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Avete visto l”intervista su “Bersaglio Mobile” di Mentana a Beppe Grillo? Una pagina di giornalismo serio, una ventata di verità. “Bersani è stato mandato al massacro dai suoi. E’ caduto nella trappola di non considerarci. Lui non voleva governare con noi che eravamo la prima forza del Paese, la forza nuova del Paese: voleva dei senatori, dei voti per votare lui”. Ricordate la parola? Scouting, ossia convincere alcuni senatori a lasciare il M5S per sostenere un governo Bersani. Scouting, lo chiamavano, ma era la stessa cosa della compravendita di senatori per cui l’ex cavaliere è alla sbarra a Napoli. Ed è noto com’è andata a finire! Bersani è stato mandato al massacro. Non ha accettato neppure uno dei 9 punti proposti da Grillo, a partire dalla rinuncia al finanziamento pubblico, una riforma che si può fare senza legge, basta i soldi non prenderrli, come ha fatto il M5S. In realtà Bersani è stato sacrificato, perché dietro l’angolo c’era già Letta. Le prove? Eccole, secondo Grillo.. L’ambasciatore di Londra ci ha invitato, a me e a Casaleggio, a pranzo all’ambasciata di Roma. Quando siamo andati lì il pranzo era con noi, lui e Letta. “Letta è sopra che aspetta di mangiare con lei”. Io ho detto “Son venuto per mangiare con lei, non con Letta.” Non ho mangiato con Letta, non ho mangiato con nessuno. Questo succedeva un mese prima di Gargamella. I giochi erano già fatti. I giochi sono sempre già fatti in Italia. Non succede nulla per caso. Il bamboccio che è lì continua l’agenda di Monti, di Letta, delle banche centrali, della BCE. Tutto per il debito, che alcuni economisti dicono che non esiste, ma prima o poi esisterà e si mangerà la realtà.”
La parte più interessaante dell’intervista è proprio questa sull’Europa. Beppe Grillo ha enunciato una politica realmente alternativa a quella attuale dei gruppi finanziari e delle banche. Revisione del debito e del Fiscal Compact, questi i punti centrali. Non l’uscita dall’Europa, ma una battaglia forte per un’Europa diversa, democratica e solidaristica. Parole di verità, di quelle che non si sentono fra le forze di maggioranza dal PD a FI, ormai alleati in tutte le grandi e piccole questioni e sempre più uguali persino davanti alle Procure e ai Palazzi di giustizia. Tutti alla sbarra! Anche in Sardegna, dal Presidente del Consiglio regionale al sindaco di Cagliari, al leader dell’opposizione!
C’è infine un altro aspetto interessante del discorso di Grillo e del M5S, è la questione del vincolo di mandato. La stampa e i politici in generale ne parlano con irrisione, frutto spesso d’ignoranza. Si tratta di una questione antica e seria, che torna alla ribalta in epoche - come quella attuaale - di grande trasformismo politico. In diritto costituzionale si parla di mandato imperativo quando coloro che sono eletti a far parte di un organo, in particolare del parlamento, sono direttamente responsabili nei confronti dei loro elettori e hanno il dovere di conformarsi alla loro volontà, tanto che, in caso contrario, possono essere dagli stessi revocati. Ne sono stati sostenitori pensatori del calibro di Rousseau e fu recepito nella Comune di Parigi del 1871, Il suo opposto è il divieto di mandato imperativo, sancito anche dall’art. 67 della nostra Costituzione, che svincola il mandato dagli elettori per ancorarlo alla nazione. Si può discutere molto sui pro e i contra di queste opposte visioni, ma è certo che oggi il principio del libero mandato ha permesso, ad esempio, al PD atti di trasformismo e tradimento vero e proprio dell’elettorato con rari precedenti nella storia dei paesi democratici. Il PD ha chiestoil voto per sbiancare il giaguaro e si allea con lui! Dopo che è addirittura interdetto dai pubblici uffici viene ricevuto dal Presiente della Repubblica, e Renzi concorda con lui la manomissione della Costituzione! Il PD si erge a paladino della moralizzazione della vita pubblica, mentre il grosso dei suoi esponenti tiene condotte opposte e molti finiscono sul banco degli imputati. In questo clima viene spontaneo mettere in discussionee il libero mandato. Insomma, anche su questo punto, tutto è discutibile, ma non si può negare che Grillo tocchi un nervo scoperto della democrazia oggi in Italia. Si irride alle espulsioni di chi non rispetta il programma del M5S, ma non si considera il versante opposto, ossia un generale tradimento della fiducia dell’elettorato di riferimento. Siamo certi che gli elettori sardi del PD volevano indagati nelle liste? Che gradiscono la Barracciu al governo? E quale sardo è felice del fatto che il Presidente del Consiglio regionale ci porti tutti con lui sul banco degli imputati al Tribunale di Sassari il 25 giugno prossimo? Non sarebbe meglio gli indagati, se non espellerli, almeno sospenderli finché assoluzione non li colga? Non è eccessivo premiarli con elezioni e incarichi?
1 commento
1 Saverio
22 Marzo 2014 - 21:10
Non c’è bisogno di alcun commento. Siamo oramai convinti che bisogna portare in alto il M5S. Grazie Beppe. Più chiaro di così non potevi essere. E grazie anche a Enrico Mentana.
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