Oggi a Cagliari parliamo della Costituzione e della legge elettorale

5 Dicembre 2013
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A.P. 

Quale sintonia! Che tempismo! La Corte costiituzionale annulla il procellum e noi oggi alle 17 nella sala conferenze del Banco di Sardegna di Cagliari abbiamo modo di parlarne con uno dei più autorevoli costituzionalisti italiani, il Prof. Alessandro Pace, già presidente dell’Ass. nazionale costituzionalisti italiani e direttore della Rivista “Giurisprudenza costituzionale”. Sarà lui a tenere la relazione  al dibattito in difesa della Costituzione organizzato dall’ANPI Cagliari, dal C0mitato 12 ottobre, Libertà e giustizia, Cidi, Manifesto sardo e Megachip.
In realtà, l’iniziativa è volta a combattere la deroga all’art. 138 della Costituzione, ossia della disciplina sulla revisione costituzionale, approvata già in seconda lettura dal Senato a maggioranza dei 2/3 in modo da evitare il referendum popolare. Dietro l’angolo c’è il progetto di manomettere la Costituzione, modificandone in un sol colpo ben 60 articoli. Un’operazione simile a quella di Berlusconi e Bossi del 2006, allora sventata dal referendum popolare.
Non a caso si tratta delle stesse forze che hanno ideato e votato, con la connivenza di tutti, il porcellum, ieri demolito dalla Consulta. Anche questa legge elettorale, a ben vedere, è parte di quel disegno eversivo della democrazia da anni in atto nel nosotro Paese e in Europa e volto a privare di voce i cittadini in favore dei grandi centri del potere economico e finanziario. Non a caso questo progressivo allontanamento da modalità democratiche di formazione delle assemblee elettive, dai consigli comunali al parlamento nazionale, ha fatto il paio con il più grave depauperamento dei ceti popolari e medi della storia dell’ultimo secolo. E si tratta di un processo ancora oggi in atto ad opera delle centrali di comando europeo e internazionale.
Cosa succederà ora che il porcellum è stato spazzato via? Ce lo dirà oggi il Prof. Pace. Certo è che l’annullamento della legge da parte della Corte non è un’abrogazione. E’ qualcosa di diverso e di più radicale. Perché l’abrogazione produce effetto solo per il futuro, l’annullamento della Corte ha effetto retroattivo, fin dall’approvazione della legge. Questo vuol dire che l’attuale parlamaneto è formato in modo costituzionalmente illegittimo? Sì vuol dire proprio questo. E’ un organo con una composizione contrastate con la nostra legge fondamentale. Permangono gli atti fin qui adottati in virtà di un principio di salvaguardia dell’attività degli organi fino all’annullamento, ma per gli atti futuri, a rigore, non può dirsi altrettanto. Se il Presidente della Repubblica fosse - come dovrebbe - il custode della Costituzione, dovrebbe sciogliere il parlamento, indire nuove elezioni con la legge proporzionale quale risulta dalle manipolazioni della Consulta e poi dimettersi egli stesso per dar modo alle nuove Camere, legittimamente formate, di votare il  nuovo Capo dello Stato. In queste dimissioni di Napolitano ci sarebbe poi anche un elemento sostanziale. L’attuale presidente della repubblica ha forzato l’esitp del voto elettorale del febbraio scorso favorendo una maggioranza in controtendenza rispetto alla volontà di cambiamento emersa dalle urne. Molti hanno accusato Grillo di incapacità politica per non avere appoggiato Bersani. Ma oggi anche Bersani ammette che chi ha impedito una maggioranza senza il PDL è l’inquilino del Colle, contribuendo così all’ulteriore sfascio del Paese, che invece col voto di febbraio sia al PD sia al M5S aveva espresso una chiara volontà di svolta.
Oggi l’Italia crolla a pezzi come le aule scolastiche, gli uffici pubblici e i ponti, come il suo apparato produttivo. Le centrali europee premono perché lo Stato svenda il suo patrimonio (perfino le spiagge!) ai privati. Premono per un’asservimento totale delle masse lavoratrici.  La più grande rapina di beni e di diritti degli ultimi 200 anni! In questo contesto l’abbattimento della Costituzione è necessario, come hanno detto appunto i rappresentanti del potere bancario e finanziario mondiale. La Carta, nata dalla Resiistenza, è un baluardo contro queste manovre. Sta lì a dirci che quella è un’attività illegale, criminale. Difendere la Costituzione come casa comune e come via maestra per una ripresa democratica ed economica del paese è un imperativo categorico per tutti i democratici. Stasera di tutto questo parleremo con Alessandro Pace. E dopo? Dopo ci organizzeremo per dare continuità e respiro alla battaglia in difesa della democrazia. E’ un segnale importante essere numerosi stasera al dibattito col Prof. Pace. 
 

 

 

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