli investimenti nella scuola pubblica piuttosto che in quella privata, e a dare un forte segnale di discontinuità rispetto al passato . Ricordiamo che la Procura generale presso la Corte dei Conti ha ritenuto che «non ci sono i presupposti per l’esercizio dell’azione di responsabilità», nei confronti del Comune di Napoli, sul caso dell’assunzione delle maestre, il cui servizio, a detta della stessa Corte, è essenziale e di primaria importanza. Il Comune di Napoli ha così’ attivato nuovi asili nido, assumendo personale e sforando il Patto di stabilità, e la Corte dei conti ha assolto l’Amministrazione, sostenendo che il patto può essere sforato quando è necessario a realizzare diritti fondamentali.

Rinforzare l’autonomia scolastica

L’altra strategia si fonda sul rinforzo dell’Autonomia scolastica.
Riteniamo che l’ organizzazione di una scuola su tempi lunghi sia utile in tutti gradi dell’istruzione. Quindi l’Amministrazione regionale deve impegnarsi a finanziare un tempo scuola strutturato sul tempo pieno, con mensa anche per la scuola superiore di I e II grado, sostenendo finanziariamente le scuole che intendano adottare nel loro POF tale scelta organizzativa e didattica, e sostenendo l’adozione delle buone pratiche diffuse.
Inoltre potrebbero essere messi a sistema laboratori didattici, da realizzare anche con il coinvolgimento di insegnanti a tempo determinato, da attingere dalle graduatorie, per consentire l’acquisizione o rinforzare le competenze chiave europee per l’apprendimento permanente (come previsto dalla Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio, del dicembre 2006), e percorsi di aggiornamento annuali per i docenti.

 Percorsi di Istruzione Formazione professionale

La riforma degli Istituti professionali di Stato ha previsto che, con l’attuazione del Titolo V, le qualifiche debbano essere rilasciate dalla Formazione Professionale.
Anche da questo punto di vista la Regione sarda è in notevole ritardo.
La legge quindi dovrà prevedere dei percorsi di Istruzione e formazione professionale che siano idonei a rilasciare qualifiche professionali, in linea con il Quadro europeo delle qualifiche per l’apprendimento permanente e con le scelte programmatiche per lo sviluppo economico dell’Isola, anche sulla base dell’accordo in Conferenza Stato-Regioni del dicembre 2012.

Lingua sarda

Il Prof.Tullio De Mauro, linguista di fama internazionale, sostiene che, per quanto le scuole possano lavorare, i livelli di competenze delle famiglie, e più in generale della società adulta, si riflettono massicciamente sull’andamento scolastico dei figli. Quindi, riuscire a comprendere quanto sia rilevante il problema della scarsa competenza alfanumerica degli adulti, significa anche capire quanto la nostra scuola lavora, per così dire, in salita. L’insegnante che cerca di occuparsi del ragazzino o della ragazzina che viene da una famiglia, in cui mai sono entrati un libro o un giornale, fa una fatica spaventosa; così la scuola deve svolgere un compito immane
Inoltre oggi nelle nostre scuole la presenza di immigrati è numericamente significativa e ci sono classi con percentuali elevate di stranieri che non parlano l’italiano.
Riteniamo quindi che la tutela della lingua e della cultura sarda possano essere efficacemente garantite da percorsi da lasciare alla scelta delle scuole nella loro autonomia scolastica, senza imposizioni di percorsi curricolari che potrebbero essere ormai anacronistici e non rispettosi della lingua dei parlanti.

Il dimensionamento scolastico

Il problema del dimensionamento scolastico è stato vissuto nell’Isola come un trauma ripetuto, senza che insegnanti, studenti e famiglie potessero coglierne gli effetti positivi. Anzi, negli ultimi mesi, abbiamo assistito ad un balletto di nuove autonomie, e di docenti trasferiti a seguito anche dell’intervento della Magistratura Amministrativa.
Ciò è stato causato principalmente dalla mancanza di una seria e tempestiva programmazione regionale. Ci aspettiamo quindi un cambio di passo anche da questo punto di vista, perchè siano osservati i tempi tecnici che consentano concretamente alle scuole di trarre vantaggio da tali interventi. Auspichiamo che una seria programmazione regionale tenga conto delle realtà concrete delle nostre scuole, dei territori ed anche delle prospettive di sviluppo demografico dell’isola, e che quindi i futuri “dimensionamenti” siano fatti con una visione di lungo periodo, per  garantire la stabilità delle autonomie scolastiche e del corpo docente.

Gli stranieri :studenti e adulti

Il tema degli studenti e degli adulti stranieri non può essere ignorato dalla scuola.
L’intercultura è oggi il modello che permette a tutti i bambini ed ai ragazzi il riconoscimento reciproco delle identità di ciascuno. Secondo una recente indagine della Commissione Europea condotta da Euridyce, si evidenzia che il maggior numero dei paesi europei ha introdotto misure di sostegno per aiutare i bambini e le famiglie immigrate, in particolare nel campo dell’apprendimento della lingua del paese ospitante. In questa direzione occorre che anche la nostra Regione predisponga interventi di sostegno attraverso le scuole, per la completa integrazione degli studenti stranieri e delle loro famiglie. In questa direzione si orientano anche le Linee Guida per l’accoglienza e l’integrazione degli alunni stranieri, emanate dal MIUR nel febbraio 2014.
L’Educazione permanente

Con riferimento all’Educazione permanente, è stato approvato il Regolamento per la nuova istruzione per gli adulti, i Centri d’Istruzione per gli adulti-CPIA, (DPR 253/12). Inoltre è stato approvato il Decreto legislativo n.13/13, che ha definito le norme relative ai livelli essenziali delle prestazioni e  la validazione dei livelli di apprendimento formali ed informali, mentre è stata siglata l’intesa in Conferenza Unificata del 20.12.12.
Auspichiamo quindi che la Regione voglia procedere ad organizzare le Reti territoriali per l’Educazione permanente.
Con l’augurio di un proficuo lavoro per l’Isola

Prof.Rosamaria Maggio -Presidente del CIDI
(Centro di Iniziativa Democratica degli Insegnanti) di Cagliari
Ca 1.4.14

2 commenti

  • 1 ilPuntodiG
    4 Aprile 2014 - 10:03

    Solo due osservazioni. La lettera meriterebbe una discussione ampia ma non c’è lo spazio.
    La prima: cito “Riteniamo quindi che la tutela della lingua e della cultura sarda possano essere efficacemente garantite da percorsi da lasciare alla scelta delle scuole nella loro autonomia scolastica, senza imposizioni di percorsi curricolari che potrebbero essere ormai anacronistici e non rispettosi della lingua dei parlanti.” Condivido in pieno. Proposta ragionevole e di buon senso. Ci sarebbe da domandarsi cosa proporrrà una giunta debolissima, sia politicamente che numericamente. E che sopravvive come ostaggio di veti incrociati provenienti anche da forze che si definiscono “sovraniste” (qualunque cosa possa significare). Sarà interessante seguire la vicenda.
    La seconda. Capisco che non ci si possa attendere una proposta compiuta dagli insegnanti, ma nella lettera non si percepisce la necessità di indirizzo della politica nella connessione scuola/lavoro. Verissimo che la scolarità debba essere garantita fino ai 16 anni, senza confondere scuola e apprendistato. Ma è anche vero che la scuola deve assumere un ruolo trainante nella determinazione del bagaglio culturale successivamente indirizzato all’attività lavorativa. Una delle pecche più evidenti di questa giuta è la fumosità delle proposte nel campo della difesa e ricostruzione del nostro patrimonio industriale. E allora: come legare la scuola a questa necessità? Io inviterei Pigliaru ad essere più chiaro sulle politiche industriali e successivamente ad individuare i punti di contatto con le politiche scolastiche. Tutto ciò, attualmente, è completamente assente.

  • 2 Sulle dichiarazioni programmatiche di Francesco Pigliaru. Scuola e formazione: fate presto! | Aladin Pensiero
    4 Aprile 2014 - 10:47

    […] Caro Presidente, caro assessore, sulla scuola vi scrivo… Rosamaria Maggio – CIDI 4 Aprile 2014, su Democraziaoggi […]

Lascia un commento