In frode al popolo di sinistra

28 Aprile 2013
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Andrea Pubusa 

Menttre il popolo della sinistra è in  rivolta, iniziano nei gruppi dirigenti del PD e del centrosinistra le giustificazioni. La tendenza è quella di attribuire ad altri l’esito di questo avvio di legislatura con l’innaturale connubio fra PD e PDL. Ne ha offerto un esempio in questo quotidiano l’amico Pietro Maurandi, di solito molto controllato, che non si trattiene dallo stigmatizzare il M5S dei aver candidato Rodotà. E in cosa consisterebbe il misfatto? Nell’aver strumentalizzato questa candidatura a dini meramente propagandistici, non potendo l’illustre giurista diventare capo dello Stato per mancanza dei numeri. Strano modo di assolvere i gruppi dirigenti del PD, che ben avrebbero potuto far convergere il voti dei parlamentari PD su quella candidatura, fra l’altro, proveniente dalle loro fila, come ha fatto SEL. Bastava per rimodulare la candidatura Rodotà, concordare una sichiarazione di ritiro con contestuale riproposizione concordata a nome di PD, SEL e M5S. Operazione he si sarebbe potuta concordare anche sul nome di Prodi, anch’esso fra i “magnifici 10″ usciti dalle “quirinarie”. La verità è che nel PD c’è un’area vasta centrista con propensione verso la destra, un berlusconismo diffuso. Non si piega diversamente questo inciucio col Cavaliere e questo indecoroso porsi sotto la sua frusta. 
Ma per quanto ci si sforzi, come fa anche Maurandi in questo giornale, può lo schieramento al governo delle riserve nascondere la vera essenza di questo esecutivo? Può nascondere il patto scellerato col Caimano? Può far dimenticare il vulnus alla correttezza democratica? Che cos’è se non frode all’elettorato l’utilizzo da parte del PD del voto del popolo del centrosinistra per fare un governo col PDL? Quale sarebbe stato lo scenario politico se il PD avesse prima del voto svelato agli elettori questa sua intenzione? O questa eventualità? Possiamo immaginare che SEL non avrebbe aderito all’invito di fare liste comuni. E’ probabile che SEL e Rivoluzione civile avrebbero fatto un’alleanza ed è verosimile che una buona fetta del popolo della sinistra avrebbe votato questo schieramento. Non ha preso molti voti il PD, brandendo lo spauracchio della dispersione e chiamando a raccolta sul voto utile contro il PDL? E anche probabile che il M5S avrebbe avuto un esito ancora più esaltante di quello raggiunto. Forse avrebbe vinto le elezioni. Insomma, lo scenario sarebbe stato del tutto diverso. Oggi invece il PD usa il voto di elettori che mai e poi mai vogliono l’alleanza e la salvezza del Caimano per allearsi con lui, dandogli il salvacondotto. Come farà la magistratura a svolgere serenamente la sua funzione se dal Magistrato più alto della Repubblica, dal Capo dello Stato è venuto al Cavaliere il riconoscimento d’essere un salvatore della patria? Come si può condannare il grande elettore del Presidente Napolitano e il vero dominus del governo italiano?
Nel PD si obietta che non c’è un’altra strada e che un governo pur bisogna formarlo. E, per mettersi la coscienza in pace, molte anime belle, oltre ai media di regime, sottilizzeranno sullo stato di necessità. Ma è falso. La candidatura di Rodotà al Quirinale poteva dare agli eventi un corso del tutto diverso, di segno politico opposto e in consonanza con la volontà e le aspirazioni del popolo del centrosinistra. Anche l’elezione di Prodi avrebbe segnato un percorso diiverso. Ma lo si è impallinato da settori del PD, che ora stringono patti col PDL, perché una prospettiva di cambiamento venisse preclusa.     
C’era un’alternativa estrema, una soluzione di salvezza democratica? Certamente: il ritorno alle urne. Il PD avrebbe potuto chiedere un voto più ampio per un governo di centrosinistra e forse avrebbe vinto. Oppure, con chiarezza, avrebbe potuto chiedere il consenso per andare alle larghe intese. Sarebbe stata una condotta politica rispettosa degli elettori. Certo, in politica la memoria è corta e gli italiani possono mutare opinione, ma la frustrazione e la rabbia di questi giorni nel popolo della sinistra è tanta e lascerà il segno. La frode del PD avrà certamente una sanzione e sarà proporzionata al vulnus inferto all’affidamento degli elettori.
Ma cosa può nascere da una frode? Presto o tardi i nodi verranno al pettine. Come potrà un partito, con questo peccato, avere sostegno dai suoi elettori per affrontare le difficili prove che lo attendono? E - si sa - senza una spinta popolare, senza una grande sintonia col proprio popolo pensare a riforme e cambiamenti è solo pura fantasia. In realtà, come tutti rilevano, il PD ha consegnato se stesso e il Paese mani e piedi al Caimano, al giaguaro che aveva promesso di smacchiare. Come il governo Monti è stato lo strumento per evitare il tracollo del PDL e la morte politica de Cavaliere, il governo Letta sarà l’intermezzo verso le nuove elezioni che probabilmente sanciranno la vittoria del Caimano e, ahinoi!, la sua ascesa al Colle. Questa tragica prospettiva è senza alternativa? Il PD è in caduta libera, è già il terzo partito. Nei sondaggi cresce invece quel M5S che ci ha fatto sognare con Rodotà. E’ quasi appaiato al PDL nelle percentuali. Il PD in poco tempo ha fatto del M5S la sola alternativa al PDL. Alle prossime elezioni politiche il voto utile per chi vorrà l’alternativa al Cavaliere sarà quello al MoVimento di Beppe Grillo.

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