Andrea Pubusa
Contrariamente a quanto pensa qualche imbecille, non gioisco delle condanne altrui. Neppure di quella di Adriano Salis, che ha iniziato il suo turismo politico alla ricerca di un posto al sole, dopo essere stato iscritto al PCI e, da comunista, sindaco del suo paese. Era approdato all’IDV. In piccoli partiti chi ha un bel gruzzolo di voti nel paese e dintorni ha molte probabilità di diventare consigliere regionale. E così Adriano è saltato sul carro giusto, quello dell’IDV; si è messo la maglietta del moralizzatore e ne è diventato perfino capogruppo in Consiglio regionale. Ora è stato condannato in primo grado a un anno e otto mesi per peculato, e rischia la sospensione di diritto dalla carica di consigliere. Peculato, amici miei, non quisquilie!, e, secondo il decreto legislativo Severino, sospensione per incandidabilità anche se la condanna non è definitiva (articolo 8, comma 1, lettera a). La procedura per la sospensione è già stata avviata per i due consiglieri arrestati nelle scorse settimane, Mario Diana (ex capogruppo Pdl e ora Segd) e Carlo Sanjust (Pdl). L’iter è semplice: i provvedimenti giudiziari vengono comunicati al prefetto, che passa le carte al presidente del Consiglio il quale, sentiti il ministro per gli Affari regionali e il ministro dell’Interno, adotta il provvedimento da notificare al Consiglio regionale. E, opla! scatta la sospensione.
Da garantista impenitente, ricordo che per Adriano vale ancora la presunzione di non colpevolezza finché sentenza definitiva di condanna non lo colga. Ma gli auguro di uscirne pulito, benvenga l’assoluzione.
Detto questo non posso, sul piano politico, non rilevare la doppia morale. Ti iscrivi all’IDV, il partito della moralizzazione fino al giustizialismo, e mentre pontifichi e attacchi gli altri sui temi della buona politica e dell’etica pubblica, ti appropri di soldi del gruppo consiliare, e non per bisogno, vista la lauta indennità. Doppia morale, dunque: immagine virtuosa per il popolo-bue, da imbrogliare per carpirne il voto, e condotta reale di segno opposto.
Compagni di SEL, si può parlar di voialtri? S’intende, senza ricevere minacce di querela, alla maniera di Berlusconi e dei suoi amici? Esiste ancora per voi l’art. 21 della Costituzione, quello che garantisce la libertà di pensiero? Sì? Beh, allora parlo. Voi avete fatto un congresso provinciale all’insegna della moralizzazione della vita pubblica. Belle parole, forti richiami, del tutto condivisibili. Ma non avete speso una parola sul vostro sindaco di Cagliari, a cui auguro piena assoluzione, anzi immediata archiviazione, ma che, ciononostante, ha compiuto atti di manifesta malamministrazione. Come si può chiamare se non malapolitica la nomina ad una carica importante di una persona che non ha neppure presentato domanda? Come si chiama in casa vostra l’omissione di considerazione di ben 44 cittadini, che la domanda l’hanno fatta? E non c’entra in questa valutazione la qualità della persona nominata o chi l’ha presentata al Presidente della Fondazione. La presentazione invece c’entra se poi crea una frequentazione. Sapete, compagni di SEL, che esiste anche l’obbligo di astensione se il partecipante ad una procedura è amico o in rapporto non episodico con chi lo deve esaminare e/o scegliere? Vale per i giudici e vale anche per gli amministratori. Michele Piras ha lamentato la critica verso il suo compagno, ma ha omesso e omette di parlare del merito della questione. La mena sulla necessità di difendere la sinistra. Un invito all’omertà! Che entusiasmante prospettiva per la sinistra! Per chi dice di voler rinnovare la politica!
Anche in SEL doppia, anzi tripla morale. No alla Barracciu perché indagata. Anche perché - dite - persino la CGIL ha preso le distanze col segretario regionale Carrus. Giusto! Ma la CGIL ha preso le distanze anche da Massimo, per bocca dell’allora segretario regionale Enzo Costa. E’ un’altra CGIL? O la CGIL va ascoltata quando parla degli altri e non considerata quando parla di voi?
Della Barracciu ho già detto. Ah dimenticavo, auguri di assoluzione, anzi di immediata archiviazione anche a lei! E così sia! Amen! Ma una cosa va ripetuta. Siccome non rappresenta solo se stessa, ma pretende di essere a capo del centrosinistra sardo, un preciso dovere ce l’ha. Deve andare subito dal PM Cocco, squadernargli le prove della sua innocenza e chiedere subito al magistrato di stralciarla dall’inchiesta, archiviando il suo fascicolo. Un dovere di chiarimento tempestivo verso il popolo del centrosinistra. Anzi verso il popolo sardo che ha diritto di votare la Barracciu o non votarla senza le ombre delle indagini. Ma se la Barracciu non va spontanemante dal magistrato, come non ha fatto finora, deve passare la mano.
O la Barracciu punta sulla par condicio? E cioè sul fatto che anche Ugo (auguri di assoluzione e di archiviazione anche a lui!) è inseguito dalla giustizia?
Ma possibile che in quest’isola disgraziata non si possa parlare di un politico importante senza dover ricordare la presunzione d’innocenza? Che è innocenza presunta, non vera. O non si possa parlar di lor signori senza dover augurare l’archiviazione e/o l’assoluzione? Archiviazione e assoluzione che - si badi - spesso non cancellano la violazione dei principi di etica pubblica. Gente! Non ci sono più persone specchiate da candidare in questo reame? Che male abbiamo fatto noi sardi per meritarci tutto questo?
3 commenti
1 Andrea Murru
21 Novembre 2013 - 10:43
Caro Prof. Pubusa, nel leggere le sue considerazioni ho rivissuto con tristezza passate esperienze politico/partitiche e medesimi interrogativi. Purtroppo l’approccio è sempre il medesimo, ossia l’intransigenza in casa altrui e l’estrema indulgenza, in quella propria. Per quanto possa valere il mio apporto al tavolo regionale del centrosinistra, ho manifestato sin da subito il mio personale convincimento, ossia l’accordare fiducia a Francesca Barracciu sino a quel giro di boa rappresentato dal suo interrogatorio del 5 Dicembre. Ove non dovesse, come ha garantito in più d’una occasione, anche pubblicamente, ottenere l’archiviazione della propria posizione, non esiterò un istante nel chiederle di farsi da parte dalla candidatura alla carica di Presidente della nostra regione. In precedenti post su questo blog, è stato affrontato, anche e soprattutto in tema di regole, il caso della nomina (viziata a quanto dice il Tar) della Crivellenti al teatro Lirico. Ora è su quelle regole, o meglio sul rispetto delle regole che ci si da, che mi voglio richiamare. Nell’apprestarci alla scelta di quella che sarebbe dovuta essere la miglior candidatura in vista delle prossime regionali del 2014, da un primo approccio che chiedeva l’individuazione di un nome condiviso da parte dei partiti, si è deciso di ricorrere allo strumento delle primarie di coalizione. Individuato lo strumento ci si è dato un codice etico che prevedeva l’incandidabilità in caso di rinvio a giudizio. Ora, se del rispetto delle regole date vogliamo costruire il futuro di quest’isola perché non dovrei attendere che sulla posizione della Barracciu si pronunci quantomeno un Gup? E’ da considerarsi scellerata la posizione di chi ritiene quel momento processuale possa considerarsi come il giro di boa sulla bontà o meno delle ragioni della candidata? Chi, sin da subito ha chiesto, al tavolo regionale, sui giornali così come sui social network un passo indietro della Barracciu applicherà ad altri (o a se stesso) le medesime regole chiedendo, con i propri rappresentanti in consiglio comunale, un passo indietro anche al sindaco Zedda? Possiamo ritenere quantomeno inopportune le frequentazioni via cavo del ministro Cancellieri ed allo stesso tempo domandarci come vanno classificate le risate, sempre via cavo, tra un Presidente di regione ed un factotum dell’Ilva molto discusso? Come coniugare, a sinistra come a destra, le immani tragedie di questi giorni con la dissolutezza con la quale si permette di costruire lungo, se non dentro, gli argini dei fiumi e si conducono battaglie (vedasi l’Ogliastra) per far sì che si addivenga a sanatorie incivili?
Quanti occhi, oggi colmi di lacrime, si sgranavano, ieri, nella conta dei voti sulla promessa di facili condoni? Ed allora rendiamo pubbliche le nostre coerenze e forse salveremo anche più vite.
2 Renato Monticolo
21 Novembre 2013 - 11:30
Caro Andrea
le tue considerazioni non fanno una…grinza.
Ma il “chi è senza peccato lanci la prima pietra” è ancora attuale ed applicabile alla nostra società?
Lo è certamente come norma evangelica, meno forse come comportamento politico.
Si, perchè la politica, quella italica in particolare, ha ormai assorbito e codificato il concetto di doppia morale , quella del legislatore in un certo senso “supra legem”, e quella del “comune cittadino” fruitore naturale sempre “sub lege et judice”.
Ma si tratta proprio di un fatto nuovo, di un sintomo della crescente deriva morale? Non credo, è storia “vecchia”, almeno a giudicare dalla lettura di questo passo tratto dalle “Memorie di Adriano”di Marguerite Yourcenar.
Un romanzo, fantasie, dirai tu.
Forse, ma …..quantomeno scritte in momenti non sospetti, a pochi anni di distanza dal secondo conflitto mondiale, in un momento di ricostruzione, forse solo materiale, dei danni causati dalla guerra.
Ma diamo la parola al personaggio di Adriano:
“L’osservazione diretta degli uomini è una norma ancora meno completa, limitata com’è, nella maggior parte dei casi, alle constatazioni piuttosto grette di cui la maldicenza umana si pasce. Il rango, la posizione, i casi della nostra vita restringono inoltre il campo visivo dell’osservatore: il mio schiavo ha possibilità di osservarmi completamente diverse da quelle che ho io per osservar lui; e tanto brevi quanto le mie. Son venti anni che il vecchio Euforione mi porge il flacone dell’olio e la spugna, ma la mia conoscenza di lui si ferma al suo compito, e la sua di me al mio bagno; e qualsiasi tentativo per saperne di più fa presto a sembrare indiscrezione, sia all’imperatore sia allo schiavo. Quel che sappiamo sul conto degli altri è quasi tutto di seconda mano. Se per caso qualcuno si confida, non fa che perorare la sua causa; la sua apologia è già pronta. Se lo osserviamo, non è solo. Mi è stato rimproverato di leggere con piacere i rapporti della polizia di Roma; vi scopro continuamente di che stupire; amici o sospetti, sconosciuti o familiari, questa gente mi sorprende; le loro follie mi servono di scusante alle mie. Non mi stanco mai di paragonare la persona tutta vestita all’uomo nudo. Ma questi rapporti ingenuamente circostanziati aumentano il fascio dei miei documenti e non mi danno l’ombra d’un aiuto per emettere un verdetto. Che il tale magistrato dall’aspetto austero abbia commesso un delitto non mi consente affatto di conoscerlo meglio. Ormai, mi trovo in presenza di due fenomeni anziché di uno solo, l’apparenza del magistrato, e il suo delitto. “
E’ proprio questo il problema, i nostri rappresentanti ci mostrano “l’apparenza” della loro funzione solo nei rari momenti di passerella pubblica e poi il loro “delitto” quando scoppia il bubbone. Tutto il resto, positivo o negativo che sia, si svolge dietro le quinte, all’insaputa e lontano dalla vista dello spettatore-elettore.Solo antefatti ed epiloghi, ed il resto?
3 francesco buffa
24 Novembre 2013 - 19:11
D’accordo con Pubusa su tutto ! Io aggiungerei anche altro, anche se fuori tema. Nei programmi del centrosinistra o dei centri sinistra o di liste progressiste devono essere inserite alcune voci importanti:
- eliminazione totale dei fondi ai gruppi politici in consiglio regionale;
- reale drastica riduzione degli stipendi e dei privilegi dei consiglieri regionali.
Non è molto, ma almeno iniziamo a sperare.
Pretendere poi di inserire l’idea “del passo indietro” per gli indagati, forse è troppo. Si rischia di restare senza politici ?
Francesco Buffa
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