Al bando le prefetture! Fuori il Prefetto!

9 Febbraio 2013
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Andrea Pubusa 

I Prefetti sono nati come longa manus del Governo nei territori, sono espressione di un’amministrazione accentrata e, dunque, dovrebbero essere banditi perché incompatbili con un ordinamento democratico, fondato sulle autonomie locali, quale è il nostro (art. 5 Cost.). La loro permanenza in questo nuovo contesto autonomistico può giustificarsi solo se i prefetti si fanno protatori presso l’Esecutivo delle istanze dei territori. Insomma, se cambiano pelle, e da organi di prevaricazione e controllo centrale sulle popolazioni, diventano intepreti delle esigenze di queste verso il governo.
I Prefetti di Cagliari degli ultimi anni, salvo qualche eccezione, sono stati tutti antisardi. Non solo si sono posti contro gli interessi dei cagliaritani, ma hanno anche mostrato scarsa cultura giuridico-amministrativa e nessun buon senso. Ne volete la prova? Quattro casi, su cui questo blog ha preso posizione tempestivamente. Ricordate l’assalto di un gruppo di facinorosi alla casa di Soru al tempo dell’immondezza napoletana? Soru aveva acconsentito l’importanzione contro una legge regionale che lo vieta. Era un atto palesemente illegittimo, che un Presidente non dovrebbe mai compiere. Ma certo non giustificava l’aggressione all’abitazione del Presidente. Ebbene, l’appello al raduno davanti alla villa di Soru a Bonaria fu lanciato via TV il giorno prima. Il Prefetto aveva tutto il tempo per dissuadere i malintenzionati dal raduno e poteva presidiare gli ingressi alla Piazza Bonaria, operazione facile e semplice. Invece non lo ha fatto. Ha lasciato che il raduno si facesse e poi è intevenuto con la forza. Furono pestati non solo coloro che volevano  lanciare immondezza verso la casa di Soru, ma anche tanti malcapitati passanti perfino nei dintorni.
Secondo episodio. Il Prefetto ha emanato un decreto col quale ha preteso di vietare le manifestazioni al centro di Cagliari. Non ha tenuto conto che l’art. 17 della Costituzione non ammette un divieto ex ante, poiché lo consente solo per le manifestazioni per le quali concretamente esistano comprovati motivi che essa possa recare pericolo alla sicurezza e incolumità pubblica. Un atto, dunque, palesemente anticostituzionale, lesivo di una libertà inviolabile e per di più insensata a fronte della condotta tranquilla e pacifica dei cagliaritani e dei sardi nelle manifestazioni.
Un altro caso d’insensatezza  e illegalità costituzionale prefettizia?  L’allora Prefetto ha trasformato una giornata antifascista in occasione di provocazione dei fascisti, un giorno di festa, il 25 aprile dello scorso anno, in una giornata di tensione. Ha consentito ad un centinaio di nostalgici dell’Unione nazionale combattenti Repubblica sociale italiana, la Destra, Forza Nuova, Fiamma tricolore e skinhead di radunarsi in piazza Gramsci per una commemorazione dei caduti della Repubblica di Salo’. Ha consentito tutto questo a poche ore dal festoso e partecipato corteo organizzato dall’ANPI e dalle forze democratiche e mentre si preparava l’incontro musicale del pomeriggio. Lo ha fatto contro la volontà delle istituzioni rappresentative, del Sindaco di Cagliari e dei parlamentari sardi. 
L’iniziativa - com’era previsto e come è ragionevole - ha suscitato la reazione spontanea dei democratici, che hanno presidiato l’area. E, non pago della  grave violazione della legge Scelba contro il fascismo autorizzando i nostalgici a manifestare, ha fatto pestare non i fascisti, ma i democratici!
E i pestaggi dei pastori durante le manifestazioni davanti al Consiglio regionale?
Poi i provvedimenti contro il Cagliari-calcio e i sardi nel prepartita contro la Roma. Ora la questione è all’esame del Tar e, se come si spera, il Giudice amministrativo annullerà la decisione di rinviare la partita, dando la vittoria a tavolino alla Roma, bisognerà anche chiedere conto del danno, economico e all’immagine alla squadra e ai sardi, considerati anche qui, come per le manifestazioni sindacali, dei facinorosi, propensi ai disordini anziché - come sono - pacifici e dai modi molto civili.
Dopo aver fatto vincere la Roma a tavolino, il Prefetto voleva far vincere anche il Milan, l’Inter e la Juve, mandando il Cagliari a giocare le partite al Nord! Anche qui con provvedimenti privi di elementare buon senso e misura e fondati sull’assunto che i sardi, la tifoseria cagliaritana, sia turbolenta, contro ogni evidenza e contro una tradizione di compostezza e tranquillità. Ce n’è abbastanza per chiedere la rimozione di chi ha posto in essere questi atti, gravemente lesivi degli interessi e dell’immagine dei sardi. Ma ci sono tante buone ragioni, fintanto che questo anacronistico ufficio esisterà, di chiedere che  a Cagliari vengano mandati prefetti all’altezza.   

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