Rottamazione sì, ma dell’etica pubblica

6 Marzo 2014
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Red 

Ricordate il rottamatore prima versione? Diceva che  bisognava rimettere ordine nella casa comune. Ben prima del codice penale, ciò che contava era una nuovo modo d’intendere e far la politica, trasparente e pulito. Ora c’è una nuova giurisprudenza: “Il governo non chiede dimissioni di ministri o sottosegretari sulla base di un avviso di garanzia”: parola del ministro per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi nell’Aula della Camera, rispondendo al question time ad una interrogazione sulla nomina di Francesca Barracciu a sottosegretario.”Barracciu risulta iscritta nell’elenco degli indagati” Embè! “Il sottosegretario Barracciu ha acquisito negli anni una notevole esperienza politica ed amministrativa arricchita anche dall’esperienza al Parlamento europeo: fattori che le consentiranno di dare un contributo al governo”. Costituzione alla mano, “il governo non chiede le dimissioni di ministri e sottosegretari sulla base di un avviso di garanzia”. Lor signori ricordino: “abbiamo giurato sulla Costituzione, che contempla il principio fondamentale della presunzione di innocenza; l’avviso di garanzia è un atto dovuto a tutela dell’indagato e non una anticipazione della condanna”. Ma qui, cara rottamatrice Boschi, non è l’art. 27 Cost. che c’azzecca, c’azzecca l’art. 54,  secondo comma: ” i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore,,,”. E quale onorabilità ha chi è sotto inchiesta proprio per avere esercitato illecitamente le proprie funzioni. L’etica pubblica è concetto più esigente della responsabilità penale. Richiede un passo indietro anche in attesa di giudizio.
Ma Francesca attenta! Tempi ancor più terribili di questi si annunciano per te. Parola di ministra: ” Il procedimento si trova nella sua fase preliminare e lo stesso sottosegretario ne ha chiesto una accelerazione”. A parte la falsità di quest’ultima affermazione, la minaccia viene dalla chiusa della rottamatrice, a corrente alternata, in carica Boschi: “All’esito il governo valuterà se chiederne le dimissioni”. Cara Francesca, che presagio di sventura! Hai visto il povero Adriano! Tu pensi di uscirne meglio e te lo auguriamo. Ma - se ci pensi - il reato o meglio lo strappo (il reato lo accerta il giudice) tu non lo hai consumato al distributore o mandando in fumo il gasolio nel moto perpetuo di bidda in bidda, di riunione in riunione. No! Lo hai commesso al chiuso, nell’auletta del gruppo consiliare, quando avete deciso di spartirvi i soldi del gruppo consiliare, di farli transitare nei vostri conti. Il rimborso è un’altra cosa. ”A piè di lista”, avviene dietro presentzione della pezza attestante la spesa giustificata; in via preventiva, riguarda sempre spese giustificate singole per viaggi singoli. Deliberare la spartizione dei fondi è altra cosa, significa rendere individuale ciò che è collettivo, del gruppo. Significa privatizzare ciò che è pubblico e senza controllo sulla destinazione. Non mi vorrei nei tuoi panni. Pensaci, la ministra, difendendoti, ti ha lanciato una minaccia terribile. “All’esito della procedura il governo deciderà”.  So cosa stai pensando a tuo conforto: ora non importa l’avviso di garanzia, domani in culo la sentenza di condanna. “Siamo bugiardi noi del PD, se vi abbiamo chiesto il voto  contro B. e ora siamo in sintonia con lui, cosa volete che sia per noi dire domani che neanche la condanna importa dimissioni!”. Si sa, la magistratura è faziosa e politicizzata! Ha sempre colore diverso rispetto all’indagato, all’imputato e al condannato! Parola del cavaliere.

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