Il grande inganno dell’economia finanziaria

26 Giugno 2013
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Lucia Pagella

Ho sempre avuto il sospetto che l’attuale crisi finanziaria abbia seguito e non preceduto quella  dell’economia reale. La saturazione del mercato (evidenziatasi immediatamente dopo il crollo delle Borse  nel settembre del 2008)  era una realtà ben conosciuta da finanzieri e speculatori che negli anni precedenti  avevano, soprattutto in America, reso possibile l’accesso al credito per l’acquisto della casa anche a soggetti che non potevano dare le necessarie garanzie.
I famosi mutui subprime vengono concessi non per bontà d’animo ma per consentire all’edilizia di svolgere il ruolo di volano dell’economia. A questo punto,  però, si evidenzia un rischio insostenibile per le banche che pensano bene di emettere delle obbligazioni spacciate sul mercato come un’interessante novità e che presentano come garanzia del pagamento degli interessi e del rimborso del titolo …la restituzione dei mutui contratti da persone probabilmente incapienti. Si innesca a questo punto il gioco del cerino: vengono emesse altre obbligazioni che hanno come garanzia le precedenti  e così via in un crescendo inarrestabile e vengono creati nuovi strumenti finanziari sempre più cervellotici ma funzionali a scaricare il rischio delle banche sulla platea degli ingenui loro clienti. Ovviamente il cerino rimane in mano a questi ultimi  che vengono truffati e si trovano di li a poco in mano montagne di carta straccia.
Basta pensare che, in coincidenza con la globalizzazione e per effetto di questa, l’economia finanziaria che anche prima esisteva, ma solo come supporto dell’economia reale, acquista un’importanza di gran lunga maggiore di guisa che nel 2011  la massa finanziaria (i derivati e i titoli tossici) a fronte di un  PIL mondiale pari a 62.911 miliardi di dollari, arriva alla stratosferica cifra di 707.569 miliardi di dollari.
In Europa l’infezione si estende ai debiti sovrani e nazioni già benemerite come la Germania  per avere per ben due volte causato la distruzione del  continente, senza mai pagare i debiti di guerra, ne approfittano largamente  oltretutto pretendendo di dare lezioni di moralità e correttezza.
Le banche tedesche, in particolare, lucrano sul rialzo dei tassi e consentono gli aiuti (si fa per dire) alla Grecia, ormai tecnicamente fallita, come pure i prestiti della BCE agli stati in difficoltà a patto che le banche li usino per acquistare i titoli dei debiti sovrani da loro fatti crollare, riacquistati a prezzi di saldo e produttivi di interessi altissimi  di cui i loro caveaux  sono pieni per uscire indenni dalla   più gigantesca operazione speculativa mai verificatasi.
L’economia è, quindi, un grande inganno: scambiamo beni per carta bisunta, paghiamo interessi stellari per titoli che hanno dietro di loro  il vuoto. La vita della gente comune ne risulta stravolta, produrre diventa una mission impossible, ci sono legioni di disoccupati, si succedono i suicidi, i nostri giovani non hanno  un futuro, ma continuiamo a porci il problema di essere credibili nei confronti di chi ci sfrutta e ci porterà alla distruzione.
E’ vicino il momento in cui il bambino griderà che il re è nudo.
E, giunto il momento di ricordare a frau Merkel che un piccolo debito è un problema per il debitore, ma che un grosso debito è un problema per il creditore. Del resto la politica del rigore a tutti i costi che consente ai “virtuosi” popoli del Nord di arricchirsi è il sistema più sicuro per uccidere la gallina dalle uova d’oro e trovarsi anch’essi in mano carta straccia.  Ultimamente il tasso di aumento del PIL in Germania ne fa fede.
Non è questa l’Europa sognata dai grandi statisti del passato e da pensatori come Altiero Spinelli. Questa è una grande Germania le cui marche di confine meridionali ricevono la stessa attenzione che ebbe il Sud Italia dopo l’unificazione con i risultati che ancora oggi sono sotto gli occhi di tutti.
Non si ipotizza, ovviamente, il ritorno al baratto, ma ad una economia reale di cui quella finanziaria, come in passato, sia solo un supporto e che non produca ingiustizie e sprechi e abbia come fondamento il principio di solidarietà, unica garanzia di progresso e di sviluppo ( quello vero )
Non sarà un sistema che consentirà alla cupola di finanzieri e speculatori che governano il mondo attraverso i leccapiedi che siedono nei governi degli stati di divenire i più ricchi del cimitero,ma un sistema che consentirà a tutti di avere una speranza ed una possibilità nel rispetto dell’ambiente e con uno sviluppo sostenibile.

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