Gianna Lai
I suoi canti vengono dalla ricerca sulle Regioni dell’intera Penisola, e ci sono quelli della guerra, del lavoro, dei partigiani, e dell’occupazione delle terre e delle case. E poi ‘Un paese vuol dire non essere soli’ di Mario Pogliotti, su testo di Cesare Pavese, e i canti di Matteo Salvatore, che Giovanna Marini interpreta con la sua chitarra, insieme al sassofono e al clarinetto di Francesco. Nella semplice cornice del teatro Minimax di Cagliari, si crea subito un rapporto cordiale, di intesa, tra musicisti e pubblico, accorso numeroso a sentire questa voce e questa musica, che rendono immediata e spontanea la partecipazione e il coinvolgimento di tutti a ‘Un canto lungo 50 anni’, l’ultimo Concerto di Giovanna e Francesco Marini, organizzato da Clara Murtas con Miele Amaro e Carovana smi. E narra Giovanna di quando girava l’Italia per ascoltare storie e canti popolari, e di come vi si ispirasse, e di come li reinterpretava, lei proveniente da regolari studi di musica, che sembravano inizialmente orientarla verso altre scelte. E di come l’intera famiglia, e persino i bambini, venisse coinvolta nei suoi viaggi e spostamenti, in particolare nelle regioni del Meridione, quando sempre più forte stava diventando il legame tra studio della musica e studio delle tradizioni popolari. Il Novecento attraversa la musica di Giovanna e Francesco, un pezzo della storia d’Italia nelle canzoni che narrano di lotta alla povertà e alle ingiustizie, come quando Giovanna intona Lamento per la morte di Pasolini, o Correvano coi carri, o Vi parlo dell’America. E l’interpretazione degli artisti testimonia di un Paese, a fasi alterne democratico e progressista, o reazionario e oscurantista. Allora il musicista diviene ricercatore e insieme compositore e cantante, interprete di storie e fatti umani che originano nuova cultura e nuova rappresentazione della realtà di quel tempo. I canti del cuore, dice la Marini, che lei adesso vuole lasciare alla memoria dei giovani e di noi tutti, perchè non invecchino e mantengano sempre forte il messaggio culturale e di impegno sociale e civile. Ecco, questo è il significato profondo del Concerto di Cagliari, nei testi scritti da Giovanna all’epoca della solidarietà e di una ricerca di libertà mai venute meno. E con quella musica e con quelle parole, e con quella voce che mantiene intatte le suggestioni di un’espressione artistica e sentimentale tra le più importanti dei nostri giorni. Ogni ballata una storia commovente, che risuona della musica colta del passato e di immagini rese ancora più vivide dalla scrittura poeticamente ispirata. E che insieme emoziona e fa riflettere, nel rimando continuo alla ‘canzone politica’ di quegli anni, quando Giovanna era una delle voci più importanti del Nuovo Canzoniere italiano, e girava il mondo a cantare e a comporre testi, unendosi alla musica di quel tempo e ai suoi interpreti.
Il duo Salviucci-Marini, dice Giovanna in una nota, nasce nel modo più semplice e naturale, si è sempre cantato insieme, ed è sempre un gran piacere e divertimento per entrambi presentare questo repertorio che ormai ha 50 anni.
Un gran piacere anche per il pubblico di Cagliari, e per tutto il pubblico italiano e straniero, toccato da tanti dei loro concerti in questi ultimi anni.
Un canto lungo 50 anni. Giovanna Marini è tornata a Cagliari
16 Marzo 2014
Nessun commento
0 commenti
Non ci sono ancora commenti. Lascia il tuo commento riempendo il form sottostante.
Lascia un commento