Cristiano Sabino
Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Pur non condividendo le posizioni di “A manca”
e non conoscendo le carte processuali, l’accusa a Bruno Bellomonte di voler assalire dal cielo il G8 a La Maddalena ci è sempre sembrata, più che infondata, demenziale. Com’è possibile pensare che i grandi della terra, protetti da servizi segreti, radar, navi ed aerei, potessero essere colpiti di sorpresa dal cielo dal ferroviere Bellomonte!
La conclusione della vicenda con la piena assoluzione consente anche un’altra considerazione. A Manca p.i., da quanto si apprende dalla stampa e dalle sue iniziative pubbliche, persegue le sue finalità politiche con metodo democratico e, dunque, nella perfetta legittimità costituzionale. Spesso solleva questioni di grande importanza e nell’interesse dei lavoratori sardi. Il dissenso sul suo “programma massimo” (l’indipendentismo) non giustifica in alcun modo iniziative repressive, queste sì fuori della lettera e dello spirito della Costituzione, che non dimentichiamolo, tutela sempre le libertà, quando siano democraticamente esercitate.
Ecco ora la nota stampa si A Manca..
Mercoledì scorso a tarda sera è arrivata una notizia che attendevamo da tempo. Bruno Bellomonte, dirigente storico della sinistra indipendentista sarda, è stato assolto in via definitiva dalla Cassazione.
Bruno Bellomonte ha trascorso quasi tre anni da deportato tra Viterbo e Siano con l’accusa di essere un rifondatore dell’organizzazione comunista armata “Brigate Rosse” e in particolare di essere coinvolto nel fantasioso piano per il bombardamento aereo del vertice G8 a La Maddalena.
Invano la nostra organizzazione ha richiesto l’applicazione della territorialità della pena per permettere a Bruno di scontare la custodia cautelare nella sua terra, vicino ai suoi affetti e alla sua organizzazione. Ma questo è soltanto uno fra i diritti umani, civili e politici di Bruno Bellomonte che sono stati violati.
Ricordiamo che Bruno Bellomonte è stato licenziato dalle Ferrovie ancor prima di essere rinviato a giudizio con la motivazione di essere “assenteista” (era in prigione!). L’immagine e la reputazione di Bruno Bellomonte è stata distrutta da quasi tutti i media (salvo rare e significative eccezioni), i quali hanno giudicato Bellomonte come un mostro per il solo fatto di essere seduto al banco degli imputati. Ricordiamo che Bellomonte è stato anche candidato alla carica di sindaco di Sassari mentre era in prigione e che, nonostante fosse un suo pieno diritto, gli è stato impedito di votare, in aperta violazione ai suoi diritti civili e politici.
A Manca pro s’Indipendentzia ricorda che questo processo farsa è costato la vita ad un compagno italiano il cui cuore si è spezzato nell’indifferenza gelida dei suoi carcerieri i quali, in seguito alle sue lamentele che denunciavano forti dolori cardiaci, l’hanno rispedito in cella con un’aspirina. In questo momento di gioia per l’assoluzione di Bellomonte non possiamo non stringere i pugni e sollevarli al cielo ricordando il compagno Gigi Fallico lasciato morire dallo Stato come un cane perché comunista!
A Manca pro s’Indipendendentzia esprime solidarietà a tutti i compagni coinvolti in questo processo che purtroppo continuano ad essere detenuti nonostante la tesi accusatoria sia stata completamente smontata.
A Manca pro s’Indipendentzia sa bene che lo stato italiano, impotente difronte all’avanzare delle istanze indipendentiste nel nostro Paese, intensificherà due direttrici difensive già messe in pratica nell’ultimo decennio. Da una parte l’assimilazione di quell’indipendentismo di facciata pronto a vendersi per un piatto di lenticchie per riassorbire la potenzialità di rottura delle idee e delle proposte di autodeterminazione e autogoverno. Dall’altra l’intensificarsi della repressione poliziesca, della censura mediatica e del tentativo di criminalizzazione di quella parte del movimento di liberazione nazionale che risulta impossibile comprare ed annacquare.
A Manca pro s’Indipendentzia è matura per affrontare con serenità e determinazione le prossime sfide, a partire dal processo all’indipendentismo che si aprirà a giugno a Sassari in seguito alla famigerata “operazione Arcadia” che nel 2006 portò all’arresto di numerosi militanti della sinistra indipendentista sarda.
A Manca pro s’Indipendentzia ringrazia quelle centinaia di persone che in questi anni si sono strette a difesa del nostro partito dimostrando allo stato coloniale che chi tocca un figlio libero di Sardigna tocca anche tutti gli altri e che nonostante le apparenze, ancora una volta, l’assedio è reciproco!
A Manca pro s’Indipendentzia
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