Amsicora
Doctor Jeckill e Mister Hyde nel Ministero dei beni e le attività culturali? Giudicate voi. Il Dr. Jeckill il 17 dicembre invia una nota alla Fondazione in cui prende posizione sul fatto che Zedda il 1° ottobre, anziché passare all’esame delle 40 domande degli aspiranti alla Soprintendenza del Teatro Lirico, ha tirato fuori dal cilindro il curriculum della Crivellenti. Dice il Doctor J. che la cosa è legittima in virtù del favor partecipationis. Sennonché questo principio del favore per la partecipazione del maggior numero dei concorrenti si applica a fronte di domande tempestivamente presentate, per le quali esistano diverse interpretazioni rispetto all’ammissibilità. Nel caso della Crivellenti, si tratta di un curriculum, neppure di una domanda, senza sottoscrizione, presentato da Zedda direttamente al Consiglio di Amministrazione della Fondazione il 1° ottobre, quando il termine di presentazione era abbondantemente scaduto. Il Dr. Jeckill ha sostanzialmente sostenuto che le domande si possono presentare anche fuori termine perché allargano il numero dei partecipanti e, dunque, la scelta dell’amministrazione. Il Dr. Jeckill, nella sua propensione al male, non si è neppure reso conto che Zedda non ha ampliato il novero dei partecipanti, ma lo ha ridotto ad uno solo, ossia alla Crivellenti, scartando a priori tutte le altre domande, che, infatti, in quella seduta, non sono state esaminate. Un favor non partecipationis ma ad personam, alla Crivellenti in danno degli altri aspiranti.
Ed il Mr. Hyde? Il Mister entra in azione l’8 gennaio quando, a nome del Ministero, invia al Presidente della Fondazione una lettera nella quale, testualmente, “si rimarca come i verbali delle sedute del consiglio di amministrazione concernenti la nomina del sovrintendente appaiono redatti in forma perplessa, contraddittoria, non danno rappresentazione della dovuta linearità dell’agire amministrativo, recano notizia dell’abbandono di seduta da parte dei consiglieri coinvolti nella discussione ma, sopratutto consistono in atti che questa Amministrazione non può ricevere come tali, essendo privi della firma sia del Segretario sia del Presidente, laddove atti di così conclamata delicatezza devono ottenere l’approvazione di tutti i soggetti partecipanti alle sedute medesime e recante reaccia formale, oltre il normale limite dello scrupolo”. Anche per il Mister Hyde, dunque, la nomina è illegittima, talché – prosegue il Mister – l’incarico - “per quanto risulta dagli atti” - permane “non formalmente coperto, non sottacendosi che sembra profilarsi la fattispecie di cui all’art. 21, comma 1, lett. a), del D.Lgs. 29 giugno, n. 367”, ossia il commissariamento dell’Ente. E ancora se ne vede la mano, del Mister H., nella relazione all’Avvocatura dello Stato per la difesa dinanzi al Tar, quando conferma di non aver ancora potuto svolgere la propria funzione di vigilanza per mancanza della documentazione necessaria, non inviata interamente al Ministero da Zedda. E l’Avvocatura in una memoria difensiva - in un atto ufficiale - scrive questo al Tar.
Ma ecco di nuovo all’opera il Dr. Jeckill. Con una nota dell’8 marzo, smentisce il Mr. Hyde e la memoria dell’Avvocatura dello Stato che difende in giudizio il Ministero. Dice non solo che il Ministero ha ricevuto il 19 febbraio tutta la documentazione da Zedda, compresa la delibera del Consiglio di amministrazione del 20 dicembre di approvazione dei verbali del 1 e del 15 ottobre, ma assicura che la votazione con quattro presenti su 9 componenti secondo Statuto, e tre votanti a favore, è valida. Non rileva però il Dr. Jeckill - come, invece, aveva fatto Mister Hyde nella nota dell’8 gennaio - che le delibere del 1° e del 15 dicono due cose contrastanti, la prima che tutti hanno votato la Crivellenti, la seconda che l’hanno votata solo in quattro, mentre tre (Contu, Cualbu e Serci) non l’hanno votata, facendo venir meno la maggioranza assoluta richiesta dallo Statuto per la nomina del Soprintendente, maggioranza assoluta, che è pari a 5, rispetto ai nove componenti del consiglio di amministrazion previsti dallo Statuto. Ora, siccome due delibere contrastanti non possono essere entrambe vere, la conseguenza è che la volontà del Consiglio di Amministrazione sulla nomina del Soprintendente è quanto meno incerta e perplessa (ossia viziata da eccesso di potere), come rilevò Mister Hyde nella nota dell’8 gennaio.
Aspettiamo ora un nuovo intervento del Ministero. Sarà il Dr. Jeckill o Mister Hyde a scrivere? La suspense è forte. Per fortuna, c’è un giudice a Berlino e la matassa verrà sbrogliata da lui - il Tar - il 26 giugno. Sarà il Giudice amministrativo a dire quale è il diritto in questa vicenda. E, di fronte al giudizio, qualunque esso sia, tutti ci leveremo il cappello. Certamente, comunque vada, la pessima pagina di malamministrazione scritta da Massimo Zedda rimarrà.
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