Uno scatto d’orgoglio, fuori gli indagati dalle liste!

28 Dicembre 2013
2 Commenti


Maria Elisabettaa Dettori

Maria Elisabetta ci ha inviato un messaggio semplice e chiaro. Lo pubblichiamo volentieri perché riassume il desiderio comune del popolo democratico. Ci auguriamo che il centrosinistra rinsavisca e lo faccia proprio.

Ci vuole uno scatto d’orgoglio, possibile che nessuno lo capisca.
Via gli indagati dalle liste e dalle posizioni apicali di candidatura.
Chi prima lo farà prima vincerà.
Via i privilegi, via le auto blu, riduzione degli assessorati e delle indennità ed altre ideuzze simpatiche che ho sentito in giro da gente comune (un pò arrabbiata a dirla tutta).
Ma roba seria non all’acqua di rose.
Auto blu, neanche una.
Ai dipendenti per le missioni veramente indispensabili si rimborsi la benzina alla tariffa enti pubblici (1/5 del costo della benzina a km).
Agli Assessori ed ai consiglieri permessi permanenti di parcheggio nelle strisce blu e nelle ZTL per agevolare loro gli spostamenti, MA CON LA MACCHINA PROPRIA SENZA RIMBORSI, HANNO GIA’ UN LAUTO STIPENDIO AL QUALE SPERIAMO FACCIANO UNA BELLA CURA DIMAGRANTE SENSATA (2.000 EURO AL MESE NON DI PIU).
Via Francesca da candidata presidente e via Massimo dal Comune di Cagliari in quanto entrambi indagati, affinchè ci sia un tavolo unico del centro sinistra unito e compatto per vincere, tutti insieme come gridano SEL e Rossomori, giustamente. Ma tutti o nessuno, cari Luciano e Gesuino. Francesca e Massimo, a casa, anzi, se il PM lo riterrà, in tribunale. Si riparta con coraggio dalla Regione per un riscatto.
Rottamiamo le inchieste.
Chi, al prossimo giro, ne uscirà immacolato sarà premiato con una bella candidatura o se preparato e competente con un assessorato tecnico. Non ci sono soluzioni o alternative.
Divisi vince Cappellacci o Grillo.
Non è difficile, è il popolo che lo chiede.
Andate in strada a chiedere a qualcuno.
Provate. Avrete subito la risposta.
Le primarie, di coalizione, le potete rifare velocemente così entreranno altri milioncini di euro da utilizzare per la campagna elettorale.
Ma quelli saranno veramente guadagnati onestamente e dati dalla gente spontaneamente senza imbrogli o inganni, senza pieni, quadri o penne.
Bello no.
Torniamo tra la gente.
Ce lo chiede Renzi….. vabbè Renzi lasciamolo in pace è un signor dirigente (con contributi pagati dal Comune di Firenze).
Ce lo chiede il popolo.
Come ai “vecchi ” tempi.
Buona campagna elettorale a tutti.

2 commenti

  • 1 Renato Monticolo
    28 Dicembre 2013 - 15:52

    Ho rintracciato nel web un interessante ragionamento sull’Apologo per eccellenza, quello di Menenio Agrippa. Lo riporto integralmente perché mi sembra di “contro canto” all’articolo della Dettori:
    “Secondo la mitologia politica romana narrataci da Tito Livio (Ab Urbe Condita II 32), Menenio Agrippa riuscì a convincere i plebei, impegnati in uno sciopero rivoluzionario sul Monte Sacro, a riprendere il loro posto nella città, con un famoso apologo. Questo apologo, però, ha una caratteristica singolare: esso diventa falso nello stesso momento in cui sorge il bisogno di raccontarlo. Menenio Agrippa intende richiamare i plebei alle loro presunte responsabilità nei confronti del tutto, ma, nel far questo, non applica una metafora organicistica alla società, bensì, piuttosto, una metafora sociale all’organismo. Gli organi di un organismo sono tali perché lavorano in interazione coll’organismo, e non possono entrare in sciopero in nome di loro ipotetici interessi particolari. Il fatto che i plebei siano entrati in sciopero implica che la necessità organica del tutto, se mai esistita, sia venuta meno - tanto che Menenio Agrippa sente il bisogno di richiamare i plebei al dovere usando uno strumento di persuasione, l’apologo, che deve essere valutato dalla loro libertà e dalla loro capacità di calcolo razionale.”
    Orbene il richiamo della Dettori, ancorchè sincero, accorato e per certi versi condivisibile, cade nell’errore esattamente contrario a quello di Menenio, parla cioè alla “pancia” degli elettori sperando di accenderne la “capacità di calcolo razionale”. Credo che sia un’impresa a dir poco impossibile e quanto mai rischiosa.

  • 2 mariaelisabetta
    29 Dicembre 2013 - 13:10

    Gentile Monticolo, fossimo stati ai tempi dell’antica Roma le avrei dato ragione, ma siamo in una molto più cupa terza Repubblica del XXI secolo.
    Dopo Cristo ovviamente.
    Qualcosina è cambiata da allora o no?
    E anche il pancino degli elettori è leggermente in subbuglio per le ultime scaramucce giudiziarie e per tutto il resto che sta succedendo nel Paese.
    Contro tre Consiglieri Regionali sono state eseguite misure di custodia cautelare, altri 60 circa, tra vecchia e attuale legislatura, sono indagati con accuse pesantissime di peculato, reato odioso soprattutto per chi vuole intraprendere carriere politiche di alto profilo.
    Non volendo dichiarare anzitempo colpevole nessuno dei nostri onorevoli, almeno fino a sentenza passata in giudicato, non ritengo necessario scomodare Menenio Agrippa per supporre che “l’impresa rischiosa” è quella di un centro sinistra che pensa di vincere con Francesca candidata, e indagata, e senza l’appoggio di molti ramoscelli dell’ex Ulivo, meglio noto oggi con il nome di Tavolo del Centro Sinistra, che, seppur poco, ma un 6-8% lo rosicchieranno irrimediabilmente.
    A dare supporto alla mia tesi proprio ieri i giovani leoni del centrosinistra hanno rivolto un accorato appello con una lettera aperta, che sembra ora vada di moda, affinchè Francesca ritorni ai box, spenga i motori e conservi il pieno alla macchina per altre occasioni.
    Ciò è opportuno non solo per l’inchiesta che pende come un macigno, ma forse per il rispetto che si deve alla gente comune, la stessa che si reca nell’urna per inserire la scheda con una croce sopra, che ogni giorno affronta lunghe file in quei distributori dove la benzina costa di meno.
    I giovani leoni hanno, però, dimenticato che anche il loro coetaneo Sindaco di Cagliari è titolare di un altrettanto inopportuno avviso di garanzia per cui la furia repulitoria deve investire tutti, non solo la povera Francesca che vedrebbe ingiustamente un indagato amministrare liberamente e lei cacciata per un semplice avviso di garanzia.
    O tutti o nessuno.
    Non è un obbligo, per carità, è solo una strategia per vincere un’elezione, anzi due.
    Perché, a mio parere, dopo la vittoria certa in Regione, i cagliaritani premierebbero con fiducia la presa di coscienza determinata dalla necessità di un cambiamento radicale e darebbero un’altra possibilità alla rinnovata e ripulita aggregazione del centro sinistra sardo affinchè sia portatrice delle istanze del popolo.
    Che si badi bene, non sono generiche ma molto precise e ben individuate oggi più che mai.
    Dai costi della politica (indennità, auto blu, privilegi odiosi, fondi ai gruppi, sperperi di denaro pubblico che possono essere riformati con il primo disegno di legge della legislatura senza tanti giri di parole) alle emergenze sociali (disoccupazione la più allarmante) che richiedono un lavoro più lungo e complesso, elaborato da persone competenti ma soprattutto in buona fede e cioè che vadano a gestire per risollevare l’Isola e non per tutelare la propria rielezione o quella degli esponenti del partito di riferimento.
    Perché il problema di fondo, la vera rivoluzione sta proprio qui: se tu amministri per essere rieletto o per rieleggere chi ti ha nominato non farai l’interesse generale ma quello particolare, per cui l’unica riforma vera sarebbe di limitare l’esperienza politica ad un solo mandato, e non a due come dice Grillo (un mandato in senso assoluto, cioè dopo 5 anni in Comune o in Regione si torna al proprio lavoro senza essere promossi di ente e quindi chi era al Comune va alla Regione e chi era alla Regione va in Parlamento).
    Si amministra per risolvere i problemi della collettività, TUTTA, per essere al servizio del prossimo, per essere ricordati, per entrare nella storia, non per arricchirsi o per fare della politica una professione ben pagata dai cittadini. Pura utopia, lo so, compito del nostro Parlamento.
    Si può anche puntare sulle primarie e investire sul consenso di Francesca, tentare l’avventura e ritrovarci qui il 18 febbraio per vedere come andranno le cose.
    Se vince Francesca io lo dirò forte e chiaro, W la democrazia, e ripasserò con umiltà Menenio Agrippa.
    Però, se si perde, qualcuno, quel giorno, abbia il coraggio di fare il mea culpa.

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