Andrea Pubusa
Nei giorni scorsi in questo blog si sono cimentate varie posizioni che vanno da una simpatia o non ostilità per il M5S alla speranza nella ripresa del PD. Le posizioni in taluni sono molto ideologiche o se vogliamo pregiudiziali. Per intenderci chi è contro il M5S lo fa perché le modalità di far politica e di comunicare di Grillo sono troppo al di fuori degli schemi usuali della politica, non solo degli altri partiti attuali, ma anche di quelli del passato. Chi propende per il PD,vede in questo partito, in qualche modo l’ultima propagine del’ex PCI o dei partiti del ‘900. Pensa così, pur nel dissenso sulla politica attuale, di solito imputata a colpe altrui, in un recupero e in un ravvedimento o rilancio.
Ora, amici miei, so di dirvi una cosa sgradita, ma il PD non solo non ha niente a che vedere col PCI, ma neppure con la DC. Questi erano due forze popolari vere, ancorate alla realtà, incapaci, proprio in ragione del loro radicamento sociale, di trasformismi. La politica dell’uno o dell’altra poteva condividersi o no, ma aveva un forte radicamento storico e culturale. Il PCI nel Movimento operaio e in Gramsci, la DC nel movimento popolare cattolico e in Sturzo. Poi, seppure con modalità diverse, avevano fatto la Resistenza ed erano stati le forze determinanti nel passaggio dalla monarchia alla repubblica e nella elaborazione, stesura e approvazione della Costituzione repubblicana. Erano forze costituzionali.
Il PD è un partito senza radici e senza storia. Non ne è padre Togliatti per non far incazzare gli ex DC, non lo è neppure Degasperi per non creare problemi agli ex comunisti. In realtà, un partito senza riferimenti storici e culturali, per definizione, non è un partito. E’ un un insieme di gruppi, in lotta fra loro. E’ paralizzato in tutto dai riferimenti storici antichi e recenti alle decisioni da assumere. Non è un partito liquido, semplicemente non è un partito. E’ difficile anche che un’entità siffatta possa diventarlo.
SEL è un partito di risulta. Esiste per una “furbizia” di Bersani, che l’ha messa in lista per coprirsi a sinistra contro Rivoluzione civile e M5S. Ha il consenso che aveva la lista Ingroia, ma, grazie al porcellum e alla abilità di Vendola nell’insinuarsi nelle contraddizioni del PD, è riuscito a piazzare una pattuglia di parlamentari. Nelle sedi locali è retto da gruppi molto abili nel cogliere le opportunità offerte dalle debolezze del PD. Si tratta di gruppi - come in Sardegna - volti quasi esclusivamente a buscare cariche istituzionali per i suoi esponenti, solitamente senza capacità di progetto e disponibili a pratiche amministrative, a dir poco, disinvolte. Vendola era proiettato al rientro nel PD, di cui costituisce una sorta di corrente esterna, ma il grande “tradimento” del PD al proprio elettorato ha interrotto questo processo di rientro. Senza l’alleanza col PD il destino di SEL è segnato.
Il M5S dei partiti non ha la struttura. E’ un movimento senza organizzazione e gerarchie. Mantiene aperto un dibattito perenne sul blog di Beppe Grillo, che ne è il leader indiscusso. In poco tempo ha raggiunto, quanto a voti, nelle elezioni politiche, il PD e il PDL. E’ l’unica vera opposizione parlamentare, data la sua forza in seno alle Camere. Contrasta senza se e senza ma Berlusconi, di cui vuole l’ineleggibilità. Non vuole alleanze col PD, che considera una variante del PDL, pdmenoelle. Per queste sue posizioni è sotto attacco concentrico di questi partiti e di tutti i media nazionali, ormai espressione dell’inciucio. Solo il Fatto quotidiano ne segue senza pregiudizi, ma senza sconti, l’attività. Nell’area democratica molti stigmatizzano la leadership traboccante di Beppe Grillo, che ritengono incompatibile con un progetto democratico.
Si può discutere a lungo su queste diverse questioni, ma è difficile rimuovere convinzioni spesso viziate da forti pregiudizi. Come orientarsi dunque? Un approccio diverso c’è. Assumere a riferimento la Costituzione e le sue molte implicazioni (difesa dei diritti dei lavoratori, pace, welfare). Da questo punto di vista non occorre lunga discussione per sostenere la natura anticostituzionale del PDL. Berlusconi non ha mai nascosto il suo fastidio per la Carta, ritenuta di stampo “sovietico”. L’ha perfino manomessa, scornato dal referendum popolare.
E il PD? E’ un partito costituzionale? Non è una forzatura rispondere negativamente a questo quesito, anche perché oggi si appresta col PDL ad una profonda manomissione della nostra Legge fondamentale, non diversa da quella che Berlusconi fece approvare dal Parlamento nel 2006. Con lo stimolo, anticostituzionale, del Presidente Napolitano il PD si appresta addirittura ad una incostituzionale modifica della procedura di revisione della Costituzione per dar corso ad un vasto disegno di modifica della Carta. Finocchiaro non ha escluso dalla manomissione neppure la prima parte, nelle parti “connesse” alle modifiche della seconda parte. Napolitano, oltre alle continue forzature, proprio ieri nel Consiglio supremo di difesa è perfino giunto a negare al Parlamento il ruolo di decisore nelle questioni relative alla dotazione dell’esercito, ritenute scelte meramente tecniche di esclusiva competenza del governo e dello stesso apparato industriale-militare. Una vero vulnus alla Costituzione e un colpo all’intelligenza, essendo a tutti evidente che la spesa militare è affare altamente politico e tipicamente di spettanza parlamentare, almeno nei sistemi democratici. I sistemi d’arma in Italia devono essere poi coerenti col ripudio della guerra enunnciato dall’art. 11 Cost.
Ed allora che dire? Come orientarsi? PD, SEL o M5S? Per parte mia sono contro i partiti anticostituzionali o anche semplicemente a-costituzionali. Il Pd è fra questi. Senza tentennamenti sono dalla parte di chi difende la Costituzione fondata sul lavoro anzitutto in Parlamento. Non voglio far parte di coloro che fingono di non capire cosa sta succedendo nel nostro Paese oggi. Al momento non vedo processi realistici di rifondazione della sinistra. Penso che se l’attacco PDL-PD contro la Costituzione va a buon fine la stessa normale dialettica democratica nel nostro Paese, già fortemente compromessa, subirà un arresto grave in favore di un sistema oligarchico. Qui ed ora sostengo quanti si oppongono a questa deriva. SEL è fra questi. Il M5S al momento, per la forza parlamentare che ha, è il riferimento obbligato.
0 commenti
Non ci sono ancora commenti. Lascia il tuo commento riempendo il form sottostante.
Lascia un commento