Un atto gravissimo che offende ogni coscienza democratica

19 Ottobre 2008
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Comunicato stampa CIDI

La mozione presentata dalla Lega e approvata dalla Camera nei giorni scorsi, che istituisce “classi di inserimento” per gli alunni stranieri che non superino un test linguistico e risultino al di sotto di non si sa quale livello o standard, non è solo un atto grave contro la scuola italiana e la sua tradizione pedagogica, l’impegno civile e democratico con cui la scuola tutta svolge il proprio lavoro avendo come riferimento gli articoli della nostra Costituzione.
Questo provvedimento è un atto grave contro l’infanzia e i suoi diritti, sanciti dalla Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia approvata dall’Assemblea generale dell’ONU nel 1989 e ratificata dall’Italia nel 1994. Si dirà - e si dice - che serve proprio a quei bambini, a facilitare il loro inserimento e a dar loro più strumenti. Ma le cose non stanno così. La scuola ha dimostrato in tutti questi anni l’importanza e il valore di tenere insieme alunni di culture, religioni e tradizioni diverse. Se davvero si vuole una politica di integrazione e non di separazione (apartheid, si dice in inglese, ricorda qualcosa questa parola?) si finanzi la presenza dei mediatori culturali nelle scuole, si sostenga la politica di integrazione che moltissime scuole portano avanti e che viene messa a rischio proprio dalla insensata e irresponsabile politica di questo governo contro la scuola pubblica.
Questo provvedimento è un atto grave di razzismo (chiamiamo una buona volta le cose con il loro nome!) che va al di là della scuola. Si strumentalizzano infatti situazioni di disagio e di inserimento difficile, che certamente ci sono, ma che sarebbero solo aggravate da una politica separatista, che non può che offendere ogni coscienza democratica.

1 commento

  • 1 Giacomo Meloni /CSS
    19 Ottobre 2008 - 21:46

    Il pensare pratico mi stava convincendo che forse era meglio per un bambino che non capiva ancora niente della lingua italiana favorire la sua integrazione con gradualità ,partendo proprio da una classe omogenea nell’espressione linguistica.Poi ho riflettuto e mi son ricordato della grande lezione di vita che ci diede il Prof.Onali,quando iscrivemmo i nostri due figli così detti normali alla Scuola Elementare da lui diretta che ancora era una scuola speciale per bambini così detti “non normodotati “.Ci spiegò il suo progetto di formare classi miste con maetri e maestre di sostegno per i bambini che ne avessero necessità,rompendo il “ghetto” delle classi speciali con soli bambini con handicap.Dopo un paio i mesi sperimentammo che i progressi dei bambini con difficoltà nell’apprendimento erano stati enormi e gli stessi genitori di quei bambini ci ringraziavano
    perchè con anni di scuola speciale i loro bambini nonavevano fatto progressi così importanti come quelli che avevano raggiunto con le classi miste.
    Ebbene anche per l’insegnamento della lingua serve la pluralità,altrimenti si ritorna indietro ad esperienze che la storia moderna per fortuna ha sconfitto.

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