Angelo Panebianco e lo spettro del proporzionale

10 Dicembre 2013
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Gonario Francesco Sedda

L’editoriale di Michele Ainis (Corriere della sera, L’estremo rimedio, 5 dicembre 2013) non deve essere piaciuto ad Angelo Panebianco. Sono entrambi editorialisti dello stesso giornale, entrambi docenti universitari, ma il primo è un costituzionalista e il secondo un politologo. Nel giro di qualche giorno il quotidiano pluralista ci ha reso Panebianco … per focaccia (Corriere della sera, Una trappola che seduce, 7 dicembre 2013). Vediamo alcuni punti.
1. «La Consulta, in due mosse, ha politicamente chiuso il cerchio: due anni fa ha impallinato il referendum promosso da Arturo Parisi e altri, teso a riattivare il sistema, maggioritario con quota proporzionale (detto Mattarellum), precedentemente in vigore. E adesso ci ha imposto di nuovo la proporzionale, ben sapendo che difficilmente la politica, troppo spappolata e divisa, troverà la forza per fare una buona contromossa».
Dunque c’è stato un complotto politico: due mosse e il cerchio è stato chiuso. La prima mossa rimanda addirittura a un attentato in stile mafioso: infatti il referendum per il Mattarellum è stato “impallinato”. La seconda è stato un atto di forza che ha “imposto” il proporzionale, con l’aggravante della premeditazione: “ben sapendo” quanto sia misera la politica che è sotto i nostri occhi.
Evidentemente l’ormai pregiudicato S. Berlusconi ha fatto scuola: la Consulta è un covo di comunisti, conservatori e invidiosi. Non vale neanche la pena di notare che nella sua composizione la consulta che ha bocciato il referendum non è la stessa che si è pronunciata su due punti importanti della legge elettorale porcellona.
2. « … solo un accordo fra Renzi e Berlusconi a favore del maggioritario … potrebbe farci invertire la rotta». Il nostro angelo custode dell’innovazione/scopiazzatura di Costituzioni altrui è andato oltre la lettera del grido di dolore del demoprogressista convertito Romano Prodi che dinanzi ai «rischi aperti dalla recente sentenza della Corte» avverte la necessità di «difendere a ogni costo il bipolarismo». A ogni costo!! E dio-ci-scampi-e-liberi dal proporzionale: il male assoluto. Ma … «occorrerebbe un miracolo» si lamenta angosciato il professor Panebianco. Infatti «ci sono quattro potenti ostacoli». Uno di questi, il primo, «è che Berlusconi è ormai scivolato fra gli intoccabili. Per i bramini e gli altri membri delle caste superiori è disdicevole farsi vedere in giro con lui». In effetti Silvio Berlusconi è ormai un pregiudicato, prima di tutto e soprattutto un condannato in via definitiva per frode allo Stato: sarebbe un realismo suicida, dopo i numerosi sconti che l’antiberlusconismo parolaio gli ha concesso, perdonargli anche questo nuovo status perché … è il capo-padrone di un partito che prende milioni di voti. Sì, sì … sssìììììì, è disdicevole farsi vedere in giro con lui. Non è un intoccabile, è un miliardario pregiudicato. Sono i “bramini veri”, i membri delle caste superiori (e anche delle caste medie come Angelo Panebianco) quelli che non trovano disdicevole parlare con lui e lo accreditano ancora come un avversario “normale” assieme al quale l’ex-incendiario aspirante pompiere Matteo Renzi dovrebbe fare il miracolo di invertire la rotta.
3. «Va aggiunto che la proporzionale è il sistema che più piace ai parlamentari. Essendo un sistema conservatore (che tende, cioè, a conservare l’esistente) dà ai rappresentanti uscenti le maggiori chance di rielezione».
Il sistema proporzionale sarebbe quello «che più piace ai parlamentari»? Ma dove è vissuto e dove vive Angelo Panebianco? Quali sarebbero dopo il referendum maggioritarista del 1993 le memorabili battaglie dei parlamentari contro il Mattarellum e ancor più contro l’odiato Porcellum? È vero o no che la Corte è intervenuta proprio perché i parlamentari non hanno voluto cambiare neppure la legge porcellona? E che il referendum “impallinato” era per un ritorno al Mattarellum? In quali atti significativi dei parlamentari dovremmo trovare la prova di una loro compulsiva brama di proporzionalismo?
Non manca neppure la solita favola del sistema proporzionalista che sarebbe conservatore perché … conserva l’esistente! Come se i sistemi maggioritari o maggioritaristi non siano mai esistiti o non esistano da nessuna parte. In realtà gli “innovatori” si limitano a riproporre sistemi o elementi di sistemi maggioritari che sono esistiti prima del proporzionale e che comunque esistono già in altre nazioni. Dunque si dovrebbero catalogare tra i restauratori o tra gli scopiazzatori accecati dalla passione ideologica. E comunque A. Panebianco, che in Italia si presenta come innovatore contro il pericolo di un ritorno al proporzionalismo, nel Regno Unito sarebbe egli stesso un conservatore dell’esistente sistema maggioritario sempre contro … il proporzionalismo che non esiste!
Il magnifico editorialista non si risparmia di dire che in quanto conservatore il sistema proporzionale darebbe ai rappresentanti uscenti le maggiori possibilità di rielezione. Perbacco e perbaccone! Allora sarebbe stato meglio tenersi le liste bloccate della legge maggioritarista e porcellona: essere “nominati” era più difficile, più sofferto, ma anche più eroico e nobile che essere automaticamente e volgarmente “eletti” con l’insulto delle preferenze.
4. La preferenza: ecco un altro modo di nominare il male assoluto. E a proposito Angelo Panebianco vuole dire cose “definitive”: « … la preferenza, con gli attuali chiari di luna, o è un sinonimo di voto di scambio o, nella migliore delle ipotesi, è un indizio di tale reato penale». E quindi «in tempi di attivismo giudiziario», fate attenzione “peones” parlamentari perché gran parte dell’interesse degli inquirenti verrà concentrato su di voi piuttosto che sui capi. «Il collegio uninominale è pericoloso politicamente (si può perdere il seggio) ma le preferenze lo sono, e molto, sotto il profilo giudiziario». Che paterna sollecitudine di politologo innovatore!
5. Il ritorno al proporzionale per il professor Panebianco è solo un’ipotesi di scuola. «[…] può funzionare bene – persino, talvolta, senza soglie di sbarramento – solo in un caso: se esistono grandi partiti radicatissimi nella società e fortemente legittimati. Ma i nostri partiti […] sono per lo più ectoplasmi, entità semi-gassose che suscitano (guardate i sondaggi) fastidio nei cittadini meglio disposti, e disgusto negli altri. Altro che radicamento e legittimità. In queste condizioni, è facile scommettere che la proporzionale (compreso l’eventuale pseudo-tedesco) ci consegnerà all’ingovernabilità».
E tuttavia anche in questa ipotesi di scuola, apparentemente benevola, il ragionamento si svolge lungo il piano inclinato di una distorsione ideologica. Infatti Angelo Panebianco non sente la necessità di spiegare come e perché le condizioni che precludono il ritorno al proporzionale siano nello stesso tempo favorevoli a un rilancio e riqualificazione di un sistema maggioritarista. Davvero ha il coraggio di pensare che “difendere a ogni costo il bipolarismo” puntando su partiti che «sono per lo più ectoplasmi, entità semi-gassose che suscitano … fastidio nei cittadini meglio disposti, e disgusto negli altri» sia almeno sufficiente per garantire all’Italia un “buon governo”?
Comunque i governicchioni, maggioritaristi ancorché traballanti, incardinati su “ectoplasmi e su entità semi-gassose ecc.” almeno una cosa hanno garantito: la governabilità. I compiti sono stati svolti con salutari provvedimenti antipopolari. E i “mercati” tutto sommato hanno gradito.

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