Angelo Mascia - Coordinatore reg. dei Dipartimenti di Italia dei Valori
Si è svolta a Santa Cristina di Paulilatino una bella e appassionata riunione dei dirigenti e militanti di Italia dei Valori che hanno analizzato le ragioni del fallimento dell’esperienza elettorale di Rivoluzione Civile. Nell’assemblea ci sono stati trenta interventi, tutti si sono espressi per considerare definitivamente chiusa la fase di Rivoluzione civile e hanno unanimemente espresso la volontà e la determinazione di ricostruire Italia dei Valori che deve essere un partito nuovo, ma nuovo per davvero.
Proprio nel momento in cui il sistema dei partiti è screditato e i cittadini sentono la politica distante, noi dobbiamo scommettere su un’idea nuova di partito e di politica. Dobbiamo percorrere con coraggio strade nuove. Non partiamo da zero. Partiamo dalla nostra risorsa fondamentale: le militanti e i militanti che hanno lavorato nei territori e sul web e le candidate e i candidati che hanno rappresentato il partito in queste elezioni e si sono spesi in questa difficile campagna elettorale. Si parte da loro, si parte da noi, si parte dal nostro entusiasmo per costruire un partito non verticistico ma plurale, territoriale, di genere, tematico.
Dobbiamo pensare a forme diverse di adesione e di partecipazione alla vita del partito. Non più soltanto fatto di iscritti che pagano i venti euro, ma puntando su adesioni che utilizzano la rete e i network e su adesioni tematiche.
Dobbiamo dimostrare da subito che Italia dei Valori c’è e dobbiamo puntare a recuperare i nostri elettori che hanno votato il larga parte il movimento Cinque stelle. L’analisi dei flussi elettorali dimostra che una percentuale tra il 12 e il 14 per cento dei voti per il partito di Grillo proviene da elettori che votavano Italia dei Valori. Questi ‘nostri ‘ elettori hanno evidentemente visto in quello di Grillo un movimento che più di IDV rappresentava la loro voglia di cambiamento, il loro desiderio di pulizia contro la corruzione imperante, la loro indignazione per i privilegi della casta. In questa fase post elettorale stanno già emergendo contraddizioni e difficoltà per il movimento di Grillo. La nostra azione politica tra la gente, la ripresa delle nostre battaglie per la legalità e per il rinnovamento della politica, la difesa dei ceti sociali più deboli, i temi identitari della Sardegna a partire dalla zona franca e il No Galsi ci consentirà di tornare in campo da protagonisti e di recuperare i consensi perduti in queste elezioni.
1 commento
1 Andrea Murru
4 Marzo 2013 - 18:52
Caro Angelo Mascia,
nel descrivere la riunione dello scorso sabato hai omesso di dire che la maggior parte degli intervenuti ha chiesto che l’Intera dirigenza regionale si facesse da parte al fine di consentire finalmente quel tanto richiamato rinnovamento. Il ritardo con il quale l’idv, sia nazionale che nelle varie realtà regionali, ha dimostrato di comprendere che i vecchi schemi stavano oramai venendo progressivamente a cadere, costituisce, ove ve ne fosse ancora bisogno, l’ennesimo esempio di come servano menti fresche alla guida del partito. Mal si accompagna poi la ricerca di “desiderio di pulizia contro la corruzione imperante” e la “indignazione per i privilegi della casta” dei cittadini “elettori” con i maldestri atteggiamenti perpetrati in Sardegna volti ad eludere/nascondere le gravi accuse (nello specifico di peculato) che hanno interessato due dirigenti regionali del partito, il capogruppo in Consiglio regionale Adriano Salis e l’allora consigliere (oggi europarlamentare) Giommaria Uggias. Ciò che è sempre dolosamente sfuggito alle alte cariche è che il consenso non va ricercato sulle contingenze del momento, ma deve consistere in un continuo rapporto con i cittadini che, nei vari partiti, devono non solo veder rappresentate le proprie istanze ma distinguere coloro che di dette istanze si fanno reali portatori e che agiscono di conseguenza. Quanto al movimento di Ingroia dispiace dirlo ma il fallimento si è appalesato nel momento in cui, pur di mantenere intatti quei privilegi che l’idv diceva di voler combattere, si è preferito rinunciare al vero apporto della c.d. Società civile, in quella che si è a tutti livelli dimostrata come una guerra tra bande alla ricerca della tanto agognata poltrona. Ora che il piatto piange si vuol correre ai ripari cercando di trovare nuovi compagni di gioco e non ci si rende conto che per lungo tempo si è barato, in primis con se stessi.
Un addio di cuore!!!
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