Grillo: la follia prima o poi ci fa piangere

16 Aprile 2013
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Aldo Lobina

“Cento lingue, cento bocche, un’ugola di ferro, non mi basterebbero a enumerare tutte le varietà di pazzi, a elencare tutte le forme di follia” (Virgilio – Eneide)

“Sarà anche un folle e un buffone, Grillo.”… Se porta Rodotà, Zagrebelsky, Prodi o Gino Strada al Colle sia benedetta la sua follia! Così Andrea Pubusa conclude il suo intervento di lunedì 15 nella sua rivista in rete (Democrazia Oggi - “Scelta del Presidente, “quirinarie” e democrazia”) per rispondere alla domanda se le “quirinarie” siano “un fatto democratico o una buffonata”.
Nella sostanza il fine, in questo caso la scelta di un nome buono per la massima carica dello Stato, che i parlamentari 5Stelle sosterranno “come un sol uomo”, giustificherebbe certamente il mezzo adoperato per votarlo, fino a far benedire la follia di Grillo, perché potrebbe riservare sorprese positive anche riguardo alla formazione del governo, finora “disturbata” dall’atteggiamento di chiusura del Movimento.
Il ragionamento del professor Pubusa non farebbe una grinza e mi piacerebbe potergli dare ragione sia riguardo alla scelta del Presidente, sia in riferimento alla facilitazione degli accordi per un esecutivo nuovo, diverso da quello auspicato da Berlusconi, Renzi, D’Alema e Napolitano.
Le mie perplessità nascono proprio per il fatto che Andrea Pubusa si affida ad un ragionamento, che segue un filo logico, coerente, regolato da auspicabili significative aperture di un PD (a rischio suicidiario – concordo anche in questo) nei confronti del partito di Grillo, cui la soddisfazione di vedere eletto il suo designato dalle quirinarie sarebbe ripagata in qualche modo sul versante dell’altro adempimento, quello del governo. Follia permettendo.
“Tante.. sono le forme di follia di cui da ogni parte il popolo trabocca, tante ne inventa di giorno in giorno, che per riderne non basterebbero mille Democriti, anche se poi, per quelli stessi Democriti, ci vorrebbe ancora un altro Democrito”. Così dice la Follia ne ”L’elogio della Follia” di Erasmo da Rotterdam. Ma la Follia potrà pure essere derisa da tutti i Democriti che volete, sta di fatto che qualche volta ci fa piangere.
Considerati i comportamenti di Grillo e dei suoi in questi 50 giorni, chi dovesse scommettere sulle prossime mosse del personaggio e dei suoi seguaci avrebbe le stesse possibilità di chi nel gioco della roulette russa ha solo due tiri di grilletto con una pallottola nel tamburo.
C’è da sperare in una follia che non sia fonte di guai. Sì, perché “non ogni follia è fonte di guai”… altrimenti …la Sibilla non avrebbe chiamato folle l’impresa di Enea..”
Erasmo da Rotterdam infatti fa distinguere alla Follia (è la Follia a parlare in prima persona) due specie di essa: una, che quasi quasi disconosce se stessa, quella che “scaturisce dagli inferi tutte le volte che le crudeli dee della vendetta, scatenando i loro serpenti, suscitano nel cuore dei mortali ardore di guerra..” e che si può paragonare a quella messa in campo da Grillo e da chi non ha più nulla da perdere o da sperare; l’altra, assolutamente differente dalla prima, che “nasce da me (è sempre la Follia che parla) e tutti la desiderano. Si manifesta ogni volta che una dolce illusione libera l’animo dall’ansia e lo colma, insieme, di mille sensazioni piacevoli”.
Che cosa è la politica se non il sogno di una polis utopica, cercata per appagare l’istintiva ricerca della felicità, che l’uomo ha ritenuto di dovere e potere condividere con gli altri?
Che cosa è la democrazia se non il mezzo di imporre la forza del popolo, forza che tende al bene comune?
Non è follia del primo tipo pensare che una repubblica parlamentare possa funzionare senza un esecutivo uscito dalle elezioni? Che si desideri con tutta l’anima la distruzione degli altri partiti, proponendo il proprio come soluzione finale, punto di arrivo per una democrazia finalmente compiuta?
Insomma, sembra che con la Follia dobbiamo convivere e non da oggi e non solo per gli eccessi e le chiusure di Grillo, che, a ben pensare, è la risultante di una serie deprecabile di altre follie pubbliche che hanno tollerato l’uso improprio dei partiti, la partitocrazia.Ma ancora ci viene in aiuto la Follia di Erasmo: “Quale città ha mai fatto sue le leggi di Platone e di Aristotele, o i precetti di Socrate? Questa follia genera le città, su di essa poggiano i governi (pensate al governo Monti! n.d.r), le magistrature, la religione, le assemblee, i tribunali. La vita umana non è altro che un gioco della Follia” (Elogio della Follia – Erasmo da Rotterdam).
Quello che è davvero importante è che questo gioco a cui stiamo assistendo da giorni non serva a distruggere tutto, compreso quello che di buono si è creato, che gli stessi partiti, in mezzo a tanti errori, ci hanno regalato. La storia va avanti e fa tesoro di tutto: anche una barca che affonda dà al naufrago elementi utili per la sua sopravvivenza. Salviamo il salvabile!
Elogiamo anche noi la Follia, ma quella costruttiva. Coltiviamo il sogno della città dell’uomo, libero.

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