Enrico Palmas
Si parla di demenza senile quando si ha una perdita di memoria collegata al venir meno della capacità cognitiva che porta al peggioramento dei rapporti sociali.
Una delle cause che conducono alla demenza senile è l’Alzheimer, una malattia progressiva che inizia con piccole perdite di memoria e porta ad una grave perdita di capacità cognitive ed all’atrofia cerebrale. Con il progredire del morbo le persone perdono la capacità di muoversi autonomamente e di comunicare con gli altri.
Nel caso clinico – ormai seriamente compromesso – che ci occupa, la mobilità non è in discussione; lo sono, bensì, le capacità cognitive.
Non si preoccupi il lettore: non si tratta di un’invasione di campo nella scienza medica che, davvero, non padroneggiamo; si tratta, invece, del tentativo di ricercare una qualche plausibile spiegazione ad atteggiamenti umani che, altrimenti, apparirebbero del tutto incomprensibili.
È il caso del Presidente emerito Francesco Cossiga, che il giorno 23 ottobre scorso, ha rilasciato una vaneggiante intervista, pubblicata da alcuni importanti quotidiani.
Il grande statista – da sempre, fulgido esempio di equilibrio, compostezza e bon ton istituzionale dei nostri tempi – ha rotto il silenzio (e non solo quello…) per suggerire all’attuale Ministro dell’Interno di cogliere il senso più profondo del suo passato impegno politico nelle Istituzioni, al fine di risolvere celermente la vertenza aperta dalla protesta del mondo universitario e della scuola. Maroni, cioè, prenda spunto da ciò che il Nostro seppe fare da capo del Viminale, ossia: «Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città».
Insomma, per riassumere, creare le premesse per una nuova Piazza Alimonda.
«(…)Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri». «(…) Nel senso che le forze dell`ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano».
Così facendo – sappia Maroni – è semplice mettere a tacere il dissenso: le legnate, si sa, insegnano più dei buoni docenti, che, infatti, vanno tagliati nel numero e nelle risorse.
Il richiamo del Presidente emerito, suggerisce un immediato e facile paragone con l’azione amministrativa del prode Scajola, che, per la verità, dopo i fatti di Genova ebbe ulteriore poco tempo per provocare altri danni.
Di minore immediatezza – per la lontananza nel tempo – è il vero tertium comparationis del suggerimento che l’intrepido graduato dell’armata di Gladio ha voluto generosamente fornire al buon Maroni: si tratta della stessa sapiente azione amministrativa, con la quale, il 12 maggio del 1977, l’allora capo del Viminale seppe brillantemente sedare una pericolosa e sovversiva rivolta popolare. Come fece? Esattamente come suggerisce di fare adesso: attraverso l’elargizione copiosa di legnate educative. Legnate e colpi d’arma da fuoco. Gli stessi che uccisero, allora, Giorgiana Masi e ferirono decine di manifestanti.
Ciò che deve far riflettere è non solo la confessione postuma di Cossiga di aver ampiamente fatto ricorso al metodo squadrista e repressivo nella propria azione di governo, ma anche il fatto che – con i tempi che corrono – il pericolo di un nuovo autoritarismo di stampo fascista, è tutt’altro che remoto. Prima gli extracomunitari e poi gli studenti (e addirittura i docenti universitari), possono diventare facilmente i nuovi bersagli di una destra nostalgica. Occhio, dunque, a fomentare nuovi odi di classe.
Su di un punto dell’intervista possiamo semmai essere (parzialmente) d’accordo; sul passaggio che riguarda il PD ed il giudizio intorno all’opposizione a questo Governo: «Politicamente, sta facendo lo stesso errore che fece il Pci all’inizio della contestazione: fece da sponda al movimento illudendosi di controllarlo, ma quando, com’era logico, nel mirino finirono anche loro cambiarono radicalmente registro. (…) Ma oggi c’è il Pd, un ectoplasma guidato da un ectoplasma. Ed è anche per questo che Berlusconi farebbe bene ad essere più prudente». «Ieri un Pci granitico, oggi Pd ectoplasma. Perciò Berlusconi dev’essere prudente».
È proprio vero: una sinistra forte è indispensabile in un Paese che voglia essere civile e che voglia – pur senza essere costretto ad occuparsi di patologie dell’invecchiamento – opporsi al tentativo di passare dalla “fantasia al potere”, alla fase della “schizofrenia al governo”.
Due speranze ed un auspicio, dunque: la prima è che il nostro Paese voglia finalmente crescere e diventare civile; la seconda è che l’esigenza di una sinistra forte che si possa alleare con il centro democratico (con il PD, dunque) per governare il Paese, prevalga nelle coscienze di noi tutti che non rinunciamo ad essere di sinistra.
L’auspicio, invece, è che la ricerca scientifica in Italia possa essere finalmente finanziata al livello degli altri Paesi civili europei e che, in tale quadro, essa possa elaborare, una volta per tutte, una efficace cura per il morbo di Alzheimer.
7 commenti
1 Quesada
30 Ottobre 2008 - 20:48
A proposito di demenza senile, che mi dite di Berlusconi?
2 A.P.
30 Ottobre 2008 - 21:10
Giro la domanda allo specialista Dr. Palmas, affinché tratti il caso nei prossimi giorni! A.P.
3 Quesada
31 Ottobre 2008 - 13:34
Da qualche parte ho letto di un’overdose di Prozac da parte del Berlusca.
In effetti spiegherebbe molte cose.
Che ne dice dr. Palmas?
4 zenobio
1 Novembre 2008 - 00:21
Pensiamo alla demenza senile di tutti gli onorevoli, compresi quelli della sinistra che facendo entrare clandestini a go-go hanno permesso a costoro di far salire la disoccupazione e la povertà in Italia, nonchè aumentare la delinquenza. Si mediti su questo, sulle coop rosse, sullo scandalo sircana, su tutte quelle porcherie che hanno appestato il paese e da qualunque parte provvengano, perchè se è vero che il fascismo è stato un danno per l’Italia, il comunismo nel mondo ha causato più morti e persino in Russia, oggi, tutto ciò che è comunismo viene censurato…
5 Enrico
3 Novembre 2008 - 11:40
Zenobio ostenta equidistanza, ma trasuda anticomunismo viscerale… Io medito, ma continua a sfuggirmi l’attinenza del commento con l’articolo. E’ proprio vero che la patologia trattata è multiforme e si presenta in forme assai diversificate…
Sugli altri casi di demenza senile, vera o presunta, indagheremo…
6 Carlo Dore jr.
3 Novembre 2008 - 11:53
Premesso che in genere non sono solito replicare ai post di chi sceglie di avvalersi dello pseudonimo per non disvelare il proprio nome e cognome, il commento di Zenobio è caratterizzato dalla classica miopia di quanti tentano di giustificare i crimini del fascismo con il vecchio adagio “ma-lo-hanno fatto-anche-i-comunisti”. Premesso che questa filastrocca inizia ormai a suonare un pò inquietante (non a caso, era uno dei pilastri su cui si reggevano le dittature di Videla e Pinochet), l’autore del post in esame evidentemente ignora il contributo - universalmente riconosciuto - che la sinistra italiana, dalla resistenza al compromesso storico, ha fornito alla costruzione della nostra democrazia. Ma questi concetti che rilevanza possono avere per chi (riproponendo l’equazione tra immigrazione, disoccupazione e delinquenza) di fatto dimostra di sposare le tesi di Borghezio?
7 Guido
7 Dicembre 2009 - 09:11
Concorso in pieno con Zenobio e sulla sua visione della sinistra.
La politica è malata sia da sinistra e sia a destra. La destra cerca di accontentare un solo uomo con provvedimenti inutili al popolo, la sinistra occupa da anni le stesse poltrone disinteressandosi degli interessi della popolazione.
Noi poveri cristi dobbiamo sopportare angherie di professori universitari che passati senza concorso insegnano e “piazzano i proprio preferiti” nei posti strategici dell’università, Nelle pubbliche amministrazioni facciamo file kilometriche per colpa dei soliti fannulloni che stanno al bar ore invece che lavorare.
Gli unici che hanno capito qualcosa sono solo il Min.Brunetta e la tanto odiata Gelmini….gli unici che hanno avuto il coraggio di cambiare.
Spero che annullino gli albi professionali (corporazioni di memoria fascistiana),mandino a casa tutti i figli dei baroni universitari che occuppano posti non dovuti al merito ma al cognome,spero che la magistratura non sia cshiava di correnti politiche ma giudichi in pieno equilibrio….ma tutto questo non avverrà mai.
un dottore che crede ancora nel futuro del suo Paese.
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