Enrico Grazzini
Le varie “porcate” elettorali degli ultimi vent’anni hanno favorito, anziché contrastare, il degrado della democrazia in Italia. Oggi si riparla della riforma elettorale come una delle tre/quattro cose da fare subito. Ma quale legge elettorale? Radicalizzare in senso maggioritario e presidenzialistico il sistema secondo la vocazione della destra? Rimanere sulla scia della legge Acerbo del 1923 e della legge truffa del 1953, a cui si ispira l’attuale “porcata”? O tornare al sistema proporionale proprio della tradizione democratica e di sinistra e desumibile anche dalla nostra Costituzione? Ecco un ampio stralcio della riflessione sul tema, pubblicata il 5 apr 2013 “Il Manifesto”.
[…]Per chi è democratico e, a maggior ragione, per chi è di sinistra non ci dovrebbe essere alcun dubbio: il sistema proporzionale – basato sul semplice principio ugualitario un uomo un voto – è certamente da preferire a qualsiasi altro astruso e complicato meccanismo. Con il proporzionale tutte le diverse opinioni politiche presenti nel corpo elettorale possono trovare un’adeguata rappresentanza parlamentare. Senza il perverso trucco del premio maggioritario previsto sia dal Porcellum attuale (falsamente proporzionale) che dal Mattarellum precedente (sostanzialmente uninominale), con il sistema proporzionale il numero dei voti espressi dagli elettori genera un numero proporzionale di eletti. Qualsiasi libro di testo di scienze politiche spiega nel capitolo iniziale che il proporzionale garantisce le minoranze e i partiti di minoranza; così come i sistemi maggioritari distorcono la rappresentatività del voto per promuovere artificialmente la governabilità. Il voto dei cittadini non è più uguale, la democrazia è palesemente distorta.
Il sistema proporzionale ha poi un vantaggio molto semplice: nella storia non ha mai potuto essere utilizzato per restringere gli spazi d’agibilità democratica. Spesso le tecniche elettorali sono state manipolate per favorire regimi autoritari: così hanno fatto i fascisti, i comunisti, i gollisti e, prima ancora, i termidoriani, i bonapartisti, ecc. Ma nessuna di queste manipolazioni ha potuto fare uso del meccanismo proporzionale. Tutte invece hanno fatto ricorso ai modelli maggioritari, come la famigerata legge Acerbo del 1923 voluta da Benito Mussolini, e poi la legge truffa del 1953 che dava un premio di maggioranza a chi raggiungeva il 51%, e la legge Calderoli, unica in Europa, peggiore di quella Acerbo, che regala la maggioranza dei seggi a chi arriva primo anche solo con il 20% dei voti.
Il sistema proporzionale, nato con il liberalismo di John Stuart Mill, si è diffuso in Europa dopo la prima guerra mondiale insieme al suffragio universale e ai partiti di massa cattolici, socialisti e comunisti. Non a caso il proporzionale è di gran lunga il sistema più utilizzato in Europa (anche se nessuno lo dice). Solo il Regno Unito, la Francia, la Grecia e l’Italia perseguono una logica maggioritaria. Germania, Svizzera, Spagna, nord Europa (Svezia, Norvegia, Finlandia, Islanda, Danimarca, Olanda, ecc.) hanno un regime proporzionale, puro o misto, mentre il sistema uninominale – che è intrinsecamente maggioritario perché, come dice il nome, uno solo viene nominato e tutti gli altri perdono anche se sono la maggioranza – è stato adottato soprattutto dalle democrazie anglosassoni (Usa, UK, Canada) e dalla Francia.
L’uninomale maggioritario, come il Mattarellum, tende a tagliare le ali eccentriche e a favorire la convergenza dei partiti verso il centro. Secondo gli scienziati politici conservatori è utile perché assicura la governabilità. Svizzera, Germania e i paesi nordici hanno però governi molto stabili con il sistema proporzionale. I sistemi uninominali maggioritari hanno un altro fondamentale difetto: sono spesso accompagnati dal presidenzialismo (come negli Usa e in Francia), un retaggio della monarchia, il sogno di tutti i conservatori, dalla Trilaterale in avanti, passando per la P2, ovvero il sogno di concentrare il potere in un uomo solo per “affrontare l’emergenza”.
Preoccupa che il partito democratico voglia ritornare al Mattarellum; tuttavia non stupisce troppo dal momento che anche l’ex Pds con D’Alema era pronto a (contro)riformare la Costituzione in senso presidenzialista insieme a Berlusconi e Fini; e dal momento che Veltroni vorrebbe copiare il sistema americano dove i partiti sono comitati elettorali. Il Pd ritiene evidentemente che il sistema uninominale maggioritario potrebbe eliminare le formazioni alla sua sinistra e favorire la formazione di un suo governo, ma si sbaglia: il maggioritario favorisce la destra e Berlusconi.
Stupisce invece che una formazione di sinistra come Sel di Nichi Vendola proponga di tornare al Mattarellum, e non sia schierato a favore del proporzionale. Paradossalmente è più a sinistra Grillo dichiarandosi a favore del proporzionale, contro i tentativi presidenzialistici berlusconiani.[…]
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