Su Lussu compromesso epigrafico a Cagliari. La città ha piazze e vie dedicate ai fascisti, ma dimentica i martiri della libertà

14 Gennaio 2014
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Francesco Bertolino

Francesco Bertolino pone un problema specifico sulla toponomastica cagliaritana: il caso della piazza, meglio sarebbe dire di un crocevia o un’aiuola spartitraffico, intitolata a Emilio Lussu, mentre viali, piazze e terrapieni sono intilati a caporioni o esponenti fascisti, a re, principi o politici sanguinari. Non è stata intitolata una via neppure ai “Martiri di Palabanda”. La via Palabanda indica solo il nome del luogo non i fatti importanti della storia sarda che li si svolsero, come la preparazione della “congiura di Palabanda” del 1812. E così sono rimaste inascoltate le voci di quanti nel bicentenario della sanguinosa repressione sabaudia hanno chiesto all’amministrazione di sinistra  di deliberare il cambio del nome (che, fra l’altro, non crea  cointroindicazioni sulla individuazione della via, posto che mantiene il nome “Palabanda”). E che dire di Arquer? Il Giordano Bruno della Sardegna, dimenticato perché sardo, ma incenerito a Toledo per mano della Santa Inquisizione trent’anni prima di Giordano Bruno.  E’ ricordato Crispi, ma non i due popolani fucilati dalla truppa sabauda in quella via durante i moti del 1906: il manovale di 16 anni Giovanni Casula, colpito alle spalle da un proiettile fermatosi nella regione epigastrica, ed il fruttivendolo di 19 anni Rodolfo Cardia, raggiunto da una fucililata al cranio. Onore a loro! E si potrebbe continuare.
Perché, ad esempio, mantenere l’intitolazione di un viale a Carlo Felice, un vicerè e un re sanguinario e reazionario, repressore crudele di ogni anelito di costituzionalismo? La toponomastica è importante, perché anche col dare un nome ai luoghi si esplicita l’anima di una città. Questa giunta non ha dato alcun cenno di cambiamento, neppure nella toponomastica! Un disastro.

Ecco ora l’intervento del prof. Bertolino.

Tempo fa l’assessore alla toponomastica di Cagliari nella piazza concessa benignamente ad Emilio Lussu, fece piantare una risibile epigrafe la quale recitava

PIAZZA EMILIO LUSSU
SCRITTORE, MINISTRO DELLA REPUBBLICA,
FONDATORE DEL MOVIMENTO AZIONISTA
E PROMOTORE DELL’IDEALE AUTONOMISTICO
NAZIONALITARIO DELLA SARDEGNA.
ARMUNGIA 1890                          ROMA 1975

Si sa oggi che questo capolavoro epigrafico fu il risultato di una violenta baruffa di Giunta. “Si” ad un fatuo  promotore dell’Ideale Autonomistico Nazionalitario. “No” a combattente antifascista e profugo.  Parole turpi e dal suono osceno.
Passa un giorno, passa l’altro e che accade? Accade che una nuova epigrafe prende il posto della vecchia …. Insomma una vera e propria

RETTIFICA  EPIGRAFICA

PIAZZA EMILIO LUSSU
FONDATORE DEL PARTITO SARDO D’AZIONE, DEL
MOVIMENTO GIUSTIZIA E LIBERTÀ E DEL PARTITO
D’AZIONE, AUTONOMISTA, SOCIALISTA INTERNAZIONALISTA,
SCRITTORE, MINISTRO DELLA REPUBBLICA,
ARMUNGIA 1890                                                         ROMA 1975

Visto che anche questa volta non appare la turpe espressione  “combattente antifascista e profugo”, c’è da domandarsi se l’assessore autore della rettifica è sempre “Lui” o un suo epigono. Siamo anche qui di fronte ad un compromesso? O piuttosto si tratta di un banale revisionismo epigrafico?
A parte lo sgangherato  Socialista Internazionalista, qualche anima caritatevole vorrebbe informare il creativo assessore, in nome della seconda opera di misericordia spirituale, il quale prescrive di “Insegnare agli ignoranti” (Matteo, 25), che  Lussu fu assai di più che un fondatore di partiti?
(A proposito perché l’epigrafe non riporta anche  fondatore del PSIUP?)
Ma non sarebbe ora di  piantarla con le epigrafi e lasciare semplicemente “Piazza Lussu”?

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