Caro Francesco, molti “democratici” attaccano Grillo per senso di colpa

22 Giugno 2013
7 Commenti


Andrea Pubusa risponde a Francesco Cocco

Francesco Cocco, in un commento di ieri,  mi propone addirittura per una medaglia postuma per il “ruolo particolare di  “democrazia oggi”  e per la generosità profusa dal sottoscritto “nella difesa delle nostre  istituzione autonomistiche  dal tentativo di volerne fare  strame con la cosiddetta “legge statutaria“.  “Una battaglia - soggiunge Francesco - per la democrazia contro la prevaricazione, contro un presidente che - parafrasando il titolo di un celebre film -  “voleva farsi re”. “Ecco perché - conclude - non capisco la difesa di un altro aspirante dittatorello apparso come meteora sulla scena politica italiana. Certi atteggiamenti che  censurano il dissenso, che non sopportano la critica, che invitano alla piaggeria verso il “capo”, sono da condannare senza se e senza ma. Per altro verso ha ragione il direttore del blog quando scrive che ci hanno persino espulso dal voto,  visto che guardandosi attorno è difficile trovare  chi merita piena fiducia. Quindi bisogna ricostruire dal basso senza però affidarsi ad aspiranti dittatorelli“.

Caro Francesco,
chi fra anni studierà la storia sarda e quella nazionale dovrà constatare un’abdicazione della parte democratica ad ogni progetto di governo e di trasformazione delle nostre istituzioni autonomistiche. A livello nazionale dovrà registrare nell’alleanza PD/PDL non solo il più grande episodio di trasformismo della storia d’Italia, ma anche il passaggio di una grossa parte dell’area democratica dall’acquiescenza o dal concorso tacito alla modifica della Costituzione del 1948 alla manomissione dichiarata. E questo - come sempre accade in questi movimenti della storia - non sarà addebitabile ai soli gruppi dirigenti, ma ad una grande parte dell’elettorato democratico italiano. Sono parte di questa grande trasmigrazione politica anche tutti coloro che, a fronte dell’alleanza col Caimano, non hanno manifestato con forza il proprio dissenso, ma continuano ad avanzare i loro “se” ed i loro “ma” ovvero, ridicolmente, ad attribuire a Belzebù-Grillo anche l’alleanza del PD col Cavaliere. Il M5S - secondo la mente deviata dai sensi di colpa  di costoro - non è l’unica opposizione democratica in Italia, ma sarebbe nientemeno il più fido alleato del Caimano! Tutti costoro devono sapere che se - com’è ormai probabile - la coalizione PD/PDL, con a capo Napolitano, riuscirà nell’intento di modificare la Costituzione nel senso voluto da Berlusconi e ancor prima dalla P2, la responsabilità è anche ed anzitutto loro. E non li salva l’aver partecipato in passato a Comitati per la difesa della Costituzione o aver firmato appelli o organizzato dibattiti in difesa della Carta. La loro resa oggi è totale e, a dir poco, vergognosa.
E veniamo a Grillo.
Caro Francesco, devi ammettere che si tratta di uno strano dittatorello. Un unicum nella storia ricca di ogni specie e subspecie di despoti. Non è entrato in parlamento, non si è proposto per alcuna carica; alla presidenza della repubblica ha candidato prima una giornalista poi un grande giurista di immacolata fede democratica. Ben strana condotta per uno che ambisce “a farsi re”. Il suo amico Casaleggio non si è candidato, fugge i giornalisti, dei quali, forse per timidezza, ha perfino terrore fisico. A parte la differenza di spessore, paragonare Grillo a Soru (”ghe penso mi” ovvero “ci penzu ddeu“), che tutto voleva fare, è impossibile. Per di più Grillo è l’unico a difendere strenuamente la Costituzione e a dire che il Parlamento va rifondato poiché questo - con buona pace della Boldrini - ha la parvenza, ma non la sostanza di un parlamento, non avendo dei parlamenti il più sostanziale dei segni distintivi: il carattere rappresentativo. Chi è il vs. rappresentante in parlamento? Chi rappresentano i ns. parlamentari? Proprio ieri i gruppi parlamentari del M5S sono stati impegnati in una dura opera di contrasto della prassi che ha trasformasto le Camere in organo di mera ratifica delle proposte di governo.
Grillo a me sembra un uomo di servizio, addirittura eccessivamente di servizio, tanto da sentirsi schiacciato in questa sua funzione. Forse questa sua indubbia propensione, vissuta ossessivamente, gli fa sentire ingenerosi coloro che hanno sottoscritto un codice di comportamento e poi lo violano; gli fa sentire estranei quanti hanno plaudito alle sue bordate contro il potere quando dovevano conquistare il seggio e le giudicano sguaiate ed eccessive ora che il seggio l’hanno conquistato. Una legislatura a stipendio pieno sistema una persona vita natural durante.
Caro Francesco, la mia formazione porta istintivamente a preferire, in politica, la coerenza e la disciplina, che non vuol dire perdita di senso critico e di autonomia di pensiero, ma vuol dire esercitare queste doti in funzione del progetto e dell’impresa politica a cui si è aderito. Proprio tu, Francesco, sei un esempio di persona che ha sempre esercitato il suo grande senso critico e la sua piena libertà anche quando era nel PCI. Ma c’è qualcuno che può dire che tu, Francesco, sia mai venuto meno alla disciplina che impone l’adesione ad un sistema di valori, prima ancora che ad un progetto di partito? Vi sembrerà un eccesso, cari lettori, ma Francesco ancora oggi, a vent’anni dalla scomparsa del PCI, rimane coerentemente e saldamente fedele al sistema di valori enucleati da quella grande forza (morale prima che politica) e dal Movimento operaio italiano.
Di fronte ai tanti piccoli e grandi opportunismi, ai minuti e agli storici trasfromismi, lasciatemi dire che preferisco le posizioni forti. Oggi sono più apprezzabili le espulsioni che le acquiescenze ad ogni trasformismo, anche a quelli più minuti. In realtà, le grandi coerenze postulano, quando è necessario, le divisioni anche dolorose. L’accettazione di tutto e di tutti è l’anticamera della morte. Come quella della nostra Costituzione, che il PD si accinge a decretare insieme a Berlusconi, sotto la spinta di Napolitano, con il beneplacito di molti dei suoi silenti elettori, che si lavano la cattiva coscienza per la loro capitolazione, attaccando l’ultimo baluardo parlamentare della nostra Costituzione, il M5S.

7 commenti

  • 1 Gianfranco Sabattini
    22 Giugno 2013 - 17:04

    Caro Andrea, anch’io non riesco a spiegarmi il tuo “interesse” per il M5S e per il suo leader. Approfitto del commento di Francesco al tuo articolo del 21 u.s. per tentare di capire come un militante della difesa della democrazia quale tu sei sempre stato e del rispetto delle istituzioni possa trovare motivi di “simpatia” per la strategia politica di Grillo; solo perché è riuscito a mettere a disposizione del dissenso le sue indubbie capacità professionali di comico. Si può certamente giustificare l’amarezza per quanti come te si sentono traditi dal partito che continua ad esistere solo perché è riuscito a legittimarsi come erede di quello dal punto di vista del quale tu conduci la tua critica. Ma quel partito al quale tu implicitamente ti riferisci, al di là delle critiche che per tanti versi possono essergli mosse, non è mai stato disfattista, com’è invece il movimento che tanto ti entusiasma.
    Vorrai convenire che un movimento, sia pure molto informale come è il “Movimento5stelle”, non può essere credibile se manca di proporre un preciso progetto rinnovatore e riformatore delle società civile e di quella politica italiane; non può essere condiviso se il suo obiettivo e solo quello di causare lo scioglimento del Parlamento per mandare “tutti a casa” e se la sua strategia politica si riduce al “tanto peggio, tanto meglio”. Come ho avuto modo di evidenziare in diversi interventi sul tuo Bolg, il M5S ed il suo leader non hanno idee chiare sugli obiettivi immediati, sia osul piano economico, che su quello istituzionale. Sul piano economico da tempo va predicando la fuoriuscita dell’Italia dall’euro e l’introduzione di in reddito di cittadinanza, senza però indicare attraverso quale quadro istituzionale realizzare questi obiettivi e tantomeno informare i suoi “fans” degli esiti della fuoriuscita del Paese dall’eurozona e delle modalità di reperimento delle risorse necessarie.
    E’ vero che in una fase di crisi quale è quella che sta attraversando l’Italia al momento presente può anche giustificare la formazione di situazioni eccezionali originate da un generalizzato dissenso popolare dall’attività della società politica, ed è altrettanto vero che in queste situazione chi riesce ad “intercettare” il dissenso può limitarsi a giustificare semplicemente “cosa fare” senza indicare contemporaneamente “come farlo”. Questo però può accadere in situazioni eccezionali caratterizzate dal “vuoto istituzionale” che una leadership rivoluzionaria ha concorso a determinare; ma i sostenitori di tale leadership, anche se minoritari, credono nel progetto di riforma istituzionale e sociale del quale la ledership è portatrice: così è stato nel 1989 e così è stato nel 1917. Ti pare, caro Andrea, che il M5S si trovi in una di queste situazioni eccezionali? Sicuramente no, anche perché la sua affermazione elettorale è stata conseguita grazie alla possibilità di fruire delle procedure democratiche rese praticabili dalla Costituzione della quale dispongono gli italiani e della quale tu sei un fermo difensore. In questo quadro, Grillo doveva valorizzare il capitale elettorale accumulato; sennonché, il non averlo fatto, anziché sottolineare la mancanza in lui dell’aspirazione ad occupare status ruoli istituzionali gratificanti, sottolinea solo l’assenza di propositi politicamente validi.
    La mancanza di ogni progettualità politica nella leadership del M5S è emerso in tutta la sua gravità allorché, all’indomani dell’ultima consultazione elettorale, Grillo nulla ha fatto per evitare che si varasse obtorto collo il governo delle larghe intese e, malgrado gli sia stata offerta la possibilità di aderire ad una maggioranza di governo per la realizzazione di una parte del “suo programma elettorale”, egli l’ha sdegnosamente rifiutata, in ossequio al suo convincimento che nessuno dei partiti presenti in Parlamento era degno di fede. Ma vi è anche di più, considerato che Grillo, oltre ad essere responsabile del rilancio politico di Berlusconi, corre anche il rischio di rendersi responsabile dei danni che l’intera società civile italiana potrebbe subire nei mesi a venire se dovesse verificarsi la crisi dell’attuale governo, a causa delle dimissioni dei ministri del PDL per solidarietà nei confronti del loro Leader nel caso in cui questo fosse condannato nei processi che lo vedono coinvolto e fosse interdetto dallo svolgimento dell’attività politica.
    Tutte le ragioni esposte mi inducono perciò a dichiararmi d’accordo con Francesco, non solo per gli atteggiamenti da “dittatorello” di Grillo, “che censurano il dissenso, che non sopportano la critica, che invitano alla piaggeria verso il “capo”, ma anche per le pretese con cui Grillo gestisce il suo movimento, “apparso come meteora sulla scena politica italiana”, senza tenere nella debita considerazione il fatto che la tenuta del Paese è ancora esposta al rischio di saltare per aria per l’esplosione del barile di polvere a miccia accesa sul quale l’Italia è stata assisa da tempo, anche per la responsabilità di molte scelte compiute dal partito del quale, caro Andrea, tu coltivi un nostalgico ricordo.

  • 2 giovanni03
    23 Giugno 2013 - 10:37

    Continuate pure …i soliti ‘ tafazi’. Non pentiti di averci portato Cappellacci! Ieri contro Soru, oggi per Grillo. Siamo alle comiche…

    Risposta:

    Caro Giovanni, Cappellacci semmai lo ha portato Soru, che, dopo un successo travolgente nel 2004, è riuscito a farsi battere anche dal signor nessuno. Se avesse dato ascolto, anziché ai suoi non disinteressati piccoli servi, a chi, per tempo, lo aveva messo in guardia sui suoi metodi di governo e su molte delle sue scelte, forse non avrebbe perso. Quanto a comicità, nulla lo è di più dell’idea di un bis della campagna elettorale regionale del 2004.
    Grillo mi pare che non ti faccia ridere; dovresti interrogarti sulle ragioni del suo successo. Che il M5S sia l’unica forza di opposizione all’inciucio PD/PDL è un dato obiettivo. Per chi è all’opposizione di Berlusconi, questo è già un titolo di merito. Per chi è o è diventato berlusconiano è il peggior nemico.

  • 3 Nicola Imbimbo
    25 Giugno 2013 - 09:42

    E’ singolare che uno attento come Franco Sabattini commenti i due articoli di Pubusa sul M5S con gli stessi parametri e criteri diffusi sulla rete (indotti spesso dalla “grande” stampa) con una prevenzione tale da non concedere nulla a chi, come Pubusa, non è entusiasta mi pare(come maliziosamente sostiene Sabattini) di Grillo ma cerca di ragionare sulle cose e sui comportamenti. Naturalmente in un clima in cui m5s e Grillo vengono descritti come alieni,ignoranti,matti,fuori dal mondo, fascisti, aspiranti tirannelli, settari , a servizio degli americani e quindi antieuropei, ecc. ecc., chi con un minimo di pudore e onestà intellettuale non si associa, viene considerato un fan del mostro!
    A Sabattini alcune precisazioni: se per disfattismo si intende sciogliere le Camere il M5S ha i parlamentari più presenti ed attivi nelle aule parlamentari, mai hanno proposto o ipotizzato lo scioglimento anticipato delle camere. Il “tutti a casa” di Grillo è un auspicio e un previsione della fine politica del PD e di PDL .(Molti analisti politici non sospetti parlano di crisi dei, di questi partiti Revelli per esempio nel libro “Finale di PARTITO”)
    Sull’Euro - sulla cui utilità o meno parlano da qualche mese economisti, cittadini e forze politiche in Italia, ma anche in Germania Francia e altrove il M5S propone un referendum.Perché è così scandaloso? perché lo sostiene Massimo Franco?
    I “propositi politicamente validi” non utilizzati quali sono? Andrea spiega mollo bene. Val la pena ribadire: Bersani (incompreso?) onestamente aveva non solo ammesso il successo del M5S, ma riteneva che quel voto richiedesse un governo di CAMBIAMENTO. Cosa ha fatto il buon Bersani: ha scritto dei punti che a suo giuidizio avrebbero potuto essere accolti dai pentastellati, glieli ha più o meno illustrati e basta. Non ha proposto alleanze, non ha proposto confronto alla pari, non ha aperto un vero tavolo di trattativa con il leader.I suoi di partito ( e Napolitano?) contrari a ogni ipotesi di rapporto con i 5stelle e la stampa (quasi tutta)) gli hanno dato addosso, lo hanno deriso e i molti ingenui militanti del PD hanno visto fallire il”soccorso rosso” in cui speravano contro Berlusconi e hanno iniziato le danze contro gli oltre 160 parlamentari grillini.
    Ora Sabattini gli affibbia anticipatamente un’altra responsabilità, quella di mandare llo sfascio il paese. Infatti scrive :Grillo “corre anche il rischio di rendersi responsabile dei danni che l’intera società civile italiana potrebbe subire nei mesi a venire se dovesse verificarsi la crisi dell’attuale governo, a causa delle dimissioni dei ministri del PDL per solidarietà nei confronti del loro Leader nel caso in cui questo fosse condannato nei processi che lo vedono coinvolto e fosse interdetto dallo svolgimento dell’attività politica.”
    Puoi precisare?
    Infine: Sabattini sa se e quanta gente e da quanti anni, in rete e fuori dalla rete in Sardegna fa politica con il M5S?

  • 4 Gianfranco Sabattini
    25 Giugno 2013 - 13:28

    Caro Imbimbo, cosa devo precisare? La mia prevenzione nei confronti di Grillo e del suo movimento non è sollacitata emotivamente dagli eventi del dopo-elezioni, ma viene da lontano, peché non mi hanno mai convinto, né il suo programma elettorale (se di programma si può parlare), né le interviste concesse dai sui presunti consiglieri sui suoi intenti riformatori. Sarà una deformazione mentale, però io penso che chiunque abbia qualcosa da proprre per il bene del Paese debba tener conto di tante cose, ma principalemnte: che non siamo in una situazione disastrata a tal punto da giustificare un rivolgimento generale del quadro istituzionale; che a fronte di proposte riformatrici, occorre avere idee chiare sul percorso istituzionale da compiere e sulla “copertura” del costo (spesa pubblica); che ci troviamo, vivaddio, all’interno di un’organizzazione statuale democratica, per cui qualsiasi programma elettorale deve essere attuato, se attuabile, seguendo, nella libertà di giudizio e di critica, le procedure che la nostra carta costituzionale detta e prescrive.
    Io non sono prevenuto nei confronti di Grillo, così come non sono prevenuto nei confronti di chichessia. Lo sono solo nei confronti di chi pensa di governare con la confusione, creando instabilità da tutti i punti di vista, contribuendo così a peggiorare la situazione esistente.
    Scusa il mio “perbenismo”; non è da oggi che io manifesto d’essere prevenuto rispetto a chi usa solo la piazza alla maniera in cui la usa Grillo, tacendo poi del modo in cui questi pretende di porsi come leader del suo gruppo parlamentare. Se Grillo vuole essere credibile, si “istituzionalizzi” ed usi la democrazia nel porsi come leader del suo movimento. Sin tano che ciò non accadrà, per me Grillo resta solo una “scheggia impazzita”, come lo è stata la Lega Nord a suo tempo. Purtrroppo non possimamo auconsolarci col dirci di avere pazienza, perché prima o poi Grillo farà la finre della Lega, forse, e me lo auguro, secondo ritmi ancora più rapidi. Mi duole solo che il tempo che si perderà nell’attesa che Grillo torni a fare il “cominco” in teatro ci costerà non pochi danni. E questo, caro Imbimbo, a me personalmente dispiace molto, sino a risultarmi insopportabile. Tuo Franco Sabattini

  • 5 Giulio C.
    25 Giugno 2013 - 16:16

    Intervengo su 4 punti.
    Il primo è che Grillo ha compreso che stare in Parlamento è controproducente per sè, ed è più facile un amministrazione dall’esterno. D’altronde era pure incandidabile, visto che è colpevole di un omicidio colposo, e ha usufruito di vari condoni. Con la retorica del movimento dire che stonerebbe è poco.
    E’ una modernizzazione del leaderismo, del cesarismo, ai tempi della postdemocrazia.
    Su Casaleggio penso ci sia poco da aggiungere se non seguirne i movimenti finanziari tra telecom, italia dei valori e i profitti incassati dalla sua azienda. Le teorie sulla democrazia dello stesso hanno sicuramente un interesse politico, per vedere a che punto si sia caduti in basso, perchè filosoficamente e storicamente parlando siamo nel magma indistinto del direttismo, che viene dalla fine dell’ottocento e ha avuto il suo culmine ad inizio novecento.
    Secondo: la ricostruzione di Nicola sull’incontro Bersani 5s, pecca di una traslazione tra i suoi desideri e quello avvenuto nella realtà. I 5 s non hanno presentato nè punti nè candidati, nè ipotetici ministri. Neanche al presidente della Repubblica. Hanno detto che non avrebbero mai votato la fiducia a nessun governo. Grillo poi a colpi di espulsioni sta confermando la linea. Ora rischia pure il candidato sindaco a Roma.
    Gli italiani, almeno questo, visto le recenti amministrative lo hanno capito.
    Terzo. Le strategie parlamentari dei 5 stelle si sono rilevati inconsistenti e ridicole. Si è visto quando hanno fatto filibustering costringendo Letta a porre la fiducia, e quindi eliminando i loro stessi emendamenti che il pd aveva approvato. Fiducia posta perchè se no il decreto che portava gli interventi per l’emilia sarebbe decaduto.
    quarto. Grillo difende la Costituzione a giorni alterni. Deve averne una modificata dove un paio di articoli sono stati eliminati.

  • 6 Nicola
    26 Giugno 2013 - 16:35

    Caro Giulio C,”non hanno presentato né punti né candidati”: a chi?
    Come è noto al Capo dello stato non si presentano candidati, ma è il Capo dello Stato che incarica qualcuno di formare un Governo, e per questo nessuno, neanche Bersani ha dovuto presentare punti al capo dello stato. Chi riceve l’incarico
    propone al Capo dello Stato l’elenco dei ministri e poi si reca in Parlamento e presenta i “punti” cioé il programma e chiede la fiducia. (Napolitano non ha introdotto una strana novità nell’incaricare (?) il povero Bersani e questa novità è colpa di M5S)
    Al m5s non è stato esplicitamente chiesta nessuna fiducia formale neanche dda Bersani.. Gli errori, i limiti e i difetti del m5s sono infiniti, ma qui il problema è si vuole giustificare gli errori, i limiti le incapacità del PD addossandoli al M5S. Si può continuare a farlo. Non aiuta il PD a recuperare credibilità .
    A Sabattini chiedevo in realtà il senso contenuto del virgolettato che ho riportato prima della richiesta di chiarimento perché da colpe al comico Grillo su eventuali dimissioni ( che si guardano bene dal dare!!, ) dei ministri PDL per solidarietà verso l’ ormai condannato Berlusconi, e non è chiaro quali sarebbero le colpe.

  • 7 Giulio C.
    27 Giugno 2013 - 12:10

    Nessuno ha giustificato il pd che con la vicenda di Marini e l’incapacità di tenere una posizione ha bruciato molta credibilità. Marini che avrebbe permesso un incarico pieno a Bersani.
    Ma qui purtroppo i moralismi e gli estremismi massimalistici e queruli del pd non l’hanno consentito. E dire che Bersani l’aveva sempre detto: istituzioni con tutti e governo del cambiamento.
    Doppiezza? Sì e lo considero un merito, che gli viene da qualcuno un po’ lontano.

    Ma al Capo dello Stato, che con Prospero critico per non aver comunque lasciato che Bersani si presentasse con un governo di minoranza, bisogna presentare comunque un nome e una piattaforma per formare il governo. Se si è interessati a farlo. I 5 stelle non volevano far parte di nessun governo. Cosa legittima per carità, ma che impossibilitava ogni tipo di trattativa. Hanno ripetuto per 2 mesi che non avrebbero dato la fiducia a nessuno.
    Tanto che Bersani aveva provato pure una contromossa. Modificare il regolamento del senato per permettergli di astenersi al momento del voto di fiducia.
    E hanno rifiutato pure questa linea.
    Non hanno neanche accettato poi di incontrarsi con il pd per discutere del Capo dello Stato. Incontro rifiutato per 3 volte (e non sono neanche san Pietro).
    Il governo del cambiamento poteva partire quindi solo da una rottura del gruppo parlamentare dei 5 stelle, sempre che scelta civica ci stesse, e ho molti dubbi. Non ha votato neanche Prodi Scelta civica, ricordiamolo.
    Il dato di fatto a concludere è:
    i 5 stelle non hanno accettato neanche la trattativa.
    Quindi non si può certo accusare Bersani di non aver discusso con loro di posti governativi o di programmi.

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