Una bella storia

16 Settembre 2013
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Francesco Cocco 

E’ in libreria un volume postumo di Lucio Magri : “Alla ricerca di un altro comunismo”, con prefazione di Luciana CastellinaE’ (Ed. il Saggiatore) . euro 18,50. Ecco una segnalazione di Francesco Cocco, che ci indica tante buone ragioni per leggerlo.


Leggendo questo lavoro di Lucio Magri, sostanzialmente, ma non solo, una lunga intervista rilasciata a Famiano Crucianelli  ed Aldo Garzia la mia mente è andata ai grandi personaggi che animano le pagine degli Annali di Tacito  quando parla della fine della Repubblica nel passaggio al Principato.  Vi è nel gesto finale di Magri la grandezza di un Trasea Peto , che pone fine alla sua vita non solo come atto  di liberazione dal nuovo regime ma anche come richiamo ad una dimensione di libertà incarnata da antichi valori.
Tanti significati sono stati attribuiti alla morte di Magri, quasi sempre dimenticando che quel suo gesto conteneva l’ affermazione  di una coerenza di vita. Era stato in qualche modo profeta della grave crisi economico-sociale dei nostro giorni. I saggi della relazioni di Bellaria (1977) nascono dal convincimento “che la crisi  economica non avrebbe avuto il carattere quantitativo e drammatico del 1929 ma che sarebbe durata a lungo”. Ed  è  quanto egli ebbe modo di verificare negli ultimi anni della sua vita. Solo che ora non esisteva più lo strumento-partito al quale aveva dedicato la vita e che avrebbe potuto rovesciare la tendenza in atto. Non è difficile comprendere il senso di frustrazione ed inganno che egli doveva sentire per una storia di lotta percorsa con dedizione ed impegno dagli anni ’50 del novecento sino ai nostri giorni. Di qui, come evidenzia Luciana Castellina, una grande sofferenza interiore per la crisi della politica e segnatamente per quella della sinistra “vissuta in modo drammatico”.
Una storia che per Magri e per tanti democratici  nel secolo scorso aveva rappresentato la rottura di una prassi dogmatica per affermare nuove vie di razionalità e libertà. Storia presente con lucidità nelle risposte rilasciate agli intervistatori. Ecco perché che voglia comprendere  la storia del movimento democratico  degli ultimi 50 anni potrà trovare in quest’opera uno strumento essenziale.
Credo  possa essere intesa pienamente l’importanza di questo lavoro solo ponendo attenzione alla bella prefazione di Luciana Castellina, che combattè con Magri le grandi battaglie politiche che egli ebbe la forza intellettuale e morale di condurre.  Così venne posta in essere una grande storia , anche se essa –come ancora afferma nella prefazione Luciana Castellina  “…può sembrare solo la piccola storia di un piccolo gruppo  che continua dividersi. Non credo sia stata così. A me, a tutti noi che l’abbiamo vissuta in prima persona e con impegno totale, sembra una bella storia. Ha marcato di un’ identità fortissima quadri che tuttora assolvono nella società un ruolo importante…..”  E di quella lotta Lucio Magri seppe essere artefice e protagonista.

 Ecco ora una scheda sul volume e sugli autori

Passione e ideologia, di questo era fatta la vita di Lucio Magri. Una passione lucida, incrollabile e una riflessione politica nutrita dallo studio febbrile, dal desiderio di comprendere la realtà storica e sociale nelle sue trasformazioni. Dagli anni del boom alla Primavera di Praga, dal Sessantotto alla fondazione del manifesto e del Pdup, dal compromesso storico alla fine del Pci e all’avventura naufragata della rifondazione di un nuovo partito comunista, lo sguardo critico e gli scritti di Magri hanno attraversato la seconda metà del Novecento. I saggi qui raccolti – articoli, relazioni politiche, interventi parlamentari – rappresentano una testimonianza unica dei passaggi cruciali della storia del nostro paese. Una storia collettiva, quale è stata quella di Magri, fatta di incontri e congressi, scontri e riconciliazioni, comitati, redazioni, compagni e amici, come ben raccontano la prefazione di Luciana Castellina e l’ultima, preziosa intervista prima della morte, realizzata da Famiano Crucianelli e Aldo Garzia. Alla ricerca di un altro comunismo non è solo un omaggio all’intellettuale più rigoroso che abbia avuto la sinistra italiana, ma uno strumento affilatissimo, fondamentale per capire l’attuale catastrofe. È la traccia di un’avventura irripetibile, del dirigente forgiato nella generazione dei grandi, del militante «eretico», di una vocazione rivoluzionaria inarrestabile, almeno finché il pessimismo non ha avuto la meglio sulla volontà.

Lucio Magri (1932-2011), esponente della sinistra critica del Pci, fu tra i fondatori, nel 1969, del manifesto, di cui fu direttore insieme a Rossana Rossanda. Radiato dal partito nel 1969, divenne segretario del Pdup (Partito di unità proletaria) dal 1976 al 1984. Fu richiamato nella Direzione del Pci, dopo che il Pdup vi confluì sulla base della profonda svolta imposta da Berlinguer. Alla proposta di scioglimento del Pci, Magri fu il primo a opporsi e a organizzare un largo fronte del no. Dopo la scissione accettò di presiedere il gruppo parlamentare di Rifondazione comunista, ma si dimise quando gli parve che al nuovo partito mancassero forza e volontà per una vera rifondazione e gradualmente rinunciò alla politica attiva. Dal 2000 al 2005 ha diretto una nuova e autonoma serie della rivista del manifesto. Per il Saggiatore ha pubblicato Il sarto di Ulm (2009).

Luciana Castellina, iscritta al Pci nel 1947, radiata dal partito perché tra i fondatori del manifesto, è stata parlamentare per le liste comuniste dal 1976 al 1999. Ha diretto il settimanale Liberazione. Fra le ultime pubblicazioni, La scoperta del mondo (2011), Siberiana (2012).

Famiano Crucianelli ha partecipato alla costituzione del manifesto. Eletto nel 1979 in Parlamento, ha ricoperto il ruolo di capogruppo di Rifondazione comunista nel 1994 e di sottosegretario agli Affari esteri nel governo Prodi del 2006. Ha scritto per l’Unità e il manifesto.

Aldo Garzia, giornalista, ha aderito al manifesto nel 1969. Tra i suoi libri: Da Natta a Natta. Storia del Manifesto e del Pdup (1985), Zapatero (2006), Olof Palme (2007), Bergman (2010).

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