Gian Mario Marteddu
È di qualche giorno fa la notizia che il Ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi è indagato dalla procura di Tempio Pausania per aver designato Fedele Sanciu (ex senatore del PDL) commissario straordinario dell’Autorità portuale del Nord Sardegna. Il reato ipotizzato è quello già contestato al Ministro dai magistrati di Cagliari per una vicenda analoga: abuso d’ufficio.
Allora vale la pena di ripercorrere i fatti di una vicenda che rappresenta l’emblema di nomine politiche basate esclusivamente sull’appartenenza partitica, senza alcun riferimento ai canoni della capacità e della competenza richiesti per svolgere determinate funzioni.
Tutto ha inizio nel 2013, quando si deve procedere alla nomina del presidente dell’Autorità portuale di Cagliari, ruolo per il quale è richiesta una specifica competenza ed una comprovata qualificazione professionale nei settori dell’economia dei trasporti e portuale. Non tenendo assolutamente conto dei requisiti previsti, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti attribuisce l’incarico ad un medico specializzato in fisiatria, Piergiorgio Massidda, anch’esso ex senatore PDL. A questo punto viene però presentato ricorso davanti ai giudici amministrativi dal Prof. Massimo Deiana, docente di Diritto della Navigazione presso la facoltà di giurisprudenza di Cagliari (lui sì in possesso dei requisiti), e il Consiglio di Stato annulla la nomina. Occorre dunque designare un commissario straordinario che guidi temporaneamente l’ente ed ecco che il Ministro Lupi, sorprendentemente, attribuisce l’incarico sempre al medico Massidda. Soltanto lo scorso gennaio viene revocata la nomina e viene indicato alla guida dell’Ente come commissario straordinario Vincenzo Di Marco, comandante della Capitaneria di porto di Cagliari.
Questa incredibile vicenda non sembra essere servita da lezione al Ministro, il quale successivamente investe dell’incarico di commissario dell’Autorità portuale del Nord Sardegna (poltrona da 250 mila euro l’anno) Fedele Sanciu, che nel curriculum si presenta come imprenditore, senza alcuna specifica esperienza nel settore del trasporto marittimo, e con solo la licenza media.
Ora le indagini accerteranno se sussistono i presupposti per configurare il reato di abuso d’ufficio. Ma al di là dell’aspetto penale, sul quale non intendo entrare, quanto accaduto dimostra come rilevanti incarichi in enti strategici per la nostra economia siano attribuiti non seguendo idonei criteri di professionalità ed esperienza.
Spesso lamentiamo un’assenza di regole ed una giustizia forte con i deboli e debole con i forti.
Nel caso di specie si evince che in alcuni casi le regole ci sono (i requisiti richiesti per la nomina), le sentenze sono giuste (l’annullamento della nomina), ma sono le persone al comando (da noi elette) a costituire il marcio del sistema.
Pubblicato anche su Cagliari.globalist
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