Paolo Pubusa
E’ preoccupante la situazione che si è determinata dopo la vittoria del centrosinistra alle elezioni regionali. Si preoccupante, cari compagni, e adesso vi spiego perchè .
Pigliaru ha vinto con una bassissima affluenza alle urne. Questo dato è stato rimarcato da tutti e manifesta da una parte la disillusione dei sardi nei confronti della politica; dall’altra, l’evidente incapacità di rappresentare le istanze della gente da parte di coloro che si sono presentati alle elezioni. Questo aspetto è particolarmente interessante. Non sono bastati 1.500 candidati consiglieri e 6 candidati presidente, nonché una miriade di liste da rendere la scheda una tovaglia, per consentire non dico a tutti, ma almeno al 70% dell’elettorato di trovare un proprio degno rappresentante!
Il resto lo ha fatto la legge elettorale, approvata dal centrodestra e dal centrosinistra all’indomani del clamoroso risultato ottenuto dal Movimento 5 Stelle alle elezioni politiche del 2013. L’intento è stato, ovviamente, quello di tenere fuori dal Consiglio tutte le formazioni, ad esclusione di quelle che la legge l’hanno approvata.
E ci troviamo quindi di fronte ad una situazione nella quale chi ha ottenuto 700 voti di preferenza è diventato consigliere e chi ne ha ottenuti 70.000 rimane fuori!
Beninteso, questa possibilità doveva essere contemplata da chi si è presentato al di fuori dei due schieramenti “classici”, ma ciò che rimane dopo le elezioni è comunque una grave distorsione della volontà popolare.
Il centrodestra arranca in una palude che è inevitabile conseguenza della disastrosa gestione Cappellacci. Mauro Pili, a parer mio, ha inciso poco nella sconfitta. Questo è chiaro se pensiamo agli screzi fra i due negli ultimi anni, e se consideriamo che Pili, anche qualora non si fosse presentato, non avrebbe comunque fatto confluire i voti del proprio elettorato su Cappellacci. Così come del resto ha fatto la Lombardo.
Ma veniamo al centrosinistra. La vittoria non ha creato l’entusiasmo che ci si poteva aspettare. Questo per tante ragioni. Primo: chi è stato eletto Presidente è una persona seria, e questo sta diventando evidentemente cosa sgradita anche a sinistra.
Può sembrare paradossale. Se ci pensate, il primo problema di Pigliaru è nato dalla risposta ad una domanda intelligente di Vito Biolchini nella trasmissione “Dentro la Notizia”. Il neo presidente ha affermato che nella sua giunta non entreranno inquisiti. Affermazione che dovrebbe essere scontata in una regione normale di un paese norrnale. Non in Sardegna, nel cui Consiglio Regionale (vecchio e nuovo, per capirci) siede un numero di inquisiti da far rizzare i capelli. E ciò, beninteso, sia a destra che a sinistra.
E allora alla Barracciu non è andata giù l’affermazione del Presidente che, attenzione!, oltre a manifestare serietà, vuole mantenere la propria credibilità verso l’elettorato e rispetto per l’Assemblea. Vi immaginate se, nel suo ruolo di Assessore, la Barracciu venisse condannata in primo grado per peculato e venisse dichiarata decaduta? Sarebbe devastante da un punto di vista politico forse più della decadenza da Presidente della Provincia di Graziano Milia dopo la condanna per abuso d’ufficio.
Secondo: Pigliaru dovrà fare i conti con i consiglieri della sua stessa coalizione. I sei sovranisti-indipendentisti hanno già annunciato che costituiranno un gruppo autonomo, e ciò rappresenta un segnale molto preciso. Quando si troveranno in disaccordo sulle scelte della giunta potranno orientarsi nel senso di votare contro.
Tra i rimanenti 29 consiglieri di maggioranza, inoltre, ce n’è qualcuno che proviene dal centrodestra e si sa che chi in politica è ondivago non perde mai il vizio… Mastella docet!
L’elemento di sicurezza per Pigliaru è determinato dal fatto che, qualora dovesse essere sfiduciato, la sua decadenza determinerà lo scioglimento del Consiglio e l’indizione di nuove elezioni. Ciò che tutti i consiglieri, a destra e sinistra, vorranno certamente evitare per non perdere i propri privilegi, soprattutto economici.
In tutto questo chi inevitabilmente rischia di perdere sono i Sardi e la Sardegna, ormai stremata dalla gestione di una classe politica che ha sempre dimostrato di essere incapace anche solo di capire i problemi della gente.
La speranza è che questo non accada, ma i primi segnali di turbolenza nel PD non sono incoraggianti.
3 commenti
1 venerdì 21 febbraio, in giro con la lampada di aladin… | Aladin Pensiero
21 Febbraio 2014 - 10:35
[…] Le elezioni regionali e il curioso “problema” di Pigliaru: non vuole assessori indagati!, di Paolo Pubusa su Democraziaoggi – segue - Arruolatosi per bisogno nella Spagna di Filippo II, il giovane Diego Henares de […]
2 El_Condor
22 Febbraio 2014 - 11:58
Caro Prof. Pubusa…sono perfettamente d’accordo con Lei! (massimilianosaba.blogspot.it)
3 michele pinna
23 Febbraio 2014 - 01:05
La situazione certo non è semplice. E’ abbastanza complessa, direi. Anche se la complessità può diventare una risorsa e non un problema. Il mettere insieme personalità diverse, ispirazioni politiche e identità culturali molteplici, potrebbe dare a questa giunta stimoli maggiori per fare bene e andare avanti risolvendo, se non tutti, almeno i problemi più impellenti. Capacità di ascolto, mediazione, trasparenza e determinazione sono necessari ad un governatore che vuole imprimere una svolta alla guida della nostra Regione. In bocca al lupo.
Lascia un commento