Oggi elezioni-truffa: dovere civico votare o resistere?

16 Febbraio 2014
1 Commento


Andrea Pubusa

Oggi in Sardegna  si svolgono le elezioni regionali. Solitamente, si va a votare. E’ un dovere civico. Oggi però la questione è più complicata. Siamo chiamati a partecipare ad elezioni truccate. Sissignori, truccate, perché regolate da una legge truffa. E’ la legge regionale votata nel giugno scorso da PD e PDL, con la finalità manifesta di ammazzare le minoranze vere, quelle che danno fastidio, le opposizioni ai due partiti più grandi, e ad ammettere solo le minoranze acare, quelle che dicono di essere diverse, ma non lo sono e si riparano, cercando di grattare un seggio, sotto l’ala protettiva dei partiti maggiori. Su questo ho già detto prima e dopo l’approvazione della legge e non mi ripeto. Aspetto solo che quallcuno mi dia la possibilità di portarla alla Consulta per farla a pezzi com’è stato per il porcellum.
La prima questione è dunque questa. E’ meglio partecipare ad lezioni col trucco,  concorrere all’elezione di un Consiglio regionale formato in frode alla Costituzione o resistere a questa parvenza di democrazia? Il diritto di voto è sacrosanto, ma lo è anche il diritto di resistenza, ossia il diritto di opporsi in tutti i modi al potere illegittimo. Partecipando al voto, scegliamo chi ci piace di più o ci dispiace di meno, ma legittimiamo questo legge in frode alla democrazia e rafforziamo i loro autori. Se resistiamo e non votiamo prendiamo le distanze da questa porcata in odio alla democrazia e mandiamo un segnale di svolta: torniamo alla Costituzione, restauriamo la democrazia con leggi elettorali legittime e misurate, senza premi di maggioranza che frantumano l’eguaglianza del voto. Sistemi che bilancino ragionevolmente la rappresentanza della maggioranza e quella delle opposizioni, sul presupposto che, comunque e sempre, l’opposizione e le minoranze sono il sale della democrazia.
Si può obiettare, ma il diritto di resistenza oggi, ossia l’astensione, favorisce Cappellacci. Chi la pensa così deve votare Pigliaru senza dubbio. Fra Pigliaru e Cappellacci non c’è partita. Una comparazione è improponibile. Il primo è una persona per bene, autorevole economista, di formazione democratica. Il secondo è un plurindagato e  incapace, come attesta la sua quinquennale guida della Regione. Chi  ritiene invece che la vera alternativa sia la Murgia, deve votare Sardegna possibile senza lasciarsi fuorviare dalla rozza e fallace campagna sul voto utile. E deve votare la Murgia anche chi ritiene che, in fondo, fra PD e PDL (ora FI) non ci sia grande differenza, visti anche i patti nazionali fra Renzi e B. e prima fra Letta e B., auspice, nell’uno e nell’altro caso, Napolitano.
Ma chi, ritenendo tutto questo, non vuol votare neppure la Murgia perché indipendentista?  O perché tutte le liste, compresa la sua, sono infarcite di indagati?Anziché il diritto di voto, può esercitare il diritto di resistenza, che ha pari dignità e fondamento costituzionale. Il primo si esercita in situazioni normali, il secondo in situazioni estreme, in momenti  di violazione manifesta del quadro costituzionale e democratico.
Torniamo dunque da dove siamo partiti. Tutto dipende dalla lettura che diamo della situazione: chi ritiene normale votare con una legge anticostituzionale, cucinata dai due partiti maggiori per violare l’uguaglianza del voto e far fuori le minoranze vere, eserciti il voto, turandosi o meno il naso. Chi invece ritenga sia un atto di complicità e adesione partecipare ad elezioni truccate e illegittime perché fondate su una legge elettorale anticostituzionale, può (anzi deve) esercitare il diritto di resistenza. E’ dovere civico l’uno e l’altro. Col voto si dà un segnale di accettazione, con l’astensione un segnale di opposizione ferma alle porcate antidemocratiche bipartisan.  Buona domenica, brava gente.

1 commento

Lascia un commento