B., anziché ai domiciliari, scorrazza in Sardegna con Cappellacci raccontando la balla della zona franca

11 Febbraio 2014
1 Commento


Umberto Allegretti a domanda di Andrea Pubusa risponde 

Mi chiama Umberto Allegretti da Firenze. E’ sempre un piacere sentirlo perché è uno dei più stimati giuspubblicisti italiani con un occhio sempre rivolto all’attualità. Umberto, oltre che un autorevole studioso, è sempre stato un uomo impegnato nella battaglia sociale ed è un fine osservatore della politica. Ora mi chiede lumi sulla campagna elettorale. Gli dico più o meno quanto ho scritto su democraziaoggi e gli invio il link. Ma non perdo l’occasione per fare io due domande a lui su altrettante questioni, stranamente sottaciute nel dibattito nazionale e nella campagna elettorale: B. che scorrazza nell’Isola in barba ai domiciliari  e la questione della zona franca integrale.

- Caro Umberto, sei un sardo emigrato, ma sei sempre stato fedele alla Regione come istituzione nella quale hai tanto lavorato prima di diventare prof. e per la quale hai lavorato dopo con alcuni memorabili scritti sull’autonomia regionale in raccolte giuridiche autorevoli. Bene, cosa ti colpisce della campagna elettorale?
- Sento il dovere di segnalare anzitutto un gravissimo problema che si pone con urgenza assoluta, che né i media né i costituzionalisti hanno colpevolmente rilevato…

- Cioè?
- E’ scandaloso, autenticamente scandaloso, che un condannato in via definitiva per reati previsti dalla legge anticorruzione quale è Berlusconi, che dovrebbe essere, se non in carcere, agli arresti domiciliari o ai servizi sociali (che paiono la forma da lui scelta), possa impazzare per l’Italia in piena libertà. E lo possa fare svolgendo attività strettamente costituzionale, ricostituendo e guidando un partito, guidando una campagna elettorale come quella della Sardegna e preparando quella europea.

- Ma è attività costituzionale fare campagna elettorale con Cappellacci?
- Costituzionale è e non privata ogni attività di partito e così pure ogni intervento in campagna elettorale; proprio ciò che è vietato dalla sentenza della Cassazione al Berlusconi, condannato in via definitiva ai sensi della legge sulla corruzione.

- Ammetto che questo è estremamente grave, anche se il giudice di sorveglianza di Milano non è stato incoraggiato dalla piena riabilitazione del cavaliere fatta da Renzi al Nazzareno. Sono però d’accordo, la violazione della sentenza della Cassazione è clamorosa. E nel merito della campagna elettorale che dici? Sai che Cappellacci fa un grande rumore sulla zona franca, panacea per tutti i mali isolani. Berlusconi ha detto che lo chiama Franco per via  della zona franza.  Tu che sei un profondo conoscitore dello Statuto e della Costituzione che ne pensi?
- Berlusconi, come è sua  consuetudine conduce la campagna sarda – seguito dal fantasma di Cappellacci a lui stretto come un figlioletto sul palco (che scene che dovrebbero tutti avvilirci!) -  mettendo al centro una promessa non adempibile: la questione della zona franca.

- Una balla?
- Sì, una grossa balla. Questione inesistente, perché lo statuto regionale parla dei soli ben diversi “punti franchi”, piccole isole istituibili dentro alcuni porti, che non solleciterebbero né vero lavoro né aumento di redditi ma solo consentirebbero alcune lavorazioni secondarie di merci importate e destinate a essere subito riesportate e non vendute ai consumatori sardi.

- La zona franca integrale promessa da Cappellaci si estende a tutta l’isola…
- Un di più esteso a tutta l’isola richiederebbe una profonda modifica dello  Statuto che nessun governo sarà disposto a concedere. Del resto, quale paese europeo potrebbe decidere o consentire ad altri una cosa simile?

- Le solite balle di Berlusconi, in versione Cappellacci…
- Proprio così, questo è il solito metodo di Berlusconi: fondare le sue promesse elettorali sulla pura menzogna, che è il contrario più diretto della democrazia: una cosa che da sola dovrebbe far rizzare i capelli a tutti i sardi, se non sono gonzi (e non lo sono;  chi lo è stato una volta non vorrà certo esserlo una seconda).

- Son d’accordo, basterebbe una seria riforma dell’amministrazione per rendere l’Isola appetibile agli investitori seri, oltre che ai sardi stessi.  Ma torniamo al paradosso di un condannato in via definitiva a quattro anni di reclusione e decadenza dai pubblici uffici, che scorrazza per l’Italia, facendo politica e contando balle, come se la Cassazione non lo avesse condannato…
- Va domandato: quale giudice di sorveglianza – tale è la competenza di cui deve usare il giudice di Milano per l’assegnazione ai servizi sociali -  può essere giustificato nel rimandare ad aprile i suoi provvedimenti, violando quella elementare discrezionalità di usare tempi adeguati, che non possono essere in questo caso puramente routinari, per l’esercizio delle sue doverose funzioni?

- Il giudice di sorveglianza di Milano è colpevolmente cieco, sordo e muto. Ci sono però anche altri organi preposti ad assicurare che il condannato rispetti la sentenza…
- Possono gli organi di garanzia, inclusi il CSM e il Presidente della Repubblica tollerare senza una parola tutto questo?

- Non dovrebbero. Speriamo che non lo tollerino i sardi.

1 commento

  • 1 valerio
    11 Febbraio 2014 - 19:50

    caro andrea, bella intervista! ricordi le vecchie storie del pdup? riesci a scrivermi in tempi strettissimi? ciao, buon lavoro

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