Giacomo Meloni - segretario gen. CSS - Confederazione sindacale sarda
Prendo spunto dall’articolo sulla toponomastica cagliaritana che dimentica i sardi, martiri per la libertà, ed esalta caporioni fascisti e Savoia sanguinari per ricordare che il 25 gennaio di quest’anno la Chiesa Cattolica eleverà agli onori degli altari - col titolo di Beata - Maria Cristina di Savoia, figlia minore di Vittorio Emanuele I di Sardegna e dell’arciduchessa Maria Teresa d’Asburgo-Este.
Brevi cenni biografici
Maria Cristina nacque a Cagliari il 14 novembre 1812 nel Palazzo Regio in Piazza Palazzo durante il periodo rivoluzionario quando il Piemonte e la capitale del regno, Torino, era occupato dalle truppe francesi.
Maria Cristina di Savoia sposò nel 1832 Ferdinando II re delle Due Sicilie, divenendo regina delle Due Sicilie.
Gli storici di corte la descrivono come donna di sentimenti religiosissimi ed estremamente devota . Nei pochi anni in cui fu regina riuscì a impedire l’esecuzione di tutte le condanne capitali. Si dedicò prevalentemente ad azioni di bontà verso i poveri e i malati. Donna di grande mitezza, si fece ben volere da tutti i suoi sudditi; morì non ancora ventiquattrenne per i postumi del parto, nel dare alla luce l’unico figlio Francesco, che sarebbe salito al trono come l’ultimo re del regno delle Due Sicilie.
Re Ferdinando II avviò il processo di beatificazione della defunta regina consorte Maria Cristina.
Il 10 luglio 1859 la Santa Sede comunicò che la scomparsa regina era stata proclamata venerabile.
Nel pomeriggio del 2 maggio 2013 papa Francesco, ricevendo in udienza privata il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le cause dei santi, autorizzò la promulgazione del decreto riguardante il miracolo attribuito all’intercessione della regina Maria Cristina.
La beatificazione è prevista per sabato 25 gennaio 2014, alle ore 11.00, nella Basilica di Santa Chiara (Napoli) dove riposa il corpo della Regina Santa. La celebrazione sarà presieduta dal Cardinale Crescenzio Sepe Arcivescovo Metropolita di Napoli, mentre il Rito di Beatificazione sarà presieduto dal Cardinale Angelo Amato che rappresenterà il Papa.
Nulla da ridire su questa beatificazione, che però risveglia la non sopita voglia di rivincita dei monarchici nostalgici molto presenti a Cagliari ed in Sardegna dove il referendum istituzionale del 2 giugno1946 li vide in vantaggio nel voto per la Repubblica. Ma soprattutto stride col ricordo dei moti e dei martiri di Palabanda di cui abbiamo celebrato recentemente il bicentenario ( 30 ottobre 1812 -2012 ) e ricordato l’esecuzione crudele dell’avvocato Salvatore Cadeddu anziano capo della rivolta, impiccato a Cagliari il 2 settembre 1813 nella Piazza dove ora sorge il Mercato Civico di S. Benedetto; il corpo fu poi bruciato, dopo averlo decapitato per portare a mo’ di trofeo la sua testa in giro nei quartieri della città nelle cui vie furono sparse le ceneri. Questa fu la crudele vendetta dei Savoia che condannarono a morte, al carcere duro e all’esilio tutti i congiurati senza un regolare processo i cui atti sono spariti dagli archivi reali di Torino. Come si vede, una pagina luminosa della storia sarda, dimenticata dalle autorità laiche così come sono lasciati nell’oblio, non solo nella toponomastica, i sardi che hanno versato il loro sangue per la libertà.
A proposito di beatificazioni… mi viene in mente che nella Chiesa di S. Anna a Cagliari - sul lato destro della navata centrale - vi è una cappella con una statua maestosa in marmo bianco del Beato Amedeo di Savoia (Amedeo IX di Savoia 1435-1472 ) che è stato proclamato beato da papa Innocenzo XI nel 1678 e poi dimenticato con la caduta dei reali della Casa Savoia.
Sono sicuro che a Papa Francesco sono state nascoste tutte queste storie che hanno causato grandi sofferenze al popolo sardo.
2 commenti
1 Alberto Conterio
19 Gennaio 2014 - 03:44
L’unica pecca della nostra Beata Altezza Reale è che fosse nata in Sardegna, isola maledetta di gente civilizzata da noi piemontesi. Non arrogatevi il diritto di vantarvi dei suoi illustri natali.
Alberto Conterio, Italia-Reale, Gaycon Biella
2 francesco cocco
19 Gennaio 2014 - 10:35
Ricordare i nostri martiri spetta a noi sardi. Dimenticarli significa oscurare i valori ai quali s’ispirarono. Questa dimenticanza nasce da grave colpevolezza e forse da ignoranza delle nostre radici autonomistiche. Ed è ancor più grave che la strada (Corso Vittorio Emanuele) che porta al sito di Palabanda continui ad esser dedicata ad un Savoia. Non vorrei essere frainteso nella mia assoluta posizione repubblicana, ma per amore di giustizia mi pare doveroso ricordare che il tanto vilipeso figlio della beata Cristina, Francesco II di Borbone, quanto a dignità era di un livello superiore a quello di Vittorio Emanuele II, posto che a Riva del Garda dove morì esule, si seppe che era un ex monarca solo alla morte
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