Gino, se non Presidente, alla Sanità!

18 Aprile 2013
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Gianna Lai

Oggi il Parlamento in seduta comune inizia le votazioni per eleggere il nuovo presidente della repubblica. Fra i magnifici 10 delle “Quirinarie” Gino Strada è arrivato secondo. E’ un uomo straordinario, che ha dedicato la sua vita agli altri, ai diseredati: ha curato gratuitamente nel mondo oltre quattro milioni di persone. Francesco, il papa, con tutto il rispetto, ha lavato i piedi in vita sua solo a poche centinaia di poveri. Quanto a francescanesimo un paragone improponibile! Ecco un uomo da fare santo, subito! Certo sarebbe un gran Presidente. Ma per questa Italia è troppo (ci sono molti, nei partiti, che non lo vogliono). Ha declinato l’invito. Ma che ottimo ministro della sanità!
Per cosa spingerebbe Gino Strada se divenisse ministro della sanità, lo si capisce anche da questo intervento che ha svolto a Cagliari nei giorni scorsi su Guerra, salute, diritti umani. Di esso ci riferisce Gianna Lai.

Cazzo, prendetevi un giorno libero!
Costruire 10 ospedali di eccellenza in Africa, ed equipaggiarli per tre anni, costerebbe circa 300 milioni di dollari. L’equivalente di un giorno di guerra in Afganistan, dove si combatte da 12 anni, ininterrottamente. ‘Cazzo, prendetevi un giorno libero’ reclama  Gino Strada, durante l’intervento all’Ospedale Brotzu di Cagliari nei giorni scorsi, ‘e che la voce di tutti noi si alzi forte a investire i governanti’. Il responsabile di Emergency è qui per parlare del Progetto Africa, 10 Centri di eccellenza gratuiti e di alta qualità, che accolgano gente di tutti i paesi, come già avviene nei Centri aperti in questi anni.
La medicina  si fondi sui diritti umani, su eguaglianza, qualità, responsabilità sociale, secondo il Manifesto  sottoscritto recentemente da  12 ministri di paesi africani, ‘che capiscono di più di quelli europei’. 10 ospedali, per dare vita ad una rete di medicina eccellente e gratuita, tutta costruita dal basso. Perchè, se nel mondo muoiono ogni anno 10 milioni di bambini prima del quinto anno di vita, la metà muore in Africa. Ed è qui che la malattia reumatica, ormai scomparsa da noi, colpisce dai 18 ai 20 milioni di persone. Ma il diritto ad essere curati deve fondarsi sull’uguaglianza, deve garantire le stesse cure a europei e a africani, sennò è colonialismo, è razzismo. Alle spalle del relatore, uno schermo altrettanto eloquente mostra Strada con i ministri africani e, a fianco, il Preambolo sulla Dichiarazione dei diritti dell’uomo, continuo riferimento per una qualità della medicina  che si fondi sui bisogni dei cittadini e non sul profitto delle aziende. E qui una breve digressione sul Centro cardiologico di Kartum, ‘dove domina la qualità e non manca la passione al punto che, se l’incidenza delle complicanze postoperatorie si calcola in Occidente in per cento, da noi si calcola in per mille.  Il rispetto della persona, e un’igiene maniacale contro le infezioni,  dimostrano come la qualità sia raggiungibile’. La responsabilità sociale infine, il terzo punto del Manifesto, ‘non ho mai fatto visite private, dice Gino Strada, mai, perchè sono convinto che il Sistema sanitario debba essere gratuito. Il sistema pubblico ci impone di parlare di salute per tutti e per ciascuno, quello privato è un disastro per l’intera comunità. Destinare le risorse necessarie al  benessere dei cittadini secondo il dettato della nostra Costituzione, non mi può far sentire medico se lo stipendio dipende dalle mie prestazioni, e  aumenta quindi se la gente sta male, instaurando un vero e proprio conflitto di interessi, a fronte di stipendi scandalosamente bassi per gli infermieri. Gli imbecilli politici italiani non possono capirlo, perchè nel nostro Sistema nazionale sanitario si spendono 2000 euro per persona all’anno, una buona cifra, direte,  per assicurare a tutti una buona sanità. Senonchè le spese sanitarie non sono solo quelle destinate alla salute dei cittadini, 30 miliardi di euro all’anno vanno agli speculatori, in mazzette, in sprechi. Certo la Sanità pubblica fa sei a zero in Italia a quella privata, ma intanto proliferano le convenzioni con i privati, mentre si chiudono i pubblici per rimpinguare gli speculatori, che diventano ricchi sfruttando le sofferenze altrui. Un serio Sistema nazionale deve assistere tutti,  la politica ne stia fuori e i medici siano stipendiati non in base alle prestazioni. Perchè i determinanti sociali della salute dice l’Organizzazione mondiale della Sanità, quasi novello Marx, derivano innanzitutto dal livello di giustizia sociale, dal livello socioeconomico del territorio, e la medicina deve contribuire alla giustizia sociale, agendo strettamente in base alle esigenze delle persone  e della situazione sociale data. Cosa che non avviene già nella stessa Europa, nella  Grecia colpita dalla crisi, per esempio, dove gli  indicatori sanitari segnalano un aumento della morbilità e della mortalità’. Mentre sullo schermo appaiono i diagrammi sui picchi e le linee distese in rosso e blù, la storia della mortalità infantile diviene ancora il metro di paragone tra Occidente e Sud del mondo, se i 270 morti  del 1750 (per 1000 nati in Europa),  via via diminuiscono in corrispondenza dell’uso consapevole di un’igiene rigorosa,  e poi della scoperta della medicina. In Africa gli indicatori sono gli stessi, oggi, dell’Europa ai primi del Novecento, vuol dire che non c’è stato sviluppo della medicina, al di là degli interventi caritatevoli sempre utili e importanti.
Aveva iniziato il discorso Gino Strada, denunciando la sparizione dalla politica e dall’informazione di parole come guerra, lavoro, povertà e istruzione, in un’Italia tutta presa dallo spread, se si escludono quei 615 nuovi poveri, che si contano  ogni giorno nel nostro paese . Da  ipocriti si  parla di dopoguerra, tra  i 170 conflitti che dal 1946 devastano il mondo, con la connivenza dell’Italia stessa, e che  hanno causato oltre 5 milioni di morti. Per una spesa di 798 miliardi di dollari  nel 2000, 1738 nel 2011. 4,7 miliardi di dollari al giorno, che servirebbero a far vivere 2 miliardi di persone. E a risolvere il problema della fame, come diceva Follerau, se pensiamo al costo di un B52, ai 417 miliardi di dollari al giorno che si spendono per il sistema militare. L’antidoto sono i diritti umani e, nello schermo alle spalle del relatore, una bambina fra due burka azzurri, povere capanne e madri africane con i loro figli. E, di nuovo, il Prembolo della Dichiarazione dei diritti dell’uomo del 1948, che deve ispirare la cultura e la prassi della medicina, per contribuire alla costruzione della pace e dei diritti umani, contro ogni forma di profitto.  In un andirivieni delle immagini, tra il busto di Ippocrate e il gioviale medico moderno in camice bianco, a rappresentare  una medicina nelle mani dell’idustria farmaceutica,  ’sono indignato, dice Gino Strada, da ciò che avviene in medicina nel nostro paese, per responsabilità anche di noi medici. Secondo il Giuramento di Ippocrate si curano tutte le persone, abbiamo le competenze per alleviare tutte le sofferenze, il medico deve rispondere ai bisogni. Invece, come in un mercato, si  promuove la malattia, dicendo ai sani che sono malati. Così il 20% delle persone operate sono sane, così i valori, ad esempio,  della glicemia, dai 160 nel 1969 ai 126 di oggi, hanno creato un nuovo mercato di persone da curare, vittime dell’industria farmaceutica, che moltiplica le malattie.  Si deve perseguire una medicina basata sui diritti umani o sul profitto?’,  si chiede Gino Strada, avviandosi alla conclusione. ‘E in un mondo popolato da decine di migliaia di ordigni nucleari, con un milione di volte la potenza della bomba di Hiroshima, e capaci di attaccare un territorio a 10mila chilometri di distanza, dobbiamo porre fine alla razza umana o deve l’umanità rinunciare alla guerra?’. Se lo chiedeva il Manifesto Russell-Einstein del 1955, firmato dai più grandi scienziati, che appare ora sullo schermo, prima dell’attraversamento di  un inquietante drone. Emergency ha rinunciato alla guerra perchè l’ha vista, e vuole combattere per una medicina che assicuri la vita a tutti. A partire dai luoghi in cui opera, Cambogia, Sri -Lanka, Algeria, Iraq, Nicaragua, Angola, Palestina, Sudan, Eritrea, appaiono alle spalle di Gino Strada, dove son state curate più di 5 milioni di persone. E a chi gli chiede cosa  farebbe da Ministro della Sanità, Gino Strada  parla di un Sistema nazionale da cui la politica stia fuori, con medici regolarmente stipendiati per la salute di tutti,  se pensiamo che in Italia 9 milioni di persone (dati Censis), non hanno ancora pieno accesso alle cure sanitarie. Un unico Sistema nazionale che abolisca l’Azienda ospedaliera, espressione di 20 sistemi  regionali, con costi differenti da Regione a Regione. E degli attuali 120 miliardi destinati dal nostro paese alla Sanità, una parte cospicua potrebbe, a questo punto, essere destinata anche alla  Ricerca. Anzi, ‘un ospedale ad Emergency, e  risparmieremo  il 30% di quella somma,  dopo 12 mesi restituiremo il 30% dei rimborsi’, è la provocazione finale di Gino Strada. Chissà da Presidente o da Ministro alla sanità…!

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