Più speciale di così la Sardegna!

10 Aprile 2013
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Andrea Pubusa

 Missione compiuta. Si è riusciti a superare l’inimmaginabile. Gigirriva indagato. Forse l’unico vero eroe della Sardegna moderna. Campione esemplare in campo, non solo per i suoi gol straordinari. Campione nella vita con la sua riservatezza a fronte della sua straordinaria popolarità e dell’amore che i sardi gli hanno sempre mostrato, sempre ricambiati. Gigirriva compare nei titoli dei media come indagato nientemeno che per falso. E questo sol perché si è recato a far visita al presidente del Cagliari, la squadra che Rombo di tuono ha portato a suon di gol ad un’impresa irripetibile: la vittoria del campionato di calcio della massima serie.
Tutti si affrettano a dire che è un atto dovuto. Niente di pericoloso per il nostro eroe. Certo il suo procedimento verrà archiviato. Ma solo averlo coinvolto è già un’assurdità in una vicenda in cui tutto è assurdo.
Si modifica uno stadio esistente da decenni e si scopre che la sua presenza pregiudica l’ambiente! Sarà anche. Ma il pregiudzio, se c’è, discende dall’aver costruito uno stadio in quel luogo, non dall’averlo ristrutturato. Si dice che il costo per la recinzione esterna doveva gravare non su certi fondi pubblici destinati ad altro ma sul Cagliari calcio. Sarà così,  ma arrestare il Presidente della squadra non è eccessivo? Non era ed è  più semplice e ragionevole, accertato l’equivoco, nascente evidentemente da intepretazioni non corrette o sforzate, disporre l’esborso a carico della societa calcistica? Si fanno giocare a porte aperte partite di cartello come quella col Milan e col Napoli e tutto và a gonfie vele e, poi, si preclude l’impianto a incontri di minor richiamo. Si vieta perfino la più ragionevole delle misure: limitare l’ingresso agli abbonati, quando perfino i fanciulli sanno che in queste strutture il pericolo è connesso all’affollamento, ai pienoni, mentre si riduce a zero quando il pubblico è scarso rispetto alla capienza delle tribune.
So qual’è l’obiezione. Non si può  parlare come l’uomo della strada. Le regole sono una cosa seria e vanno rispettate. Ed è vero. Ma l’attività giuridica in genere e quella  amministrativa in particolare sono rette da un principio che tutti li sovrasta: la ragionevolezza. E questa è abbondantemente infranta in questa vicenda. Non è ragionevole che per modificare e rinnovare uno stadio in Sardegna, a distanza di un anno, si sia caduti nello stallo, dopo aver fatto un quarantotto con l’arresto di quanti hanno avuto la sventura di occuparsi della questione. E, colmo dei colmi, iscrivendo nel registro degli indagati per una evidente visita di cortesia ad un carcerato l’eroe moderno della Sardegna, Gigirriva, il Rombo di tuono nazionale.
Che dire poi dei baretti al Poetto? Sono utili, i cagliaritani li vogliono perchè, in tanti, amano recarsi in ogni stagione in quella spiaggia che tutte le altre città  ci invidiano e l’amministrazione che fa? Li chiude. Ma se fosse per sempre si capirebbe. Ma chi può comprendere che i chioschi vanno smontati e poi - come dice il sindaco - rimontati 45 giorni  dopo? Se la violazione dell’ambiente c’è, la demolizione è sacrosanta e dev’essere definitiva. I baretti devono sparire e basta. Se possono essere rimontati negli stessi luoghi e nelle stesse forme, quel pregiudizio evidentemente non c’è ed allora la ragionevolezza porta a non smontarli. 
Conosco anche qui l’obiezione: la temporaneità dell’installazione vuol dire provvisorietà, significa che dopo un certo tempo si deve smontare e poi rimontare. Temporaneità equivale a stagionalità. Si monta in primavera e si smonta in autunno. Ma questa soluzione è irragionevole anche in relazione alle  esigenze dei cagliaritani, che al Poetto vanno anche d’inverno. Ed allora non è più accettabile rapportare la temporaneità al varo del PUL, il piano del litorale? Le cose stanno come sono fino al l’approvazione di questo piano, al quale dovrà rapportarsi rigorosamente l’esistente e le future realizzazioni. In altre parole, siccome è questo piano a dire ciò che può essere fatto e ciò che dev’esse abbattuto, non è ragionevole accelerare la deliberazione del piano per definire la vicenda?
Si potrebbe continuare. Ci sono migliaia di assurdità, amministrative e giudiziarie, simili in Sardegna. Verrebbe da dire a Cellino di andare a costruire lo stadio in Germania dove in pochi mesi lo fa nuovo di zecca e lo ringraziano pure. E ai titolari di baretti di spostarsi sulle rive di qualche laghetto in Austria o in Scozia. Ma la loro sventura è di essere sardi e operare in Sardegna, una regione in cui si discetta di zona franca, senza sapere che l’unica franchigia che subito si potrebbe dare, senza autorizzazioni romane, è una buona amministrazione. L’organizzazione amministrativa è infatti una potestà legislativa esclusiva della nostra Regione speciale. E un’amministrazione chiara ed efficiente è il richiamo più grande per chi vuole investire, la sovvenzione più grossa e attraente per gli imprenditori e i cittadini seri. Ma la nostra Regione non è solo speciale, è specialissima: chiunque vuole intraprendere dai chioschetti agli stadi ha il destino segnato: oscurità e lungaggini amministrative, sigilli, chiusure, spesso procedimenti penale e talora perfino gattabuia! Più speciale di così la Sardegna!     

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