Gli Atenei in rivolta

19 Ottobre 2008
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Federica Musetta (coordinatore nazionale unione degli universitari) (da aprileonline.info)

Dilaga a macchia d’olio la protesta con la minaccia di occupazione (come a Roma), mentre la Camera approva anche il decreto “ammazza precari” che fiacca ancora di più il mondo accademico. “Sorridi, se ci riesci…” è la campagna di mobilitazione che L’Udu promuove contro la politica del governo in materia di istruzione, formazione, precariato.
Stiamo assistendo, in questi giorni, ad una mobilitazione in alcuni atenei, mobilitazione che afferma la contrarietà alla condotta del Governo rispetto ai recenti provvedimenti che investono l’università. Assemblee spontanee, cortei interni a La Sapienza, sit-in, insomma l’inizio di un movimento che in Italia non si vedeva dai tempi della Moratti. Contrarietà che avevamo già intravisto nel mese di Luglio, ad aule di lezione vuote, da parte di Consigli di Facoltà, Senati Accademici e Consigli di Dipartimento.
Che la Legge 133/08 rappresenti lo smantellamento dell’Università Pubblica italiana è ormai agli occhi di tutti. Quello che però ancora non è ben chiaro all’intera popolazione studentesca è il perché. E’ per questo che l’Unione degli Universitari ha intrapreso un percorso assembleare in tutti gli Atenei italiani per spiegare cosa c’è scritto nella L. 133/08, cosa comporta al mondo universitario, cosa chiedere e come rivendicare le richieste. “Sorridi, se ci riesci…” è la campagna di mobilitazione che L’Udu promuove, sorridi se ci riesci con questi provvedimenti governativi, sorridi se ci riesci mentre ti smantellano l’Università, sorridi se ci riesci, egregio Ministro dell’Università sempre sorridente, quando verremo da tutta Italia a chiederti di abrogare gli articoli della L. 133 che riguardano il mondo accademico. Sorridi se ci riesci, perchè l’art. 16 della L. 133 fornisce la possibilità per gli Atenei di trasformarsi in Fondazioni private cedendo la proprietà del patrimonio e degli immobili ad un privato, oltre il sapere che diffondeva in maniera pubblica e libera; sorridi se ci riesci, perchè l’art. 66, invece, riduce l’assunzione di personale a tempo indeterminato al 20% dei pensionamenti, con ricadute pesanti sul rapporto tra docenti e studenti che si tradurrà in poco tempo nell’istituzione di numeri chiuso in tutti i corsi di laurea; sorridi se ci riesci, perchè sempre l’art. 66 taglia in 5 anni 1 miliardo e 500 milioni di euro che costringeranno gli Atenei a diventare privati se vorranno continuare ad esistere. E, infine, sorridi se ci riesci quando, dopo aver reso partecipi tutti gli universitari italiani di quello che hai fatto, Ministro Gelmini, verranno non a chiederti spiegazioni ma a pretendere l’abrogazione di quei due articoli.
Hanno già perso il sorriso gli studenti di Ancona, di Bari, di Torino, di Firenze, di Bologna, di Pisa, di Milano, di Roma, di Napoli. Continueremo il percorso di assemblee ad Ancona, a Bari, a Torino, a Firenze, a Roma, per poi incominciare, già da domani ad informare e coinvolgere anche gli studenti de L’Aquila, Ferrara, Cagliari, Parma, Lecce, Palermo, Pavia, Teramo. Un percorso di mobilitazione che porterà ad una contro-inaugurazione nazionale dell’ “Università degli studi d’Italia” per evitare che sia l’ultimo momento assembleare di una istituzione pubblica.
Appare inoltre evidente, vista l’importanza della mobilitazione e delle ragioni che ci portano a programmarla su tutto il territorio italiano, che questo momento non potrà essere l’unico momento nazionale in cui presentare una piattaforma di rivendicazioni, ma è necessario programmare una mobilitazione nazionale che porti tutti gli studenti italiani a scendere in piazza a Roma, come hanno cominciato a chiederci gli studenti dalle varie assemblee già svoltesi e come chiedono gli studenti dell’ateneo romano.

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