Alfiero Grandi - Pres. Ass. Rinnov. Sinistra
Sembra incredibile, ma Mario Monti, il (presunto) salvatore della patria è in rapido oblio. Dopo il clamoroso insuccesso elettorale della sua lista è iniziato un rapido declino di Monti e oggi la sua creatura elettorale è divisa ed è in caduta libera di consensi. I giudizi sulla sua opera di governo sono diventati meno corrivi e da ogni parte si invocano provvedimenti per la ripresa. Perfino il moderato Enrico Letta, alla testa di un Governo di larghe intese, è passato dal pieno sostegno a Monti – contenuto in un famoso bigliettino inviatogli al momento dell’insediamento – a una presa di distanza di fatto. Basta pensare che sulle pensioni c’è l’impegno di Letta a risolvere il problema degli esodati, lasciato irrisolto dalla Fornero, per almeno 300.000 persone che non hanno più il lavoro e non possono andarsene in pensione. Letta si è anche impegnato a ripristinare una forma di flessibilità tra lavoro e pensione che la legge approvata all’epoca ha reso impossibile.
L’Italia è di fronte all’esito economicamente e politicamente disastroso di quella che è stata chiamata la seconda repubblica. Porre in atto rimedi immediati per affrontare la condizione drammatica di milioni di persone e di moltissime imprese è indispensabile. Adottare misure urgenti di riforma dei partiti e del sistema politico per la salvaguardia della democrazia costituzionale italiana ne è la premessa necessaria. Il Governo che si è costituito non solo contraddice le posizioni espresse nelle elezioni creando un comprensibile disagio negli elettori del centrosinistra ma appare del tutto inadeguato anche alle necessità più urgenti. Se, come è stato detto, fosse vero che le differenze tra destra e sinistra restano tutte non si comprende come possa questo Governo affrontare la crisi italiana. E i cedimenti alla destra, che già sono visibili, fanno temere il peggio.
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