Clara Murtas a domanda di Andrea Pubusa risponde
Ho conosciuto Clara Murtas nel 1974 nel corso della grande battaglia per il referendum sul divorzio. La sinistra e la parte democratica dell’Italia difendeva con decisione la legge sul divorzio. Una battaglia destinata a cambiare nel profondo la cultura del Paese. E Clara era lì a girare l’Italia con la sua chitarra e la sua meravigliosa voce. Io ero un militante de Il Manifesto di Pintor, Magri e Rossanda e anche noi ci eravamo buttati a capo fitto in questa lotta contro la subcultura bigotta e clericale e, in parte, anche contro il perbenismo codino di certa sinistra. Fu così che alla Casa dello Studente noi del Manifesto di Cagliari organizzammo una manifestazione in favore del divorzio. Clara entusiasmò i giovani studenti con la sua voce; a me, dopo di lei, il compito di spiegare le nostre ragioni.
Clara ha continuato in questo suo impegno artistico-politico-civile, che, per fortuna nostra, in questi ultimi anni si è intensificato su sollecitazione dei suoi tanti estimatori.
Quante volte ha cambiato gli abiti di scena! Ma questa volta la veste è veramente nuova e insolita. Clara è candidata come indipendente nella lista di SEL nella circoscrizione di Cagliari. E’ una sopresa. Per me, che simpatizzo per il partito che non c’è e critico quelli che ci sono, è naturale chiederle il perchè di questa sua decisione.
- Cara Clara, tu fai politica da sempre, portando la tua arte, la tua voce, la tua musica nelle fabbriche, nelle scuole e in ogni luogo dove c’era una lotta o una giusta causa da sostenere. Con entusisamo in tutti questi anni ci hai scritto per invitarci a partecipare ad eventi artistici che riguardavano te più o meno direttamente, ma per comunicarci, in buona sostanza, le parole, la musica ed i pensieri di chi lotta nel mondo per essere una persona umana degna di essere chiamata tale. Noi abbiamo sempre accolto il tuo invito con entusiasmo e partecipazione, anche per l’alta qualità della tua arte. Ora, ci chiami per chiederci sostegno alle prossime elezioni che ti vedono candidata con SEL (raggruppamento Pigliaru). Come mai ha preso questa decisione? Vuoi far cambiar musica al nostro Consiglio regionale?
- Oggi come non mai, l’impegno e la militanza artistica sono necessari, il lavoro delle associazioni culturali è prezioso e indispensabile ma sembra non bastare. Ho pensato: forse questo tipo di impegno deve essere sostenuto in altro modo, altrimenti non riuscirà ad arginare la marea di sofferenza sociale e individuale che rischia di sommergere noi e le generazioni future.
- Perfetta continuità, dunque, con la tua lotta incessante, fatta di interpretazioni, musica e canzoni. Per te è naturale cambiare ruoli in scena, anche se non hai mai mutato idealità e finalità…
- Sì, è stato naturale per me accettare la candidatura alle prossime elezioni come indipendente nelle liste di SEL, Sinistra Ecologia e Libertà, nella coalizione di Centro Sinistra con Francesco Pigliaru Presidente. Un modo nuovo di fare la stessa battaglia…
- Tu, così libertaria quasi fino all’anarchismo, non senti disagio in questa insolita veste di candidata?
- E’ strano ma ora che l’ho fatto mi sento meglio.
- Forse era la terapia giusta per curare il pessimismo che pervade noi e anche te…
- Proprio così, è la risposta giusta al mio profondo scontento e all’amarezza che ogni giorno mi paralizzava quasi fisicamente. Forse questa è l’estrema medicina: avere ancora fiducia nell’umanità, accettare le nostre insopportabili contraddizioni e credere nel sistema della democrazia partecipata.
- Certamente, se hai deciso la candidatura, hai motivazioni forti, dei programmi precisi…
- Vorrei, in questo sistema (che comunque funziona meno peggio di altri), contribuire a far si che l’arte non sia una decorazione, una ciliegina sulla torta, ma parte integrante dell’educazione sin dalla prima infanzia, e che il termine “cultura” non sia una vaga etichetta da applicare ad oggetti misteriosi ma che venisse riconosciuto come il contenuto profondo della vita di ogni cittadino.
- Sembra poco, ma il tuo è un grande programma, da far tremare le vene ai polsi…
- Senza esagerazioni penso proprio di sì, perché punta a cambiare la Sardegna, cambiando prima la testa dei sardi, partendo dalla cultura.
- Poi tu hai sempre seguito dal vivo tutta la storia sociale dell”Italia e della Sardegna negli ultimi decenni quindi non sei sprovveduta neppure negli altri campi…
- Stare nella storia di un Paese e della Sardegna dando voce in scena ai bisogni, alle passioni, ai sogni della gente, ti costringe a studiare e a capire le cose nel profondo. Non puoi essere una vera artista se non sei in sintonia vera con chi ti ascolta. Senza paura di sembrare immodesta, posso dire di avere le conoscenza necessarie a spaziare nei diversi campi in cui i sardi combattono contro la crisi. Ma il mio campo d’impegno principale vuole essere quello della cultura.
- Hai una lunga militanza artistica che non è meno politica di quella partitica, eppure sembri un’ingenua novellina. Oggi s’invocano i leades forti, i capi…
- Non credo che uomini o donne della provvidenza possano salvarci se non ritorniamo a partecipare attivamente alla vita politica: ci siamo allontanati inorriditi da quel Palazzo in cui si pratica la compravendita delle nostre vite e dei nostri sentimenti, ma io penso: è anche lì che bisogna stare.
- Molti si inventano liste e simboli col loro nome senza avvertire la necessità di un impegno collettivo per risolvere i gravi problemi della nostra Isola. Che differenza coi tempi andati in cui si organizzava il Congresso del Popolo Sardo per mettere insieme idee, programmi e lotte. Non ti senti sola?
- Non credo di essere sola, non credo di essere una sognatrice, credo invece che sia solo la fede individuale di ognuno di noi insieme all’impegno, che ancora una volta viene richiesto alla nostra generazione, che potrà accendere tante piccole luci in questo buio in cui ci stiamo perdendo in tanti.
- In forme nuove pensi a concorrere a ricreare un grande moto collettivo…
- Proprio così, se non si vuole precipitare, se si vuole andare avanti non c’è alternativa allo stare insieme. Solo così potremo sorprendere e sorprenderci. Capire che a questa deriva, c’è una risposta e la forza per darla.
- Già queste tue parole sono un antidoto allo scoramento. Anzi sono un incoraggiamento all’impegno. Nella tua arte sei sempre stata, oltre che molto brava, molto chiara e decisa. Vedo che in politica la tua musica non cambia e ne sono felice. Buona fortuna Clara. Non solo per te, ma innanzitutto per noi.
Scheda sintetica su Clara Murtas, un’artista sempre in lotta.
Attrice e folk-singer con il Gruppo Teatro di Roma nella stagione dell’impegno politico e artistico che trasportava la musica nelle piazze e nelle fabbriche occupate passa, dal gruppo vocale di Giovanna Marini, al Canzoniere Del Lazio, storica band folk-rock di cui diventa nel 1976 la voce solista. Negli anni 80 forma un suo quartetto jazz ed in seguito approda ad occasionali esperimenti di musica contemporanea ed elettronica.
Ha lavorato con Ennio Morricone e con Tempo Reale di Luciano Berio; per la sua attività nel campo della ricerca e riproposta della tradizione musicale sarda ha ottenuto nel 2005 il Premio Maria Carta.
Nel 2010 nel ruolo dell’Accabbadora è stata protagonista, del cortometraggio Deu ci Sia di Gianluigi Tarditi che è stato premiato con il Globo d’oro dalla stampa estera in Italia. Collaboratrice di Radio3 Rai ha pubblicato diversi dischi ed alcuni libri a carattere socio-musicale tra cui Sante&Sciamane dedicato alla donna sarda. Nel 1993 è stata tra le fondatrici e prima presidente della Consulta femminile del Comune di Elmas; nel 1995 insieme ad altri genitori ha fondato l’Associazione per La Pedagogia Steineriana HELIANTHUS.
0 commenti
Non ci sono ancora commenti. Lascia il tuo commento riempendo il form sottostante.
Lascia un commento