Paolo Pubusa
Finalmente! Dopo più di un mese dalle elezioni oggi si insedia il Consiglio Regionale!
La mia attesa è concentrata in particolare sul neo consigliere Gavino Sale.
Pur non essendo indipendentista, devo ammettere che ho sempre seguito con curiosità e interesse la sua azione politica, dalla fondazione di IRS ad oggi.
Curiositá per le iniziative, a volte molto intelligenti ee positivamente provocatorie, messe in campo da lui e dal suo movimento. Interesse perchè in questi dieci anni ha condotto con fantasia battaglie che condivido in materia di ambiente, acqua pubblica e contrasto ad Equitalia - solo per citarne alcune - che la sinistra sarda benpensante si è ben guardata addirittura dall’immaginare.
In quest’ultimo periodo, tuttavia, Gavino Sale mi è sembrato un pò il fantasma di se stesso. Le uscite in campagna elettorale sono state sottotono e prive dell’abituale irriverenza, forse soprattutto per il fatto di dover sempre giustificare l’alleanza con il centrosinistra, scelta che è sembrata poco coerente e che non è stata premiata dagli elettori.
Nel 2009, infatti, Gavino Sale come candidato presidente della giunta aveva conquistato quasi 30.000 voti, con una percentuale di più del 3%, mentre IRS si era attestata al 2,07% con 17.000 voti. Nelle elezioni del mese scorso il partito non ha raggiunto neanche l’1% e ha totalizzato il magro bottino di 5.600 voti.
Paradossalmente però questa volta, grazie all’alleanza subalterna con il centro-sinistra e ad una legge elettorale assurda, Gavino Sale è riuscito ad entrare in Consiglio Regionale. Chissà per quanto, direte voi, visti i ricorsi che verranno presentati e, probabilmente, accolti dal TAR, previo intervento della Consulta.
C’è però una domanda che mi frulla in testa da qualche giorno. Gavino Sale entrerà davvero in Consiglio? Perchè questa domanda, vi chiederete voi… Semplicissimo!
L’articolo 23 dello Statuto Sardo prevede che “i consiglieri regionali, prima di essere ammessi all’esercizio delle loro funzioni, prestano giuramento di essere fedeli alla Repubblica e di esercitare il loro ufficio al solo scopo del bene inseparabile dello Stato e dalla Regione autonoma della Sardegna“.
Ebbene si, oggi Gavino Sale dovrà decidere se giurare fedeltà allo Stato Italiano che ha sempre osteggiato o mantenere saldi i suoi principi di indipendentista. Si piegherà o, magari, si rifiuterà come fecero Carlo Cattaneo dopo le elezioni alla Camera dei Deputati del 1867 e Andrea Costa dopo quelle del 1882? Repubblicano il primo e socialista rivoluzionario il secondo rifiutarono sdegnosamente di giurare fedeltà al Re e furono dichiarati decaduti.
Farà altrettanto oggi il nostro in nome dell’indipendentismo? Tra poco lo sapremo. Dai Gavino, stupiscici!
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