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E’ in preparazione la manifestazione di sabto 12 a Roma in difesa della Costituzione, promossa con un appello di Rodotà, Zagrebelsky, Don Ciotti, Landini ed altri. C’è una mobilitazione spontanea con partenze individuali e molte organizzate in pullman o in treno. L’obiettivo immediato è quello di sconfiggere il tentativo di PD-PDL di manomissione della nostra Carta, ma in prospettiva si vuole dare maggiore stabilità a quel movimento che in questi anni si è battuto con successo per i beni comuni, per il lavoro, per l’apertura di una nuova fase politica nel Paese.
Alla manifestazione del 12 aderisce ora anche l’Associazione per il Rinnovamento della Sinistra con un appello che ne spiega le ragioni. Eccolo.
L’Ars si augura che questo appuntamento, sia il punto di partenza di un vasto movimento, di una coalizione democratica dal basso, il cui obiettivo deve essere costruire un’alternativa capace di dare risposte positive alla crisi politica e sociale che attanaglia ormai da troppo tempo il Paese e che rischia di minarne le stesse fondamenta costituzionali poste a garanzia dell’assetto democratico. L’andamento dello scontro politico che si è sviluppato nelle scorse settimane attorno al destino del governo Letta dimostra quanto incerte siano le prospettive del nostro paese. Tutti gli attori dell’attuale sistema politico sono in vario modo in crisi ed è sempre più evidente che, dal Pd al Pdl e allo stesso Movimento 5Stelle, a rischio è la stessa coesione interna delle principali forze politiche. La risposta che viene dall’arco di forze impegnate nel sostegno al governo delle larghe intese, divise su tutto per tanti aspetti – dal destino di Berlusconi a importanti questioni come quella dell’immigrazione messa a nudo dalla tragedia di Lampedusa – sul tema della Costituzione e sulla sua revisione sembra univoca. Sull’altare della “stabilità” e della democrazia “governante” si continuano a sacrificare i principi della democrazia rappresentativa su cui poggia l’assetto istituzionale designato dalla Carta, cercando di dare forma compiuta al processo di ridimensionamento del ruolo del Parlamento e delle autonomie locali affermatosi nel corso degli ultimi decenni. D’altro canto le politiche economiche imposte dall’Unione Europea concorrono a sterilizzare l’attuazione di quei principi programmatici e di valore contenuti nella prima parte della Carta. E le politiche del governo, confermate da Letta nel suo recente intervento per la fiducia alle Camere, vanno nella stessa direzione. Non si tratta di lasciare le cose come stanno. Sul superamento del bicameralismo perfetto l’accordo nel Paese è sostanzialmente unanime. Ma i problemi principali ancora aperti – come una legge sui partiti e quella sulla rappresentanza sindacale –riguardano più l’attuazione che la revisione della Costituzione. Inoltre la battaglia per l’attuazione della Costituzione non è estranea a quella per la costruzione di un’alternativa all’attuale assetto dell’Europa ai fini di un’effettiva integrazione fondata su solidi principi democratici. Nella nostra Carta di vi sono giacimenti di cultura politica e istituzionale che guardano al futuro e possono attivamente concorrere a definire il nuovo profilo costituzionale che l’Europa dovrebbe assumere se si vuole superare in avanti la crisi organica che attanaglia il nostro continente nel quadro dei rivolgimenti globali che attraversano il mondo. L’impegno alla piena attuazione della Costituzione, la vigilanza democratica per impedire stravolgimenti dell’assetto istituzionale della nostra Repubblica parlamentare, le prossime elezioni per un’Europa diversa sono tutte occasioni per un forte impegno che dovrà svilupparsi nelle prossime settimane fino allo svolgimento dei referendum sulle eventuali modifiche costituzionali.
Per queste ragioni l’Ars aderisce alla manifestazione del 12 ottobre a Roma e invita con impegno alla partecipazione.
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