Andrea Pubusa
Oggi ho lasciato codici e pandette e mi sono recato nell’Aula Magna della nostra Università per assistere alla lectio magistralis di Andrea Camilleri in occasione del conferimento della laurea honoris causa in lettere moderne. Mi è capitato altre volte di assistere a queste cerimonie, ma solo per dovere, perché, in tocco e toga, ero componente della commissione dei docenti.
Oggi no, non ero lì per dovere. Ero lì per piacere. Il piacere di sentire la lezione di un grande italiano, siciliano e oggi, posso dire, anche sardo. Camilleri fa parte di quelle persone che tutti gli onesti amano istitintivamente, come Pertini e Berlinguer. Le si ama perché trasudano onestà, alti valori, buoni propositi, in una parola umanità.
E ieri Camilleri nella sua lectio ci ha impartito un grande esempio di umanità, parlandoci del difficile rapporto padre/figlio in letteratura per poi scendere al rapporto fra se stesso e il proprio padre. Un rapporto non facile: fascista prima e poi monarchico-liberale, il padre; comunistra e repubblicano il figlio. Combattente nella Brigata Sassari con Lussu il padre, intellettuale di sinistra, pacifista, il secondo. Ma è nel comune sentire verso Lussu che padre e figlio riescono a trovare, alla fine della vita del vecchio genitore, il modo per riannodare una sintonia civile, da unire al grande reciproco affetto sempre esistito.
Ha ragione Giuseppe Marci, che dobbiamo ringraziare per essere stato il promotere di questa magnifica iniziativa, Camilleri, con la sua lectio magistralis, ha voluto non solo dar prova della sua profonda cultura e intelligenza trattando un tema complesso, ma anche manifestare un grande amore per la Sardegna e i sardi, il cui valore ben conosceva dalle narrazioni paterne sulla vita in trincea e sulle gesta del Capitano Lussu. Camilleri lo ha fatto con grande maestria, semplcità, passione e affetto. Affetto ricambiato dal pubblico con un infinito e commosso applauso. Si possiamo dirlo: da stamattina non abbiamo soltanto un nuovo dottore in letterature moderne, ma anche un sardo in più, che è anche siciliano e italiano: Andrea Camilleri.
1 commento
1 antonello loriga
11 Maggio 2013 - 10:38
Ho appreso dal blog di Paolo Maninchedda “Sardegna e libertà” che sia lei che Paolo avete scelto di farvi un piccolo regalo : dedicare una mezza giornata al “piacere” di ascoltare un maestro che, dopo essere stato ascoltato ha ottenuto il “riconoscimento del ruolo” di MAESTRO. Lei scrive “onestà, alti valori, buoni propositi : umanità.
Riannodare una sintonia civile da unire al grande reciproco affetto sempre esistito”… per la Sardegna.
Che bello sarebbe vivere e scrivere queste parole parlando di politica.
Buona giornata
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