Maria Lai (Ulassai, Ogliastra 1919) |
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Maria Lai è nata a Ulassai nel 1919. Per la sua salute cagionevole viene affidata fin dall’infanzia a degli zii che vivono in campagna, rinviando il suo inserimento nella scuola e permettendole di prolungare il tempo della libertà e del gioco. A nove anni, trasferita a Cagliari, inizia a frequentare la scuola pubblica, “analfabeta, ma piena di favole”. Adolescente conosce lo scrittore Salvatore Cambosu, suo professore d’Italiano, con cui impara a leggere e ad amare la poesia. A quindici anni riesce a convincere la famiglia a mandarla a lezione da Francesco Ciusa e successivamente dal pittore futurista Gerardo Dottori, a Cagliari. Nel 1940 lascia la Sardegna per iscriversi al Liceo Artistico a Roma. Per la sua formazione artistica furono determinanti dapprima l’incontro con Marino Mazzacurati, a Roma, e successivamente il Corso di Scultura dell’Accademia di Belle Arti di Venezia, frequentato (era l’unica donna) dal 1943 al 1945, sotto la guida severa di Arturo Martini. Dopo la guerra, tornata in Sardegna, ritrova Salvatore Cambosu con cui intrattiene una intensa amicizia, che le sarà di sostegno in uno dei momenti più critici del suo lavoro. Con Cambosu, tra il 1946 e il 1954 raccoglie energie e fiducia per riprendere il suo cammino e rientrare a Roma. Ciò che Martini sembrava averle spento, con la sua sfiducia nella scultura contemporanea, comincia ora a rinascere. È negli anni Cinquanta, nel contesto dei nuovi fermenti che disorientano il mondo dell’arte, che la lezione di Martini si rivela feconda nella vocazione sperimentale della Lai. La ricerca di tecniche, materiali diversi e nuovi linguaggi è ricca ed originale: pani, telai, ceramiche, terracotte, tele e libri cuciti, che generano scritture illeggibili e materiche, evocative di stati d’animo e di pensieri, fino agli interventi ambientali ed alle performances collettive, con la partecipazione alla Biennale di Venezia di un progetto multimediale di Mariella Bentivoglio. A partire dagli anni Ottanta la sua ricerca artistica è stata rivolta soprattutto agli interventi sul paesaggio su vasta scala, come l’azione Legarsi alla montagna del 1981 sulla quale Filiberto Menna scrisse delle pagine importanti, o di contenuto come l’installazione per il Museo dell’Olio a Farfa, vicino Rieti. Ancora oggi Maria Lai si divide tra la Sardegna e Roma operando nella scultura, nelle performances, nel teatro e nell’ambiente. I pani, le tele cucite, le scritture fantastiche delle fiabe e gli interventi ambientali di Maria Lai diventano così il punto d’incontro tra la memoria e la fantasia. In collaborazione con Maria Lai, “Fueddu e Gestu” ha realizzato performances e laboratori: Il Sasso e la Parola (Cagliari, 1992), Maria Pietra (Escolca - Monastir, 1993), La Capretta (Isili, 1995), Maria Pietra (Villamar, 1996), I voli di Icaro (Sassari, 1997) e L’albero del Miele Amaro (Siliqua, 1997), una grande opera-evento di arte, teatro e poesia. da www.incisione.com |
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