Amsicora
Questa sì che una bella notizia! Soru vende Tiscali e si candida! Che bello! Avremo ancora un duello Soru vs. Cappellacci, e siccome in Sardegna, per i pessimi risultati di ogni governo, la gente s’incazza sempre con la maggioranza in carica, una volta vince l’uno, una volta l’altro schieramento. Una puntuale alternanza. Ora, la gente è incazzata con Cappellacci e, dunque, tocca a Soru vincere. E’ il suo turno. C’è un solo “se” e un solo “ma”, entrambi piccoli, piccoli: la memoria. Perché, se i sardi sono smemorati, la vittoria per Soru è certa. Se ricordano la sua giunta, perfino Cappellacci potrebbe fare il miracolo di batterlo due volte. Non c’è stato, infatti, alcun candidato in Sardegna che abbia avuto come Soru l’adesione spontanea di grandi masse al momento della candidatura e della prima elezione, e nessuno che abbia diviso i sardi più di lui. Divisione non degli elettori suoi da quelli del centrodestra, no ha lacerato i suoi, portandone un’enormità all’astensione e una parte riconsegnandola al PDL.
Ora ci riprova. Ma non aveva detto, nel 2004, che si candidava non per fare il politico, ma per raddrizzare la Sardegna e poi lasciare? La sua missione non era quella di allevare un gruppo di amministratori regionali capaci di proseguire la sua opera? L’ha finita solo come un cane, dopo aver, l’uno dopo l’altro, allontanato gli assessori più stimati e competenti: da Tonino Dessì a Francesco Pigliaru. Si è circondato di uomini di servizio a pagamento ed ha allontanato tutta l’intellettualità democratica disposta a collaborare ma non a servire. Quando ha iniziato c’era ancora l’eco del raduno popolare di Nuraghe Losa, l’ha finita da solo, dimissionario, presentandosi ai comizi, ridicolmente, in divisa da sardo (abito di velluto, camicia bianca abbottonata, ma senza cravata, alla moda dei pastori e condadini che scendevano in città), e le ha prese da un quaraquaquà politico come Cappellacci. E’ bastato che Gavino Sanna (un altro con cui ha rotto) consigliasse a Capellacci di farsi una foto sorridente e aggiungerci la scritta “La Sardegna torna a sorridere” per battere un truce Soru, sempre fermo al “Meglio Soru” di cinque anni prima.
Cosa spera Soru di ottenere ora candidandosi? Di riavere la spinta unitaria del 2004? E la mala amministrazione in casi clamorosi come l’affaire Saatchi? E il processo per evasione fiscale? E l’accentramento demenziale nelle sue mani di tutte le decisioni? Forse spera che come lui deluse i sardi, altrettanto avvenga con Cappellacci. Spera di prenderli per disperazione? Certo è che la Sardegna di tutto ha bisogno oggi fuorché di lacerazioni e il centrosinistra ha necessità di unità come noi dell’aria per respirare.
Comunque vada la candidatura Soru annuncia un periodo di turbolenza.
1 commento
1 maluentu
4 Giugno 2013 - 12:08
E vabbè, Amsicora…ma non è che adesso riprendi a sparare su Soru? Non piace manco a me, sia chiaro, però da qui a descriverlo come su dimmoniu in persona ce ne corre… E poi, scusa, attacchi Soru perchè non ti piacciono le esperienze di governo basate sull’accentramento, ma… spendi parole di miele su Grillo, che espelle i dissidenti e ricopre di insulti tutti quelli che non gli danno ragione (magari dopo averli candidati alla presidenza della Repubblica, come la Gabanelli o Rodotà)?!? Non bessiri: la democrazia non circola a targhe alterne. Asibiri.
Risposta di Amsicora
Ho detto che Soru è un candidato che divide e che il centrosinistra ha bisogno di unità. Quindi, Soru non è il candidato che va bene oggi. Che c’è di male nel dire questo?
Quanto al M5S è l’unica forza di opposizione alle larghe intese in Italia. Dunque, essendo io fermamente contrario a questo governo, non posso che essere simpatizzante dell’opposizione, di cui condivido molti argomenti. Non sono di quelli che diventano berlusconiani surrettiziamente, per il tramite del trasformismo del PD.
Anche il PCI espelleva chi violava lo Statuto e le regole di comportamento, eppure mi piaceva. In realtà, l’attuale degrado dell’etica pubblica ha fatto dimenticare che i patti si rispettano. Grillo in effetti richiama chi è stato eletto nelle liste del M5S ad attenenrsi al vecchio detto, giuridico ed etico, “pacta servanda sunt“. I patti si rispettano. Chi ha firmato un codice di comportamento per diventare deputato e poi non lo rispetta, non è bene che cambi casacca?
Quanto alla Gabanelli non seguo il suo programma. Rilevo però che si è messa a fare le pulci sulla legittima discussione sulla diaria, senza tener conto che il M5S ha restituito ben 42 milioni di euro allo Stato, non ritirando e rinunciando al finanziamento pubblico e i suoi deputati si autoriducono l’indennità parlamentare. Non so se il blog di Grillo realizzi utili. Se li realizzasse non sarebbero soldi incassati alla Penati. Sarebbe un guadagno legittimo.
Rodotà è un grande giurista e un grande uomo. Che la c.d. sinistra lo abbia ibernato è vero, come del resto tanti altri compagni, grandi o piccoli; è anche vero che il M5S lo ha riscoperto; ciò non giustifica un linguaggio fuori dalle righe se Rodotà si spende per riunire coloro che lo hanno…ibernato.
Quanto alle regole democratiche, credo che meno democratici degli attuali partiti sia difficile individuarne. L’esperimento di Grillo (la democrazia nel e col web) presenta aspetti interessanti e profili problematici. Ha consentito di mandare in parlamento tante persone normali, non politicanti. La guardo senza pregiudizi e senza sconti.
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