Carlo Dore jr.
Oggi alle 21 Grillo chiude la campagna elettorale ad Assemini con un comizio in Piazza a favore del candidato 5 Stelle alla carica di sindaco Mario Puddu, ingegnere edile di 40 anni, che, con il 21,2% al primo turno, contende la carica di primo cittadino a Luciano Casula, pensionato di 66 anni (già sindaco in due diversi mandati dal 1993 al ‘97 e dal 2003 al 2008), che al primo turno ha ottenuto il 23,8% delle preferenze.
Grillo è attivo anche sul piano nazionale: la sua ultima proposta rivolta al PD è volta a votare insieme per l’ineleggibilità di Berlusconi in base alla legge del 1957.
Ecco sull’arrivo di Grillo in Sardegna una nota critica di Carlo Dore jr., che, tuttavia sulla caduta di Bersani non dà conto di versioni diverse dalla vulgata, come, ad esempio, quella esposta nell’editoriale su Il Fatto di ieri a firma di Marco Travaglio.
Beppe Grillo cala in Sardegna accolto dagli applausi di quanti vedono nell’ex comico l’unica opposizione al magma delle larghe intese, l’estrema speranza di rinnovamento di un sistema politico sempre più arroccato all’interno dei palazzi del potere.
Sembra inarrestabile, la marcia dei barbari illuminati dal Dio del Blog: nell’arco di tre mesi, hanno mandato al macero Bersani ed il suo commovente tentativo di dare vita ad un “governo di cambiamento” che prometteva legalità e lotta al conflitto di interessi; hanno gettato il PD nell’abbraccio mortale del PDL, riconsegnando a Berlusconi la golden sahre di un Paese sull’orlo del baratro; e hanno garantito ai manipoli guidati da Crimi e dalla Lombardi la possibilità di insistere nel loro assalto al Parlamento, liberi da ogni possibile responsabilità di governo. Magro bottino di guerra, per chi si riproponeva di “aprire Montecitorio come una scatoletta di tonno”.
Gli oplites di Beppe non fanno una piega e tirano dritto: zainetti vintage e ipad di ultima generazione sono il simbolo della loro personalissima nueva alvorada, l’insulto generalizzato a compagni e avversari diviene il marchio di fabbrica di una non ben definita riscossa civica, perfino lo strafalcione più grossolano viene bonariamente giustificato come un’innocente dimostrazione di sana onestà intellettuale. D’altronde, vogliono essere barbari: i barbari di Grillo, pronti a seppellire il Mondo con un coro di matte risate.
Beppe non si rassegna: il Movimento sul territorio non esiste, lui vince e perde da solo. Da solo, espelle i dissidenti come Berlusconi al culmine del delirio bulgaro; da solo, liquida le critiche di Stefano Rodotà e le domande di Milena Gabanelli con la stessa sprezzante arroganza con cui aveva messo in discussione l’autorevolezza scientifica di Rita Levi Montalcini, altra mente libera e non disposta a genuflettersi dinanzi all’icona dell’Uomo solo al comando. Beppe vince e perde da solo, ma la batosta l’ha sentita eccome. E allora anche la piccola Assemini, sperduta nel cuore dell’entroterra cagliaritano, diventa importante come una nuova Chalon per i barbari riconfinati tra le pieghe di un fumetto.
Ecco perchè Beppe cala in Sardegna con tutto il suo repertorio di invettive e sberleffi, cercando l’applauso di chi ancora vagheggia una riscossa civica. Chissà se, dinanzi
E chissà se riuscirà a prendere consapevolezza del fatto che il destino di ogni guru intenzionato trasformare il Parlamento ora in un bivacco di manipoli, ora in un ricettacolo di zainetti, ipad e strafalcioni appare irrimediabilmente tracciato dagli ineluttabili sentieri della storia: da solo in una piazza vuota, dove una risata lo seppellirà.
0 commenti
Non ci sono ancora commenti. Lascia il tuo commento riempendo il form sottostante.
Lascia un commento