Grillo e Bersani, niente menate, ecco le nostre pretese

14 Marzo 2013
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Andrea Pubusa

Sento molti compagni ed amici esprimere preoccupazione per il successo di Grillo. Ma ai miei perché? no rispondono o balbettano qualcosa. Ribatto ai miei interlocutori che il M5S ci ha salvato da un pericolo, questo sì  grave e irreparabile: l’edizione di un governo Bersani-Monti o Monti-Bersani. Questo era il progetto dell’uno e dell’altro. Ve li immaginate questi due, dopo un anno di massacro sociale insieme anche al PDL, liberi di continuare, forse in forma meno accentuata ed accelerata del recente passato, a sconvolgere il Paese con misure contro i ceti medi e popolari. Avrebbero formato un impasto micidiale non solo perché Monti ha sempre detto di voler continuare nel suo proramma di lacrime e sangue per i soliti noti, ma anche perché il PD si autodefinisce progressista, ma, in reatà,  è sostanzialmente conservatore, anche in ragione delle sue molte e paralizzanti anime. Ora questo evento da incubo è  scongiurato. Ministri come la Fornero, sono lontani anni luce. Evviva! Che liberazione! Si allontanano anche dai nostri pensieri agitati i camaleonti della politica italiana, alla Giuliano Amato, che, come avvoltoi, si aggiravano sulla carcassa della Repubblica, che hanno ucciso. Ed anche questo è un bene.
Del resto, dopo il folklore dei primi passi della rappresentanza parlamentare del M5S, come la riunione dei 160 deputati e senatori grillini in un hotel romano con atteggio  ostentamente “da alternativi”, i comportamenti dei grillini paiono incanalarsi nell’alveo della responsabilità. Grillo e i suoi non hanno perso però la loro alternatività, mantenendo un profilo programmatico alto con proposte nuove e coraggiose. C’è un richiamo costante alla Costituzione repubblicana, come, ad esempio, nel duro commento all’assalto dei deputati PDL al Palazzo di Giustizia di Milano. Questo sì un atto dal sapore eversivo. E’ importante che Grillo abbia preso posizione senza tentennamenti e con vigore in favore della magistratura e della sua autonomia dagli altri poteri, anzitutto da quello politico. Non lo ha fatto, ahinoi!, chi ne aveva il dovere istituzionale.
Grillo, dunque, toglie la maschera non solo dal volto, ma sopratutto dalle sue intenzioni. Iniziano a delinearsi i suoi intendimenti, che spesso siamo noi, abituati ai vecchi riti della politica, a non capire.. Cosa intende fare il M5S subito? Vuole contribuire alle decisioni sull’organizzazione delle Camere: elezioni dei presidenti, dei questori, dei presidenti delle commissioni ecc. Aveva già preannunciato, il comico, la partecipazione alle consultazioni del Presidente della Repubblica per la formazione del governo. C’è la proposta, del tutto legittima, dell’incarico per la formazione del governo allo stesso M5S, da intendersi ad una personalità indicata dal M5S. Ma cosa c’è di eversivo in questo, posto che è partito con pari voti rispetto al PD alla Camera? Non aveva governato Bottino con poco più del 10%? E Monti senza neppure un voto? E sembra emergere l’intendimento di concorrere a formare un governo di personalità di alto profilo morale e professionale, con un programma di riforme ben definito nei contenuti e nelle scansioni temporali di approvazione.
Si tratta di vedere come Bersani e il PD gestiranno la fase. Hanno appoggiato quel destro di Monti, non si capirebbe un no ad una personalità di prestigio del mondo democratico. Comprendiamo il sacrificio di Bersani. Ma sarebbe un eccellente risultato, del tutto insperato fino a un mese fà. C’è da sperare che il PD non si divida, che dia prova di unità intorno al suo segretario, come l’ha data nei mesi scorsi, anche a fronte di misure del governo Monti, che avrebbero meritato un forte contrasto.
Questo ci attendiamo noi elettori democratici da Grillo e da Bersani. Non solo: vogliamo un presidente della Repubblica di indiscusso prestigio morale, di comprovata fede democratica e di forte personalità. Ci attendono anni di turbolenza politica; mettere il Colle in buone e salde mani, è il dono più grande che la rappresentanza può fare nei prossimi mesi agli italiani. Grillo ha avanzato un nome del tutto degno e affidabile, il premio Nobel Dario Fò. Di fronte all’obiezione che lo stesso interessato ha opposto in ragione dell’età, Grillo insieme a Bersani, devono sforzarsi di fornire un altro nome di quel livello e mettere anche questa decisione fondamentale fra le cose che pesano nella gestione di questa fase travagliata, ma ricca di speranze, della nostra storia.
Se Grillo sarà decisivo in positivo in questi due passaggi, può anche pensare di tornare alle urne prima della naturale scadenza, con forti prossibilità di incrementare il suo successo. Anche il PD però può riprendersi un bel poì dei voti persi, riassumendo una connotazione progressista. Se non sarà così, sapete cosa succede? Succede che perdono PD e M5S. Ad essi oggi gli elettori hanno messo in mano le decisioni fondamentali. Se non le assumono, il vuoto sarà colmato dall’innominabile, dal Caimano, a cui certo tutto si può imputare, ma non di mancare di una spiccata propensione al comando.

1 commento

  • 1 Andrea Murru
    14 Marzo 2013 - 20:21

    E se venisse indicata la Bonino, alla presidenza della Repubblica?

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