Red
Proseguiamo nella pubblicazione di materiali di riflessione sulla ricostruzione della sinistra con questa nota dell’Ass. Rinnovamento della sinistra.
Nell’attuale grave situazione economica e politica che attraversa il nostro Paese, manca alla sinistra, frammentata e divisa, la disponibilità e la capacità di trovare proposte volte a difendere i soggetti sociali più deboli, che continuano a subire le conseguenze della finanziarizzazione dell’economia, che consente a pochi di prevalere nella lotta di classe contro tanti e manca inoltre la cultura verso un’unità plurale fra le diverse identità della sinistra.
Senza l’unità ed il pluralismo nella sinistra non si possono condividere regole per condizionare i poteri forti della finanza globale, responsabile della crisi che gestisce da quasi sei anni, imponendo politiche di austerità che creano massacro sociale, negando diritti civili elementari di uguaglianza e di libertà.
Le politiche di rigore hanno prodotto più miseria diffusa e non hanno evitato che la finanza continui a speculare a danno del lavoro pubblico e privato, che produce risorse materiali e immateriali, servizi, più benessere.
In Italia le tre minoranze presenti in Parlamento, che gestiscono la politica attuale, ripropongono le soluzioni fallimentari degli ultimi venti anni, che non servono per uscire dalla crisi, o contrapposizioni pregiudiziali altrettanto inutili e dannose.
Molti costituzionalisti ritengono che la legge elettorale in vigore non rispetti il diritto di tutti i cittadini di eleggere rappresentanze “a suffragio universale e diretto” (Cost. art. 56, c.1), cioè di poter esprimere preferenze nell’elezione dei candidati, fatto questo che è una causa prioritaria della crisi della politica.
Con le liste bloccate in coalizioni coatte in senso maggioritario bipolare si è svuotata la rappresentanza parlamentare di buona parte della sua legittimazione democratica, della sua funzione istituzionale e della sua credibilità. Si è creata così una casta bipolare che vorrebbe assicurare la governabilità, gestendo il potere per pochi, in contrasto con la democrazia parlamentare costituzionale, che tutela l’interesse della maggioranza, ma tale sistema bipolare che dura ormai da molti anni, non ha risolto i problemi, li ha solo aggravati.
Inoltre per far prevalere l’idea di governabilità di pochi, contrapposta alle rappresentanze plurali e unitarie di culture e situazioni sociali diffuse, la legge elettorale impone soglie di sbarramento delle minoranze ed un premio di maggioranza talmente sproporzionati da stravolgere il principio costituzionale del diritto di uguaglianza di tutti i cittadini di “ associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.” Cost. art. 48).
Anche questo contribuisce alla crisi della politica della sua credibilità, della difficoltà a riconoscerla come servizio, passione, competenza.
Se non si ritorna nella sostanza a forme di stato e di governo realmente coerenti con i principi di uguaglianza e libertà indicati dalla Costituzione, viene rimesso in discussione anche il concetto di repubblica democratica fondata sul lavoro e la sovranità non appartiene più al popolo, ma viene commissariata ai poteri forti della globalizzazione.
Lavoro, democrazia del lavoro, diritti, bene comune, ambiente sono le basi su cui la sinistra poterebbe costruire proposte condivise unitarie e plurali: l’alternativa a larghe intese di gestione politica affidata ai poteri forti potrà essere soltanto l’integrazione tra democrazia partecipativa e rappresentativa, tra paese reale e forze parlamentari.
In questo quadro emerge la carenza ideale sul piano dei valori da parte dei partiti che dovrebbero rappresentare la sinistra nel nostro Paese: ci riferiamo in particolare al PD ed a SEL.
Per quanto riguarda il PD, c’è da notare che questo partito ha eliminato la sinistra non solo dalla sua sigla (prima della confluenza con la Margherita si chiamava DS, Democratici di Sinistra) ma anche dalla sua coscienza politica. Ad esempio, il 12 novembre 2012, in occasione di un dibattito televisivo a Sky, nell’ambito delle primarie del centro sinistra, Pier Luigi Bersani, allora segretario nazionale del partito, alla domanda dell’intervistatrice: ”Due nomi per il vostro Pantheon”, anziché fare riferimento a nomi come Antonio Gramsci ed Enrico Berliguer, rispose: “Papa…Giovanni”, intendendo ovviamente Giovanni XXIII, il cosiddetto papa buono. Questo pontefice è ricordato soprattutto per avere indetto e organizzato il Concilio Vaticano II, ma va anche ricordato per aver inviato ad Ante Pavelic, feroce dittatore della Croazia durante la seconda guerra mondiale, la sua personale benedizione il 27 dicembre 1959, un giorno prima che egli morisse a Madrid, dove si era rifugiato in seguito all’aiuto del Vaticano che lo aveva fatto fuggire in Argentina con abito talare e falso nome.
Quest’uomo, leader del partito ustascia e militante cattolico, fu a capo dello “Stato indipendente croato”, puntellato dalle forze di occupazione nazi-fasciste, dopo la sconfitta della Jugoslavia nel 1941 e sino al 1945 si rese responsabile di terribili massacri, un vero e proprio genocidio attuato con l’appoggio della Chiesa cattolica a cui egli aderiva: furono massacrati 700.000 croati di etnia serba e di religione cristiana ortodossa, spesso dopo atroci torture, 50.000 ebrei e 28.000 rom.
La mancanza di una vera identità di sinistra in questo partito lo dimostra anche il fatto di non aver voluto applicare la legge n.361 del 30 marzo 1957, che prevede agli articoli 7-8-9 e 10 diversi casi di conflitto d’interesse ed in particolare all’art.10 lo prevede, nel caso in cui una persona riceva una concessione pubblica dallo Stato, come nel caso di Silvio Berlusconi.
Tale mancanza di identità si rileva anche nell’aver ignorato la volontà dei cittadini espressa con il referendum del 1993, che stabiliva l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti: si è invece dato vita ad una legge, che ipocritamente riguarderebbe il rimborso delle spese elettorali, ma che in realtà è una legge che viola apertamente la volontà espressa dalla maggioranza dei cittadini italiani ed è fonte degli scandali di cui periodicamente siamo spettatori.
L’altro importante partito del centrosinistra, il SEL (Sinistra-Ecologia e Libertà), pur mantenendo nella sigla la parola “Sinistra”, manifesta incertezze ideali in quanto il suo leader Nichi Vendola, nella citata trasmissione televisiva di Sky, ha messo il cardinale Carlo Maria Martini nel cosiddetto Pantheon della sinistra. Poi, rispondendo a critiche della giornalista Barbara Spinelli, lo stesso Vendola, in un articolo apparso su “la Repubblica” del 15.11.2012, intitolato “La mia bussola”, ha considerato Sant’Agostino, noto persecutore di eretici, ebrei e pagani, precursore dell’antisemitismo cristiano, come nuovo luminare della sinistra, per una politica fatta in un presente“…eternamente inconcluso e sospeso, ma che contiene in sé- come ci ammonisce Sant’Agostino- i tre tempi dell’umano.
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