Gianna Lai
Sabato 21 dicembre, ore 19, Concerto di Natale al Lirico di Cagliari, e già la gente affolla il marciapiede prima del tempo, per riempire completamente il Teatro non appena si spalancano le porte. Si può pensare a qualcosa di più suggestivo della musica per aprire le feste di dicembre, Caikovskij, Handel, i Madrigali di Marco Betta in prima esecuzione assoluta, e il Canto popolare secondo la tradizione del Christmas Festival? Non ci vuole molto a creare intesa e rapporto diretto tra artisti, il direttore Giampaolo Bisanti, e pubblico, nel vivo di un’esecuzione per Coro e Orchestra così fortemente comunicativa e coinvolgente, nella forza di una interpretazione appassionata che ha reso sempre più caldi e affettuosi gli applausi della platea, a partire dal bis del pianista Alexander Romanovsky, dopo il Concerto n. 1 di Caikovskij. E poi lo Schiaccianoci nella seconda parte, bellissimo, e l’ingresso del Coro delle voci bianche per i canti di Natale, dopo l’Hallelujah di Handel, spettacolarmente arricchito da una nuova luminosità, che scende dall’alto a segnare l’ingresso dei bambini sul palco, tra gli artisti del Lirico. E la naturale armonia che si crea tra degli interpreti, dà nuova originalità ai testi e ad un canto sempre così espressivi, se i grandi della lirica e della musica leggera li hanno eseguiti per tutto il Novecento, in Italia, negli Stati Uniti, dovunque. Potenza della musica, vuol dire che c’è un lavoro di grande impegno a preparare sempre nuove attività, a costruire nuove esperienze culturali che mantengano sempre alto il livello di questa tradizione cittadina, fondata su conoscenze e professionalità che niente hanno da invidiare alle altre città della penisola. Potenza di questa musica, frutto di un cammino che non si arresta di fronte alle difficoltà, e che sa rispondere alle richieste della gente.
La città ha bisogno del Teatro lirico e non perde l’occasione per dimostrarlo, partecipando in massa alle iniziative anche fuori circuito. Senza, cosa sarebbe Cagliari? E cosa sarebbero Genova e Parma e Venezia? Nelle parole della voce fuori campo che annunciava l’inizio dello spettacolo, la forte volontà dei lavoratori di mantenere ancora salde le speranze per il futuro, di resistere, in questo degrado culturale dilagante, alla crisi e ai pericoli di una possibile chiusura. Cosicchè un sincero e prolungato applauso ha salutato l’annuncio dello scampato pericolo di commissariamento, minacciato nei giorni scorsi. Al Consiglio di ammministrazione, ora, la responsabilità di cogliere questa pressione dei dipendenti, questa sollecitazioni del pubblico che, durante il brindisi finale nel foyer della platea, ha rinnovato agli artisti la sua solidarietà, e gli auguri per una rapida soluzione della crisi e per una immediata ripresa della stagione sinfonica e operistica. Fuori, sui grandi finestroni del primo piano, ancora la scritta di protesta ‘+ Tar -Zedda‘, perchè tutta la città sappia.
1 commento
1 betta
27 Dicembre 2013 - 23:05
Lavoro al lirico, le sono infinitamente grata per il suo sostegno e per la sensibilità che dimostra verso l’importanza di alimentare la diffusione della musica e dell’arte in generale. E’ pazzesco pensare che si possa fare a meno degli artisti e delle loro creazioni che nutrono la nostra parte più profonda e ci rendono capaci di comprendere la nostra e l’altrui anima e cioè ciò che di più intimo ci lega tutti.
Lascia un commento