Andrea Pubusa
Che bizzarra la politica regionale! Una marea d’indagati si tiene bordone a vicenda a destra e a manca. Cappellacci colleziona avvisi e non per quisquilie. E fa come se niente fosse. Per alcuni dei suoi amici o ex già sono scattate le manette e le sospensioni dal Consiglio regionale. Dopo aver fatto le spese più stravaganti coi soldi a destinazione vincolata dei gruppi consiliari, anziché ravvedersi e chiedere scusa, pensavano anche di prender per i fondelli gli inquirenti, facendosi confezionare fatture fasulle. Che legislatori! Che statisti! Dietro di loro c’è una fila in attesa di interrogatorio.
Se destra piange, sinistra (si fa per dire!) non ride. La Barracciu insiste e resiste, anche se non si è affrettata a chiarir nulla davanti al PM. Chiarimento immediato o dimissioni per rispetto non del magistrato, ma dei sardi. E non di sardi qualunque, ma della loro parte migliore, quella che vorrebbe pulizia e serietà e da cui lei pretende assurdamente il voto. Quanto belusconismo c’è in questo! Ma perché tiene? Perché c’è attorno a lei un gran numero di dirgenti del PD che la esortano a non mollare perché anch’essi nella stessa situazione: indagati. Dovrebbero andare a casa tutti. Ma si sa, indagato chiama indagato. L’uno tiene l’altro. Tutti si sostengono a vicenda, reciprocamente finché mprte o decadenza non li separi. Se i Pm volessero risparmiare tempo, spese di notifica ed altro, se volessero accelerare le indagini potrebbero recarsi nella sede regionale del PD e fare una raffica di interrogatori. Piange il cuore a dirlo, ma proprio nella sala delle riunioni di via Emilia, costruita col sacrificio dei lavoratori comunisti, e dove hanno svolto la loro funzione dirigente Umberto Cardia, Giovanni Lai, Licio Atzeni, Andrea Raggio e tanti altri compagni. Lì oggi sarebbe possibile un interrogatorio di massa o, dio non voglia!, una retata! Che tristezza!
Ma non è tutto nero. Ci sono anche fatti positivi in Sardegna. Ci sono atti d’impegno importanti. Michela Murgia è senz’altro una risorsa della Sardegna. Il suo volersi occupare dei problemi dell’isola, il voler essere responabile di una proposta è un fatto positivo. Così come lo è l’attivismo di Cannavera, che, se io fossi papa, lo farei santo subito, da vivo. Perché lui santo è ogni giorno nella sua comunità de La Collina. Anche questo suo volersi spendere per la comunità più vasta è importante. Altri segnali d’impegno sarebbero necessari, perché occorrono molte energie, molte intelligente per invertire il grave declino civile e morale dell’Isola come dell’Italia.
Ma ecco le prime ombre. Michela Murgia polemizza con Cannavera. Non tutti specchiati, politicamnete parlando i suoi interlocutori. Molti marimai di lungo corso cercano nuove sponde! Ma lei che ha studiato teologia non sa che il pastore deve lasciare le pecorelle disciplinate per inseguire quelle smarrite? Che male c’è se il buon Ettore non guarda la “fedina politica” di chi viene da lui? Lui non deve custodire solo il gregge dei buoni, deve avere a che fare anche con le pecore erranti. L’importante che loro non si sostituiscano al pastore e ancor di più che vengano ricondotte all’interno del gregge senza incarichi o posizioni dirigenti. L’importante è che il pastore le tenga a bada. Insomma, ciò che rileva è chi dirige l’operazione e chi viene ridotto ad un rango secondario, perché è politico di vecchio pelo o perché nella sua vita (politica) ha molto peccato, d’incoerenza o di arroganza o d’inconsistenza. Ed allora Michela Murgia perché punzecchi il buon don Ettore? Aiutalo. Aiutatevi reciprocamente. Non sarebbe meglio unire le forze? Facendo squadra, insieme, voi due potete fare da moltiplicatori di nuovi impegni o di reimpegni. Basterebbe un appello congiunto e un programma comune (non dimenticate il programma) e già sarebbe un grande passo avanti, un evento di incalcolabile impatto sulla politica regionale. Solo questo metterebbe d’un colpo all’angolo tutte le velleità della sinistra (si fa sempre per dire!) delle trame perpetue e del malaffare.
In questo quadro ci sarebbe poi da capire cosa fa il M5S in Sardegna. Anche qui si apprende di schermaglie, di tatticismi sterili, di ridicole risse. A chi giovano se non a chi dice: son tutti uguali? Cosa c’è al fondo di queste scaramuccie o guerre interne in vista delle elezioni regionali? Non c’è brama di sedia senza supporto programmatico? Non c’è la mancanza di etica pubblica, a parole tanto combattuta? Sembrate una rideizione dell’IDV. Belle parole di giorno e tante malefatte di notte in tanti dirigenti (non in tutti, però, c’erano anche galantuomini nell’IDV). C’è poi il chiudersi a guscio dei grillini. D’accordo col loro splendido isolamento, bene il loro non mischiarsi con la marea dei grandi e piccoli pescicani della politica (quant’è stato intelligente Grillo a non mischiarsi col PD dei 101!). Ma Cannavera è uomo d’onore. Michela Murgia pure. Perché non creare sinergia? Per paura di cosa? Loro non hanno mai tradito nessuno. Basterebbero segnali di dialogo per delineare un fronte alternativo, per dare gambe ad un movimento credibile di cambiamento, per suscitare voglia di impegnarsi e di battersi.
Ciò che è chiaro nell’isola è chi è l’avversario da battere: Cappellacci e il centrodestra, il PD degli indagati, i falsi sinistri che predicano bene e razzolano male. Non è chiaro, invece, lo schieramento alternativo. Ad onor del vero, non c’è, bisogna crearlo se non si vuol lasciare a quelli là in mano la Sardegna. Murgia e Cannavera possono essere dei punti di riferimento. Ma lo saranno se sapranno unirsi per chiedere, a ciascuno di noi e a tutti i sardi di buona volontà, programma unitario alla mano, di partecipare. E’ difficile. Ma è l’unica via per battere la sfiducia e l’astensione e battere la destra-destra e la sinistra-destra. E allora -come direbbe Francesco - per favore, almeno voi smettetela di litigare! Per favore, almeno voi siate buoni, date segnali di unità e di speranza!
4 commenti
1 Maurizio
4 Dicembre 2013 - 18:58
Sono felice di non essere l’unico ottimista.
2 Renato Monticolo
4 Dicembre 2013 - 20:18
Michela Murgia e Don Cannavera, due degne persone che nei loro rispettivi campi esprimono tutta l’onesta positività di cui sono portatori.
Una poetessa ed un “santo” in un paese come il nostro rientrano a pieno titolo nell’ epigrafe riportata sulla facciata del Palazzo della Civiltà Italiana dell’EUR a Roma (tralascio l’autore dell’elenco in questione) ma soprattutto rappresentano quei semi del Nuovo Umanesimo (mi auguro non limitato al Cortile dei Gentili) che potrebbero riaccendere la speranza di una ripresa morale ed economica della nostra terra.
Un solo rimpianto, dove è finito lo sperato umanesimo laico, dove sono cadute le premesse e le promesse che in tanti avevano sottoscritto e poi relegato al libro delle promesse non mantenute?
Ben vengano , sintonici e simbiotici ,una “poetessa” ed un “santo”, con la necessità che non si trasformino in eroi e non richiamino la frase lapidaria di Brecth “sventurata la terra che ha bisogno d’eroi”.
3 giacomo meloni
5 Dicembre 2013 - 04:55
COME VORREI CHE IL MIO AMICO DON ETTORE CONTINUASSE A FARE IL PRETE CON LE SUE BATTAGLIE A FAVORE DEGLI ULTIMI…CONTRO LE BASI MILITARI…PER LA PACE E LO SVILUPPO.
VORREI CHE LASCIASSE PERDERE I CONSIGLI INTERESSATI DELL’ON.PAOLO FADDA-PARLAMENTARE PD- EX SINISTRA DC-ED ORA POTENTE SOTTOSEGRETARIO NEL GOVERNO LETTA- SOSTENITORE DELL’ENI, DELLA SARAS E DEI POLIGONI DI GUERRA.
COSI’ FACCIA A MENO DI SEGUIRE I CONSIGLI DELL’ON.ANTONELLO CABRAS -EX SENATORE PD,EX SOCIALISTA-ED ORA POTENTE PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE DEL BANCO DI SARDEGNA-BPR-SOSTENITORE DEI POTERI FORTI.
“DATE A DIO QUELLO CHE E’ DI DIO E AGLI UOMINI QUELLO CHE E’ DELL’UOMO ”
E’ GIUSTO IL RICHIAMO DI DON ETTORE : “Fuori gli indagati da tutte le liste ”
MA ESSERE IN POLITICA, NELLE ISTITUZIONI IN MAGGIORANZA O ALL’OPPOSIZIONE, COME LAICI ONESTI E’ UN DOVERE CIVICO,E’ UN DOVERE COSTITUZIONALE, SIGNIFICA RISPETTARE CHI TI HA VOTATO PONENDO IN TE LA FIDUCIA PERCHE’ IL TUO AMMINISTRARE FOSSE ESEMPLARE E RISPETTOSO DEL BENE PUBBLICO E COMUNE;SE POI IL POLITICO E’ ANCHE UN UOMO O UNA DONNA DI FEDE,ALLORA IL SUO DOVERE DIVENTA MORALE ALL’ENNESIMA POTENZA SENZA SE E SENZA MA.
4 Carlo Murtas
5 Dicembre 2013 - 14:57
Purtroppo quello che per noi elettori e militanti del Centrosinistra appare come la più semplice e ragionevole delle iniziative ( l’incontro Murgia-Cannavera da te auspicato) per ritrovare un pò di speranza nell’Inverno di questa nostra disastrata Sinistra sarda, diventa fantascienza, anche causa del clima avvelenato di questo circo politico-mediatico che solletica, forse, anche la vena narcisistica di qualcuno dei suoi protagonisti.
Da gratificato lettore dell’opera narrativa e saggistica della Murgia, pur consapevole della sua autorevolezza e del suo indubbio spessore, non riesco peraltro a trovare adeguata spiegazione della sua paura a confrontarsi, non solo con i “marpioni” di cui giustamente diffida, ma con tutti quegli uomini e donne di buona volontà che vogliono lavorare insieme, con un programma comune ( che non può essere per ragione di numeri solo quello della Murgia) per battere insieme la Destra e gli approfittatori della Sinistra.
Mancano pochi mesi alle elezioni e anch’io non riesco a rassegnarmi a questo suicidio politico a cui la Sinistra sarda sta da tempo lavorando; mi unisco dunque, per quanto possa servire, al tuo accorato appello a favore dell’unità di tutte le persone di buona volontà, Murgia compresa.
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