Andrea Pubusa
Dunque Adele Gambaro è stata espulsa dal M5S con voto via blog. Gli aventi diritto erano 48.292, di questi hanno votato in 19.790. Il 65,8% (pari a 13.029 voti) ha votato per l’espulsione, il restante 34,2% (pari a 6.761 voti) ha votato per il no.
Come al solito, la stampa si è scatenata contro Grillo. Gogna mediatica, ordalia e altri simili giudizi. In realtà, il Codice di Comportamento, in caso di disaccordo di un parlamentare con la linea del M5S, prevede le dimissioni dal Parlamento. E’ eccessivo? Rispetto al casino generale sì: negli altri partiti ognuno fa ciò che vuole. Pensate che c’è addirittura un partito che ha imbrogliato tutti i suoi elettori, facendo l’alleanza con chi aveva giurato di voler combattere! E nessuno dei truffati può chiedere indietro il proprio voto!
Ci sono strani discorsi in giro, nell’area democratica. Per esempio, se il PD si è alleato con Berlusconi la responsabilità non è sua (del PD), no è del M5S. Che questo MoVimento sia invece l’unica forza d’opposizione al governo PD-PDL poco importa. Secondo molti elettori PD, Grillo sarebbe il miglior alleato del Cavaliere, ma in parlamento è l’unico a chiedere il voto sull’ineleggibilità del Caimano (possiamo ancora chiamarlo così?) per conflitto d’interessi in base alla legge del 1957. Molti amici democratici dunque criticano Grillo per scarsa opposizione a B. e giustificano e difendono la condotta del PD che, invece, voterà …per la non incompatibilità.
Lo stesso atteggiamento adottato contro Ingroia, che, per sua fortuna, non è più all’antimafia. Se no, amici miei, il vostro livore verso Ingroia, supportato nelle alte sfere istituzionali e nel CSM, sarebbe equivalso ad una consegna al braccio armato della mafia, come fu per Falcone, Borsellino e Dalla Chiesa. O, quando manifestate nelle giornate di rito, pensate che la solitudine di Falcone, Borsellino e Dalla Chiesa fosse diversa.
Da tutte queste discussioni e dagli umori profondi ch’esse spesso evidenziano emerge uno spaccato preoccupante della società italiana, che, in fondo, ha in larga misura il governo che tutti coloro che stanno col PDL e difendono l’attuale PD vogliono. E questo stesso arco di forze vuole anche l’affossamento della Carta costituzionale, concorrendo, con il proprio atteggiamento omissivo e passivo, alla sua manomissione. L’elettorato PD avrebbe dovuto erigere le barricate contro la procedura d’urgenza di modifica della Costituzione avanzata dal governo Letta jr., mentre invece giunge al paradosso di accettare passivamente un incostituzionale provvedimento, su cui perfino Schifani ha avuto da ridire.
Ah, dimenticavo! Eravamo partiti da quella tal Gambaro, che ha accettato di diventare senatrice del M5S sulla base delle bordate al alzo zero di Grillo, che ora non le piacciono più. Siccome Grillo non ha cambiato stile e tono, vien da dire che la Gambaro ci avrebbe dovuto pensare prima. Molti di noi non sono senatori grillini anzitutto perché non hanno condiviso lo stile dell’ex comico. Ci siamo dimessi in anticipo, senza neppure entrare nel M5S, perché ci piace dire alto e forte ciò che vogliamo. Per questo però, insieme a qualche milione di compagni e compagne, siamo stati espulsi dal PD e da SEL. Milioni senza partito e senza lista, accusati di essere eccessivamente critici o additati come dei bastian contrari. Per di più espulsi senza votazione in rete, ma per le linee e i traffici approntati nelle secrete stanze. E vi scandalizzate perché il M5S ne allontana una, che - per corerenza - avrebbe dovuto lasciare il seggio! D’accordo, le espulsioni non sono più di moda, per di più col voto degli iscritti. Meglio le espulsioni tacite, senza voto, come la nostra. Ciò che è peggio è che noi siamo stati espulsi a milioni non solo dal PD e da SEL, ma anche dal seggio. Non sappiamo a che santo votarci e a chi votare. Vorremmo essere cittadini partecipi della polis e invece siamo stati mandati a casa. Però, chissà, da impenitenti oppositori, può darsi che la prossima volta votiamo per chi l’opposizione la fa sul serio. Per chi, se fa il governo, certamente non lo fa col Caimano. E se sta fuori dall’esecutivo il Caimano lo combatte.
1 commento
1 francesco Cocco
21 Giugno 2013 - 07:01
Chi in un lontano futuro ricostruirà la storia la storia della nostra democrazia negli ultimi 20 anni certamente dovrà attribuire un ruolo particolare a “democrazia oggi” nella difesa delle nostre istituzione autonomistiche dal tentativo di volerne fare strame con la cosiddetta “legge statutaria”. Credo che al suo direttore andrebbe conferita una medaglia per la generosità con cui portò avanti quella battaglia. Era una battaglia per la democrazia contro la prevaricazione, contro un presidente che -parafrasando il titolo di un celebre film - “voleva farsi re”. Ecco perché non capisco la difesa di un altro aspirante dittatorello apparso come meteora sulla scena politica italiana. Certi atteggiamenti che censurano il dissenso, che non sopportano la critica, che invitano alla piaggeria verso il “capo”, sono da condannare senza se e senza ma. Per altro verso ha ragione il direttore del blog quando scrive che ci hanno persino espulso dal voto, visto che guardandosi attorno è difficile trovare chi merita piena fiducia. Quindi bisogna ricostruire dal basso senza però affidarsi ad aspiranti dittatorelli.
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