Andrea Pubusa
Un principio fondamentale della funzione amministrativa è la ragionevolezza, il buon senso. Esiste anche un vizio dei provvedimenti amministrativi, l’eccesso di potere, che si manifesta quando la decisione discrezionale dell’amministrazione è priva di buon senso e di razionalità.
Ora, la cronaca quotidiana ci mostra molte vicende, in cui ragionevolezza e buon senso mancano.
Rimaniamo in casa nostra. Pensate ai chioschi del Poetto. Voi potete intervistare quante persone volete, ma nessuno riterrà accettabile che i titolari smontino i loro manufatti e senza neanche asportarli, poi, con l’autorizzazione e il timbro dell’Amministrazione comunale, possano rimontarli. Che senso ha tutto questo? Quali valori ambientali o paesaggistici si tutelano con lo smontaggio, se poi subito dopo si può rimontare lo stesso chiosco? Non vi sembra un’inutile vessazione? Un sopruso, consono ai capricciosi amministratori d’altri tempi.
Prendete ancora lo stadio di Is Arenas, nessuno capirà mai perché si sono potute giocare partite di cartello come Cagliari-Napoli e Cagliari-Milan e non si possano giocare col pubblico le altre partite con squadre di minor richiamo. Esiste poi una vasta gamma di misure, si può anche aprire ai soli abbonati, solitamente persone ben note e serie, sono poco più di 4.000, un numero che ragionevolmente può consentire uno svolgimento normale dell’incontro, anche se manca qualche estintore o parcheggio o la via d’uscita non è larghissima o altro simile servizio. Non vi sembra un incomprensibile accanimento vietare l’accesso ad un impianto nuovo di zecca, quando si vedono in TV partite di serie A giocate in stadi fatiscenti? Impianti circondati da palazzi e con manto erboso adeguato solo al pascolo di ovini o, se preferite, di bovini.
E il caso Crivellenti? Presentano 40 domande altrettanti aspiranti all’incarico di Soprintendente del Teatro Lirico, rispondendo ad una avviso deliberato dal Consiglio di amministrazione dell Fondazione del Teatro Lirico, con tanto di termine a pena di decadenza. Il buon senso dice che quelle domande devono essere esaminate e che da lì dev’essere tratto il Soprintendente. Fra l’altro si viene poi a sapere che fra le domande ci sono quella di Mieli, già soprintendente a Cagliari, ma perfino alla Scala di Milano. Oppure una ex commissaria del Teatro, già direttrice del Regio di Parma. Insomma, tante domande qualificate. E che fa Massimo (il nuovo che avanza!) il giorno fissato per l’esame delle domande? Tira fuori di tasca il curriculum della Crivellenti, pervenutogli per vie amicali, e non vuol sentire ragioni. Si vota solo su quel nome. Tutte le altre domande al macero! E anche quando alcuni dicono di non averla votata, lui insiste, sostituendo la sua all’altrui volontà! Anche in questa condotta vi sembra d’individuare elementi di ragionevolezza, di buon senso? Non vi pare che si dovessero esaminare tutte e solo le domande presentate in termini. E successivamente, acclarato che la volontà di alcuni componenti del Consiglio di amministrazione era stata mal intepretata, non si poteva fare un passo indietro e riprendere la discussione da capo?
E da ultima, ma non per importanza, la vicenda dell’Associazione Alfabeto del Mondo. Svolge una benemerita attività gratuita in favore principalmente degli immigrati. Ebbene, anziché ricevere un encomio da un’Amministrazione comunale che si professa dalla parte degli immigrati, riceve una minaccia di sgombero dai locali di Via Eleonora d’Arborea sede dell’attività. Gli studenti hanno scritto centinaia di lettere al Sindaco Zedda in italiano, inglese, francese, tedesco, arabo, cinese, giapponese, russo, rumeno, ucraino, polacco, albanese, iraniano, indiano, spagnolo, sardo. Il giorno 20 marzo 2013 dalle 9 alle ore 12 terranno una manifestazione davanti al Palazzo comunale. E Zedda, da buon amico degli immigrati, che fa? Tace. Anche qui, si può comprendere che l’Amministrazione possa avere altri progetti, ma, tenuto conto dell’alto valore sociale dell’attività dell’Associazzione e dei tanti locali inutilizzati o mal utilizzati del Comune, non è ragionevole intavolare una discussione per risolvere il problema? Chi ruota intorno a questa Associazione non merita d’essere ascoltata?
Questi fatti e tanti altri, piccoli e grandi, in cui ognuno di noi s’imbatte o come osservatore o come diretto interessato, hanno alimentato e alimentano il malessere e la rabbia dei cittadini contro l’amministrazione e la politica.
Queste vicende poi cadono sotto il riflettore delle Procure ed allora è la paralisi, come ad Is Arenas. Nessuno ha più il coraggio di decidere alcunché e siccome i giudizi durano anni, le procedure amministrative si arenano, vanno nel porto delle nebbie.
Cosa emerge da tutto questo? Un impasto che presenta due livelli: quello dei privilegiati che da questo sistema traggono vantaggio e quello dei dannati della terra, che da questo sistema subiscono la compressione dei più elementari diritti e l’avvilmento che ne consegue. Viene in evidenza un ambiente politico-amministrativo di parolai dai roboanti propositi, che non decidono mai nulla. Tanti personaggi che hanno stipendi e indennità, millantando competenze e professionalità, che non si assumono la responsabilità di decidere alcunché. Ed allora ci si meraviglia del voto di protesta. Non ci si accorge che il vaso è colmo, che il sistema, se è incapace di autoriformarsi, cerca altrove, fuori da sé la via per rigenerarsi.
1 commento
1 Serenella
16 Marzo 2013 - 08:29
Salve! è la spiegazione dettagliata del perché abbiamo un Parlamento a tre…..e del perché tra qualche mese lo avremo totalitario anzi TOTALITARIO…. Buon w.e …
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