Amsicora
Avete sentito? I giudici del Tribunale di Monza hanno dichiarato la prescrizione per il reato di concussione contestato a Filippo Penati. Questo non era un dirigente qualunque, era uno dei collaboratori più stretti di Bersani. Ed era imputato per il cosiddetto “Sistema Sesto”. L’ex presidente della Provincia di Milano era accusato per presunte tangenti legate alle aree ex Falck e Marelli.
Ora, Filippo Penati non sarà processato per i reati di concussione connessi alle riqualificazioni dei quelle aree. Il tribunale ha dichiarato di non poter procedere, essendo intervenuta la prscrizione. E avete udito la grande buffonata? Penati aveva sempre detto di voler rinunciare alla prescrizione, per provare - diceva - la sua innocenza. Ma ieri era assente in aula. E, si sa, alla prescrizione può rinunciare solo l’interessato, non il difensore. Viste le sue ripetute dichiarazioni, al momento di pronunciare la conferma dell’avvenuta prescrizione dei reati, il giudice ha sospeso l’udienza in attesa che l’avvocato difensore dell’ex Presidente della Provincia di Milano Matteo Calori, lo contattasse per avere conferma circa le sue intenzioni di presentarsi in aula e pronunciarsi circa la volontà di opporsi alla sentenza di prescrizione, eventualmente ricorrendo anche in Cassazione. Ma, guarda caso, Penati è irraggiungibile! La risposta del difensore è stata desolante: “Penati non c’é ed io non posso al momento assumere la responsabilità di una sua decisione a riguardo”. Il processo continua per i reati di corruzione finanziamento illecito ai partiti relativi alla Milano-Serravalle e a Milano-Metropoli. Il giro di Penati era ampio, andava ben oltre la sua Sesto S. Giovanni.
Ma Penati non demorde nel prendere per i fondelli gli italiani. “Come annunciato, già nei prossimi giorni, ha dichiarato senza vergogna, farò ricorso in Cassazione per annullare la sentenza di prescrizione voluta dai Pm per i fatti di 3 anni fa”.
Un’ultima curiosità. Sapete perché è stata possibile una prescrizione così veloce per reati così gravi? Grazie all’ex ministra Severino, avvocato milionario, difensore di tanti malfattori d’altobordo. E’ lei che, con l’appoggio convergente di PD e PDL, ha varato la “riforma” che ha reso possibile a Penati di scampare la sentenza.
Morale della favola. Un tempo i compromessi fra forze politiche nascevano nel cuore della lotta: la Costituzione, per esempio, è nata dalla lotta partigiana e dall’alleanza fra le forze antifasciste. Il primo centro sinistra, all’inizio degli anni ‘60, sulla scuola dell’obbligo, la nazionalizzazione dell’energia elettrica, lo Statuto dei lavoratori. Berlinguer e Moro volevano il “compromesso storico” per sbloccare il sistema politico italiano, eliminando la conventio ad excludendum nei confronti dei comunisti. C’era in campo il comune impegno contro il terrorismo delle BR. Dove nascono, oggi, le larghe intese fra PDL e PD? Nelle aule di giustizia: Penati ne è un esempio. All’orizzonte ci sono i processi al Cavaliere, i gravi giudizi contenuti nelle sentenze di ieri della Corte d’appello di Milano e della Cassazione, la sentenza della Corte d’appello di Palermo di Dell’Utri, ma sullo sfondo c’è anche l’affaire Monte dei Paschi, l’oscura vicenda della trattiva Stato/Mafia e i tanti processi a carico di amministratori del PDL e del PD. Il governo Letta ha il proprio humus in questo mondo oscuro del malaffare e nell’assoluta necessità di politici, esponenti dell’alta finanza e del mondo bancariio di farla franca.
1 commento
1 Stefano Deliperi
25 Maggio 2013 - 11:21
d’accordo, caro Professore, assolutamente d’accordo. Purtroppo.
Che pena (non prescritta nè indultata, questa).
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