Andrea Pubusa
Che palle! Incontro in ascensore un condomino, il dr. Piras. Per non parlare sempre del tempo, quando mi chiede “Come va?”, la butto in economia: “c’è da essere preoccupati a causa della crisi, la disoccupazione è grave“, farfuglio. “Colpa dei grillini…“, fa lui, senza pensarci. “E no!, obietto, “Grillo non ha mai governato! Semmai la responsabilità è del Cavaliere… e di Monti…“. Per fortuna, arrivo al mio piano e scendo. Cavolo vuoi dirgli ad un imbecille! Lui, il dr. Piras, è convinto davvero che i nostri mali siano causati dal M5S. Il male è che la pensano così molti italiani non solo berlusconiani, ma anche del PD.
Entro in casa. Bevo un bicchiere d’acqua. Mi metto al computer, apro internet e leggo su democraziaoggi l’articolo di un brillante intellettuale dell’area progressista cagliaritana, che stimo molto. Parla, preoccupato, della solitudine di Bersani nel suo generoso tentativo di formare il governo. Penso: ha ragione, con tutti i compagni del PD, che, nell’ombra, remano contro, il suo sforzo è a rischio. Ma no! Non è il fuoco amico alle spalle che rende guardingo Grillo, che non vuole impantanarsi in un governo debole e imbelle, da impallinare alla prima occasione. No. Non sono le fucilate dei suoi compagni da dietro il muretto a secco. No. Il buon Bersani è “attanagliato dall’autoritarismo egocratico di Berlusconi e dal populismo reazionario di Grillo“. Sull’egocentrismo del Cavaliere d’accordo, bisogna capirlo, è ossessionato dal tintinio delle manette. Ma Beppe mi chiedo: perché reazionario? E’ forse reazionario bloccare la TAV o chiedere l’eversione della casta? O dire che Belusconi va dichiarato ineleggibile in base alle leggi esistenti, senza bisogno di una nuova legge? Lo abbiamo sempre chiesto a gran voce. Lo chiede anche Flores d’Arcais. Anche a Cagliari abbiamo organizzato dei bei dibattiti sul conflitto d’interessi del Caimano. E poi non è Bersani che vuole allearsi con lui? Quandomai Pierluigi va con un reazionario?
Cerco conforto cliccando su Il Manifesto sardo, il bel blog diretto da Marco Ligas, compagno di sempre, che spesso mi rincuora, politicamente parlando. Subito m’intriga l’articolo ”la sinistra che vorrei“. Penso: “è lo scritto che fa per me“. Voglio sollevarmi il morale. Leggo avidamente, perché anch’io una sinistra la vorrei. Mi blocca però un passaggio: “Pensavo che peggio di Berlusconi fosse impossibile, invece no. Grillo è un nemico molto più pericoloso”. La mia confusione è totale e aumenta ancora quando scopro che il pericolo non nasce dai suoi obiettivi. Anzi “propone cose condivisibili”, soggiunge l’autrice dell’articolo, e addirittura lui Grillo “fa le battaglie storiche della sinistra (vedi ambiente e reddito di cittadinanza)”. Ed allora perché tanta paura? ”Rifiuta completamente l’essenza della democrazia” - sentenzia inappellabilmente la compagna. Allora, scrivo un commento, un post con qualche considerazione di sano buon senso (almeno così credo): ”Grillo è riuscito - scrivo - a raggiungere percentuali da PCI in poco tempo. Comprendo le critiche, ma non vedere la grande novità è da ciechi. Persegue tutti gli obiettivi che ci siamo proposti: riduzione dei privilegi, dei costi della politica, l’attacco frontale ad una classe politica marcia e predatrice, la battaglia per l’ambiente ed altro. Cosa sarebbe oggi il quadro politico senza Grillo? Il governo Bersani-Monti o Monti-Bersani o, peggio, il governo Berlusconi-Lega.
C’è un problema di democrazia? Certamente, e grande! Ma se volete sapere cosa fa il M5S vi basta fare le stesse operazioni necessarie a collegarvi a questo bel blog. C’è poi tutta la problematica della democrazia tramite il web. E’ una tematica affascinante e complessa. Può essere un modo per ridare vita ad una democrazia ormai spenta? Con quali modi e quale forme? La piazza mediatica è un modo per resuscitare in forme nuove l’agorà, dove i deboli fanno valere le loro ragioni? E’ un tema su cui si confronta anche la più avvertita dottrina costituzionalistica alle prese con la postdemocrazia. Un tema quello delle nuove forme di democrazia, al quale “Il Manifesto” è stato sempre molto sensibile. Stupisce oggi la chiusura a queste problematiche e a chi se ne fa portatore. Mi ricorda l’antica pregiudiziale democratica verso i comunisti”.
Ciò detto, invito ad un giudizio più problematico: “Senza acriticismi, si può guardare al M5S senza pregiudiziali?
Nessuno risponde. Io non mi do pace. Segnalo il mio disagio via mail ad un vecchio compagno del PCI, Efisio, al quale ricorro spesso per avere conforto politico. Spesso con lui, per bisogno esistenziale, inteloquisco in sardo, la mia lingua madre o madre lingua, e lui mi risponde: “…ma ita ses pighendi simpatia po cussu imbroglioniscu de Grillu? …“.
Imboglioncello! Capite! Impostore! Se lo dice lui, Efisio, sarà vero. E’ persona troppo esperta e misurata. E poi lo dicono tanti compagni. Sono di certo io a sbagliarmi e a non vedere la realtà. A questo punto mi convinco e mi arrendo. Mi chiedo: non sarà davvero prudente - come ha detto Pacifici - che gli ebrei italiani scappino, che riprendano l’esodo verso Israele a scanso della camere a gas che il nuovo Faraone, capo del M5S, meglio sarebbe SS, ha in animo di preparare per loro? Proprio così! Non c’è in questo grido d’allarme alcun eccesso, perché - lo so per certo e lo giuro - Grillo mangia i bambini!
3 commenti
1 francesco Cocco
26 Marzo 2013 - 10:19
No, caro direttore, Grillo non mangia i bambini, così come non li mangiava Stalin. Forse lo pensa Berlusconi ,ma è troppo furbo per pensare che sia vero. Grillo non mangia i bambini ma la sua azione ha chiari caratteri d’avventurismo: non è ammissibile in democrazia il rifiuto del dialogo, non è ammissibile la pretesa di esercitare in maniera esclusiva il monopolio del potere esecutivo, non è ammissibile un esercizio autocratico della guida del movimento e via dicendo. Caro direttore, tu ed il tuo blog aveva combattuto una battaglia di democrazia contro la legge statutaria soriana ed ora avete dubbi su questa nuova manifestazione di potenziale fascismo!? Sì perché in ogni forma autocratica di una funzione politica, qual è soprattutto la rappresentanza parlamentare, vi è una dose di potenziale fascismo. E con certi fenomeni non si può essere indulgenti come non lo sei stato con le forme autocratiche di stampo soriano.
2 Carlo Dore jr.
26 Marzo 2013 - 17:32
Caro Direttore,
nel ringraziarLa per le gentili parole che mi ha tributato e per l’interesse che sempre manifesta per i miei interventi, sento di dover proporre una breve replica agli interrogativi sollevati dal Suo interessante articolo.
Lei si domanda per quale motivo ho qualificato come espressione di “populismo reazionario” le posizioni di Beppe Grillo: forse che Grillo - Lei osserva - non cavalca argomenti da noi sostenuti nel recente passato? Sento tuttavia di dover confermare le mie parole: Grillo, ai miei occhi, è un reazionario. Lo è nel linguaggio, lo è nei metodi, lo è negli obiettivi.
Provo a spiegarmi meglio.
Linguaggio: non è espressione di una cultura reazionaria l’utilizzo di espressioni come: “morti che camminano”, “parassiti”, “cadaveri”, “vi veniamo a prendere, e apriamo il Parlamento come una scatoletta di tonno”?
E non è espressione di una cultura reazionaria il disprezzo manifestato verso il principio costituzionale secondo cui ciascun Parlamentare rappresenta la Nazione, senza vincolo di mandato (cito a memoria: “abbiamo una Costituzione che permette ad un parlamentare di fare tutto quello che vuole!”)?
Metodi: da chi, come noi, ha sempre difeso il valore della “democrazia” intesa nel suo più alto significato di coinvolgimento e partecipazione, non può essere condivisa l’idea un movimento costruito sulla base del pensiero unico di un “capo politico” esternato attraverso un blog in assenza di ogni contraddittorio, sulla venerazione dell’Uomo solo al comando, sull’obliterazione di ogni forma di dissenso. Mi perdoni il pareagone colorito, ma un simile modus operandi mi sembra più adatto ad una setta che ad un movimento di un Paese democratico!
Obiettivi: se la rivendicazione della Presidenza del Consiglio è di per sè anomala da parte di un partito di minoranza (il leith motiv del M5S come primo partito del Paese è stato smentito dai dati del Viminale), l’affermazione secondo cui il M5S punta ad ottenere il 100% dei seggi in Parlamento richiama momenti bui del nostro recente passato: significa non riconoscere la diversità, escludere che in Italia ci possa essere qualcuno che NON vota per il M5S; o meglio che NON ci possa essere altro partito al di fuori del M5S.
Lei si chiede: ma se Grillo è reazionario, perchè Bersani lo insegue? La domanda è legittima: le potrei rispondere che Bersani non insegue Grillo, insegue una maggioranza in Parlamento, ed in Parlamento Grillo (nella sua concreta individualità) non c’è. La speranza (di Bersani e mia, per quello che può valere) è che, tra gli eletti del M5S, ci siano anche delle coscienze libere le quali, rifiutando di sottostare ai dictat trasmessi via web, vogliano dare fiducia ad un governo di cambiamento come quello che Bersani propone, esercitando il loro potere per vigilare sulla concreta attuazione di siffatto cambiamento. Di cambiamento e di coscienze libere si avverte un gran bisogno, caro Prof.: per ridare speranza a questo povero Paese, sospeso com’è tra il rilancio della democrazia ed il baratro dell’autoritarismo, che tale rimane sia quando risulta incarnato dal miliardario, sia quando assume la maschera spiritata del comico telematico.
Nel rinnovarLe la mia gratitudine per lo spazio che sempre mi dedica, L’abbraccio, con la stima e l’affetto di sempre.
Carlo.
3 Lucia Pagella
2 Aprile 2013 - 12:32
In un primo tempo il fenomeno Grillo é stato sottovalutato. Quando, però, per l’ampiezza del fenomeno, il comico non ha fatto più ridere, lo si é demonizzato con l’accusa di populismo, molto usata in campagna elettorale per bollare gli avversari qualunque proposta avanzassero, soprattutto se diretta ad eliminare i privilegi della casta. Due errori gravissimi spiegabili solo con la distanza fra le Istituzioni e il Popolo. Ci si sarebbe dovuti chiedere perchè il suo blog ed i suoi comizi avessero tanto successo, lo si doveva sfidare sul suo stesso terreno facendo proprie molte delle sue proposte senza se e senza ma e gli si doveva riconoscere quella funzione di lievito che solo in parte ha avuto.
Nulla di tutto questo :lo si é cercato di coinvolgere in operazione da prima repubblica ( Io do una cosa a te e tu dai una cosa a me ) lo si é blandito fino all’umiliazione e lo si é spinto su posizioni sempre più negazioniste e sterili. Ha ragione Marco Travaglio : Grillo ha perso un’occasione storica ed ha messo in grave pericolo l’Italia: Siamo ormai un paese senza governo (quello proprogato si può occupare solo degli affari correnti), senza presidente della repubblica (quello in carica é impotente e non può neppure sciogliere le camere),senza una maggioranza , senza una opposizione e senza punti di riferimento.La preda perfetta per finanzieri e speculatori. In cambio abbiamo dieci “saggi” di cui non si capisce la funzione e lo scopo.
Ma questo è solo in parte imputabile a Grillo che non si aspettava certo un successo tanto travolgente ed é giunto impreparato ad un’occasione storica.
Ciò precisato mi sembra, però, importante anche sottolineare come Grillo- ma io preferisco dire Casaleggio- hanno una linea confusa e contraddittoria : non dimentichiamoci della posizione su casa Pound o le dichiarazione che la Lombardi appena eletta si é precipitata a fare su Mussolini. Non sottovalutiamo l’ostracismo a tutti coloro che non hanno seguito il Verbo e la disciplina “perinde ac cadaver” che si richiede ai seguaci. Ebbene ,sono questi sintomi preoccupanti di una deriva autoritaria che una volta ancora non deve essere sottovalutata.
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