Andrea Pubusa
Sento già un bel vociare, quando arrivo all’ingresso, quel fantastico rumore di gente che parla, progetta, spera, velleitariamente o meno poco importa. Il mio pessimismo è ancora una volta sconfitto. Pensavo, trascinato da Gianna, di venire a fare numero in una riunione sparuta di vecchietti, come sempre più spesso mi accade. E invece no. La sala piena anche di giovani, non lamentosi, ma con voglia di fare.
Alla presidenza i candidati col casco lucido di Antonello Pirotto in evidenza. Luigi Manca, invece, è più modesto, e, da minatore vero, il casco appena può se lo toglie. Lo ha posato sul tavolo. Poi ci sono gli altri candidati di Rivoluzione civile per la Sardegna.
Pronti via! Breve introduzione e poi la parola a Copparoni, uno “storico” verde cagliaritano, che lamenta la disinformazione e rilancia sull’ecologia. Da uomo di scuola parla dell’istruzione, e non risparmia un accenno alla notizia del giorno: la nuova proposta di alleanza di Bersani a Monti, e sembra quasi dispiaciuto per l’inevitabile spiazzamento di Vendola.
Tiziana Mori, dottore in utroque jure, del mondo del volontariato, con una bella faccia si dice felice di partecipare. E’ quinta al Senato, quindi mai e poi mai andrà a Palazzo Madama. Ma è entusiasta di esserci. E’ giovane e parla della precarietà, che è diventata, ma non può essere la modalità ordinaria del lavoro, al più l’avvio.
Il lavoro guadagna così il centro del dibattito con Luigi Manca. minatore, che rilancia il tema dell’industria e dell’energia. E mette in luce l’errore di chi afferma che ambiente e industria siano per forza incompatibili. Anche il carbone può produrre enegia in modo ecocompatibile. Molta competenza. Manca mi ricorda quegli operai comunisti, modesti ma colti, nel senso di conoscitori puntigliosi delle problematiche del loro lavoro, della loro fabbrica. Del resto, gli operai comunisti pensavano di dover, un giorno, fare a meno dei padroni, e dunque si allenavano a produrre senza di loro, impadronendosi della conoscenza dei processi produttivi. Ma questa è una storia vecchia.
Poi tocca a Pirotto, che contesta con ironia l’appropriazione indebita e l’uso abusivo del casco da parte di Beppe Grillo…Quindi rivendica con orgoglio la competenza operaia, la conoscenza dei processi produttivi (lui è nel settore dell’alluminio) e la dimestichezza con la trattativa coi dirigenti delle aziende e con gli assessori e i Ministri. Una cultura, maturata nella dura lotta per difendere le produzioni, un patrimonio - rivendica - spendibile anche sul piano politico. C’è una sottile polemica con chi, solo per avere una laurea, crede di essere legittimato alla candidatura, senza essersi magari mai misurato in modo diretto e in prima persona coi problemi reali e con controparti agguerrite, potenti e competenti. Insomma, da parte di non pochi intellettuali si prentende d’essere gli unici legittimati alla candidatura senza essere andati mai al di là del confronto democratico o, talora peggio, del cazzeggio fine a se stesso.
Poi, con una sintesi mirabile, offre un affresco della distruzione del sistema produttivo non solo in Sardegna, ma nel Paese. E chiede con forza un ripensamento del problema della produzioni di beni e pone la necessità di una politica industriale, oggi e da anni mancante.
Passa poi ai diritti. La salute in fabbrica e fuori. L’ambiente e parla di una Ilva austriaca, dove ambiente e produzione sono stati resi perfettamente compatibili. E poi rivendica agli operai la bandiera dell’ambientalismo e della difesa della salute, essendo i primi a subire le conseguenze dell’ambiente insalubre.
Parte dalle persone. La sanità sono i malatti, i medici, gli infermieri. La scuola gli studenti, gli insegnanti e gli altri addetti. E così via. Attacca poi il linguaggio corrente, già esso espressione di una egemonia borghese e di una subalternità operaia, come quando si dice che il lavoratore “gode della cassa integrazione”. “Godimento”, non sofferenza immane, non impossibilità di mandare i propri figli all’università, non sacrifici e mancanza di futuro.
Delinea infine un quadro di alleanze e di obiettivi comuni con i lavoratori della scuola, i pastori e gli agricoltori, i piccoli commercianti e gli artigiani. Ed anche qui parla con competenza. Non professorale o burocratica, ma con quella consapevolezza e concretezza ch’egli afferma aver appreso non solo dalla lettura, ma dalle lotte di questi anni, in cui questi lavoratori si sono sempre più schierati fianco a fianco.
Risale poi alla politica generale, alle forze politiche del centrosinistra e della sinistra. Ed anche qui emerge la sua cultura di lavoratore. L’esigenza prima è l’unità, il superamento delle divisioni, lo sforzo di mantenere il filo del dialogo anche nella attuali differenziazioni.
Confesso: pensavo che Pirotto fosse solo un casco da operaio più un po’ di slogans gridati in TV. Invece, è un lavoratore combattivo e competente.
Poi, è il turno di una giovane medico che parla di salute e di donne e ancora di lavoro.
Dopo gli interventi dei candidati si apre il dibattito. La discussione passa alle questioni politiche generali. Si enuncia la necessità di una unità della sinistra e del centro-sinistra e lo sforzo di togliere voti all’area dell’astensione e dei populismi, anziché contendersi vicendevolmente il voto. Poi questioni pratiche: gazebo, uso del web ed altro ancora. Tante proposte, molto entusiasmo.
Infine, per me venuto lì, senza grande trasporto, a curiosare, un dono gradito. Pirotto e Manca alla fine vengono a salutarmi e a ricordarmi che loro, nel sindacato il primo e nel Partito comunista il secondo, già avevano avuto modo di conoscermi durante le lotte del Sulcis degli anni ‘80 e durante il mio mandato al Consiglio regionale. Sarebbe stato per me un bell’amarcord, se non fossero venuti a salutarmi anche alcuni miei vecchi studenti, ora laureati e impegnati per cambiare questo Paese.
Certo, non c’erano le miglia di persone che intercetta Grillo col suo show, ma c’era tanta qualità e genuina passione civile. Una bella occasione per tirarsi sù il morale.
2 commenti
1 marxist
8 Febbraio 2013 - 18:55
Professore, guardi che Pirotto nel 2009 raccoglieva voti per Cappellacci e Berlusconi. Guardi che Pirotto applaudiva Berlusconi quando questi dichiarava che avrebbe risolto i problemi di ALCOA con una telefonata all’amico Putin. Mi spiega che cosa ha da spartire lei con uno che è andato a braccetto con Cappellacci e Berlusconi, contribuendo a consegnare la Sardegna al centro-destra? E per favore, se mi risponde non ricorra ad una tirata anti-Soru: Soru non sta simpatico neanche a me, ma mai mi sarei sognato di sostenere Cappellacci e Berlusconi!
RISPOSTA DELLA REDAZIONE
Caro Marxist,
avrei dovuto non pubblicare la tua mail perché anonima e perché inviata da un indirizzo di fantasia. Quindi, se non ti assumi la responsabilità di quanto dici, la tua affermazione è irricevibile. Nell’articolo ho riferito quanto ho sentito e le mie impressioni, confermate da una lunga milizia di Pirotto e di Manca nel movimento sindacale e operaio del Sulcis. Ho anche avuto informazioni da compagni di Carbonia di vecchia data, che mi hanno parlato bene di Pirotto. Non posso modificare opinione sulla base di uno scritto che, per la sua anonimia, è niente più che una fucilata alle spalle, e che, a rigore, avrei dovuto subito cestinare (A.P.).
2 antonello pirotto
1 Maggio 2013 - 18:23
Caro Andrea , solo oggi ( 1 Maggio ) ho visto quanto avevi scritto . Ti ringrazio, e ribadisco reciproca stima . Tu , io , ognuno di noi , ha una storia , e certo non puo’ essere cambiata , da chi travisa la realta ‘ , peraltro in partenza disinformato . A partire che la TREMENDA bugia , di Berlusconi , sull’ impegno di PUTIN , era sull’ Eurallumina , e non sull’ Alcoa . Fui tra i piu’ scettici , e meno fiduciosi , che quelle dichiarazioni fossero veritiere . Mai applaudito , a chi ha portato il paese , il mondo del lavoro , elle produzioni , al tracollo . Mai tirato la campagna per Cappellacci , dei quali nel mio ruolo , di partecipante alla lotta per il lavoro , sono stato tra i piu’ acerrimi contestatori . Sicuramente chi dice il contrario , incontrandolo , magari si caga addosso , e non ha il coraggio , di affrontarlo sui temi , e sulle responsabiIita ‘ , come ho fatto io , e i miei compagni . I miei voti sono stati sempre palesi , senza nessuna bisogno di nasconderli , non essendocene bisogno , subendo anche in questo caso , le critiche di chi non è d’ accordo , alle ultime elezioni regionali Soru , alla provinciali Cherchi , e gli ultimi due sindaci votati per la mia citta , Carbonia ,, Cherchi e Casti . Sono stato onorato , di essere stato scelto come capolista di rivoluzione Civile , ancora una volta , in controtendenza , una sfida difficile , come sono state tutte quelle che ho combattuto sino ad oggi . Non mi ero mai impegnato direttamente in politica , ho toccato con mano , quante cattiverie e infamita ‘ vengono rivolte a chi si espone , e tu lo sai bene . A presto compagno , Antonello .
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